Attualità

L’AVV. MARIATIZIANA RUTIGLIANI: “TIK TOK E LA RETE”

Testo a firma dell’avvocato Mariatiziana Rutigliani criminologa.

La moda del momento con oltre un miliardo e 500 milioni di iscritti e un fatturato di 18 miliardi di dollari Tik Tok è l’ app più scaricata, più celebre in Italia e negli USA  arrivando a superare anche  Facebook, Instagram e Youtube. Cosa ha di diverso dagli altri social ritenuti obsoleti ormai dagli adolescenti? Tik Tok è nuovo e si può essere se stessi con pregi e difetti ed utilizzarlo è  molto facile:  formati copiabili  ed elevato numero di visualizzazioni che si riescono a raggiungere numerosissime rispetto ad altre app.

Tik Tok suggerisce, studia, propone dei contenuti sempre più mirati sulla base di ciò che si visualizza e si cerca. Tutto ciò crea forte dipendenza perché i contenuti sono sempre “graditi” a chi accede. Si sponsorizzano mode, balli, prodotti consentendo anche di guadagnare parecchi soldi. Di Tik Tok ne esistono due: uno in Cina, sotto il totale controllo delle leggi del governo cinese, e uno che ha invece i server negli Stati Uniti e a Singapore, proprio per rimanere staccato dalla possibilità di ingerenza del governo. Ci si è posti numerosi legati alla privacy legata all’utilizzo dell’App.

Numerosissimi dati di iscritti , abitudini, consumi fa si che si creino banche dati a consumo di grosse multinazionali che conosceranno tutte le abitudini e i consumi dei prossimi cittadini del mondo atteso che l’utenza dell’app è molto giovane.

Detto questo su Tik Tok è possibile fare delle sfide, evidentemente delle sfide che portano ad avere visualizzazioni, notorietà, celebrità e ad assumere un ruolo tra gli amici. Una di queste è il Black out challenge, una prova di soffocamento estremo. Quella pericolosissima prova si è trasformata nei giorni scorsi però in tragedia. Il cuore di una  bambina di soli dieci anni si è fermato. La sfida che la bambina avrebbe tentato su TikTok consiste nello stringersi una cintura attorno al collo e resistere il più possibile. La bambina palermitana, secondo le prime ricostruzioni, avrebbe seguito i vari passaggi prima di restare asfissiata, crollando per terra ormai senza forze. Quando i genitori della bambina si sono accorti di quanto stava accadendo l’avrebbero liberata dalla cintura e portata in ospedale. Un drammatico precedente risale al 2018, quando un ragazzino di 14 anni, Igor Maj, venne trovato morto asfissiato nella casa di famiglia a Milano. Igor aveva una corda stretta attorno al collo. Secondo la famiglia, il ragazzo aveva partecipato alla Black out challenge. Si tratta di un pericoloso fenomeno che negli States è noto da decenni e che consiste nello strangolarsi fino allo svenimento per asfissia, alla ricerca di emozioni estreme. L’ Autorità Garante per le comunicazioni è intervenuta con un blocco per quelle utenze dove non è possibile risalire con certezza all’età degli utenti oltre che bloccando i contenuti della povera bambina atteso che la diffusione di questi video ha lo scopo di acquisire like e provoca emulazione. Un gesto tragico che dovrebbe determinare una presa di coscienza e una seria riflessione sulla pericolosità del social al quale si iscrivono bambini, pre-adolescenti e adolescenti. Le istituzioni tutte dovrebbero intervenire, a livello regionale e nazionale, ma soprattutto europeo, per impedire la circolazione di applicazioni tanto diffuse, che risultano particolarmente nocive per i minori e per la loro salute ed in questo senso si è espressa la Presidente della Commissione Parlamentare per i diritti dell’infanzia sen.Licia Ronzulli.

Ancor più preoccupante è il fatto che l’uso di questa app si sia ulteriormente rafforzato nel contesto dell’emergenza sanitaria  facendo si che  azioni di prevenzione e di informazione dei rischi connessi al all’utilizzo di TIK TOC e di altri social, indirizzati non solo a minori e adolescenti ma anche alle famiglie; dall’altro, ritiene opportuno che le autorità competenti adottino iniziative per impedire gli effetti pregiudizievoli di tali applicazioni. La tutela dei minori non deve essere solo una affermazione di principio. La capacità di scelta e determinazione dei minori che soprattutto l’app in questione riesce a carpire ha fatto si che in diverse regioni fosse istituito un Osservatorio Internet e soggetti vulnerabili che mira ad  approfondire l’impatto dei social network cinese sulla vita degli individui, anche in considerazione dell’attenzione dell’Unione europea in relazione al rispetto del Regolamento sulla protezione dei dati personali.Da studiosa di questi fenomeni ritengo inutile il blocco dei contenuti  da parte dell’ Autorità Garante per le comunicazioni atteso che è semplice registraris su qualsivoglia social “mentendo” sull’età. Occorre invece prevenire parlando dei  pericoli che l’abuso di questi social comporta sulle competenze cognitive, emotive e relazionali sui nostri bambini e adolescenti agli adulti, far si che la cosiddetta alfabetizzazione informatica auspicabile in questo momento da parte di adulti, educatori, insegnanti e di tutti coloro che devono e dovrebbero evitare di lasciare bambini ed adolescenti soli con i social come fossero una sorta di babysitter 4.0, essere sempre in grado di conoscere e di sapere in ogni momento cosa stanno facendo riportando  i nostri giovani a riconoscere la differenza tra realtà e social che realtà non sono . Il mondo virtuale seduce chi spesso non trova spesso nel spazio nella vita reale ma musica e colori che sembrano essere innocui fanno in modo che si perda il contatto con la realtà, quel contatto che ognuno di noi deve garantire ai propri figli garantendo e favorendo la cosiddetta “educazione emozionale”.

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