LAVORO: COLDIRETTI PUGLIA, SEMPLIFICAZIONE PER 100MILA OPERAI IN AGRICOLTURA; IN PUGLIA 22% GIORNATE SU TOTALE ITALIA
Stretta sulla semplificazione per 100mila operai agricoli pugliesi, con il Decreto Interministeriale dei Ministeri della Salute e dell’Agricoltura, capofila il Ministero del Lavoro. Ad annunciarlo alla platea degli agricoltori di Coldiretti Puglia riuniti a ‘Casa Coldiretti Puglia’ alla Fiera del Levante il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate che ha partecipato all’incontro voluto da Coldiretti sul mercato del lavoro, con l’avvio di una strategia a 4 mani con Uila Uil Puglia, Flai Cgil Puglia e Fai Cisl Puglia, affinché le imprese agricole sane e virtuose, che sono la maggioranza in Puglia ha precisato il Sottosegretario, non siano ingiustamente tartassate da controlli interforze e costi eccessivi, tutelando al contempo i lavoratori, parte fondante dell’attività delle aziende agricole.
“È quanto mai necessaria una nuova trattativa sul rinnovo dei contratti di lavoro. È necessario investire sul futuro competitivo delle imprese agricole, percorrendo insieme ai lavoratori l’unica strada possibile della crescita, tenendo conto dello scenario europeo. Le nostre imprese sono spesso penalizzate dai costi di burocrazia e lavoro, con una tassazione sul lavoro stagionale più alta che in Paesi come Francia e Spagna. Occorre rafforzare la catena della legalità in agricoltura, minacciata e indebolita dalle distorsioni lungo la filiera, dalla distribuzione all’industria fino alle campagne, dove i prodotti agricoli sono pagati sottocosto pochi centesimi”, ha detto il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
La Puglia rappresenta il 22% delle giornate di lavoro in agricoltura sul totale nazionale, sottolinea Coldiretti Puglia, un mercato del lavoro di grande valenza da tutelare. “Due le anticipazioni decisive che ha illustrato il Sottosegretario L’Abbate, su cui ha garantito un’accelerazione, che alleggeriscono tempi, costi e peso della burocrazia, le visite mediche che diventeranno biennali per i lavoratori agricoli e saranno fatte presso le ASL o gli enti bilaterali e la semplificazione degli adempimenti legati alla formazione, allentando costi e tempi, anche in considerazione dei tanti lavoratori stranieri stagionali impiegati nelle aziende agricole pugliesi”, ha spiegato Romano Magrini Responsabile Relazioni Sindacali Lavoro Immigrazione di Coldiretti Nazionale. “I contenuti della bozza di Decreto è stato condivisa dal mondo delle imprese agricole e dai sindacati dei lavoratori ed è un grande passo avanti – ha continuano Magrini – lungo il percorso di semplificazione e sussidiarietà necessarie a recuperare lo spread di competitività delle imprese agricole pugliesi in Europa, considerato che l’attività legislativa rimanda spesso a provvedimenti amministrativi che alimentano una tecnocrazia insopportabile”.
Per questo occorre affiancare le norme sulla legalità e sui corretti rapporti di lavoro all’approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate dall’apposita commissione presieduta da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti. Esiste un evidente squilibrio nella distribuzione del valore lungo la filiera favorito anche da pratiche commerciali sleali – aggiunge Coldiretti- nonostante il codice etico firmato dal Ministero delle Politiche Agricole e dalle principali catene della grande distribuzione, che avrebbe dovuto evitare questo fenomeno che spinge a prezzi di aggiudicazione che non coprono neanche i costi di produzione.
Si aggravano così i pesanti le distorsioni dal campo alla tavola, insiste Coldiretti Puglia, visto che per ogni euro di spesa in prodotti agroalimentari freschi come frutta e verdura solo 22 centesimi arrivano al produttore agricolo ma il valore scende addirittura a 2 centesimi nel caso di quelli trasformati dal pane ai salumi fino ai formaggi.
Vanno bloccate le aste capestro on line al doppio ribasso che strangolano gli agricoltori con prezzi al di sotto dei costi di produzione e alimentano nelle campagne la dolorosa piaga del caporalato, conclude Coldiretti Puglia, ricordando l’approvazione alla Camera della proposta di legge che introduce il divieto della vendita sottocosto dei prodotti agroalimentari e in particolare delle aste elettroniche a doppio ribasso.
Sul fronte degli infortuni, continua il trend positivo del calo che in agricoltura in Puglia segna -11,16% dei casi denunciati, decisamente più alto anche del dato nazionale, segnala Coldiretti Puglia, con una riduzione delle denunce di infortunio in campagna. “E’ il risultato del grande sforzo nell’ottica della formazione degli imprenditori agricoli- ha concluso Magrini – sempre più coscienti del ruolo multifunzionale dell’agricoltura e della difficoltà di adempiere all’importante compito di tutelare ambiente e salute pubblica. Importante, però, che vengano avviati reali sistemi di prevenzione degli infortuni, superando inutili vincoli burocratici e sostenendo le imprese, anche grazie alle risorse dei Bandi INAIL che hanno messo a disposizione delle imprese agricole risorse a fondo perduto per rinnovare ed 22ammodernare il parco macchine attualmente in circolazione”.
Intanto, continua ininterrotto il flusso dall’estero di prodotti agroalimentari in Italia e in Puglia, di cui sono sconosciute la qualità, le regole e soprattutto l’etica del lavoro, denuncia Coldiretti Puglia.
“Si stima che siano coltivati o allevati all’estero oltre il 30% dei prodotti agroalimentari acquistati dai consumatori – ha concluso il Direttore regionale, Angelo Corsetti – con un deciso aumento negli ultimi decenni delle importazioni da paesi extracomunitari dove non valgono gli stessi diritti sociali dell’Unione Europea”. Riso, conserve di pomodoro, olio d’oliva, ortofrutta fresca e trasformata, zucchero di canna, rose, olio di palma, sono solo alcuni dei prodotti stranieri che arrivano in Italia che sono spesso il frutto di un “caporalato invisibile” che passa inosservato – conclude Coldiretti Puglia – solo perché avviene in Paesi lontani, dove viene sfruttato il lavoro minorile, che riguarda in agricoltura circa 100 milioni di bambini secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), di operai sottopagati e sottoposti a rischi per la salute, di detenuti o addirittura di veri e propri moderni “schiavi”.