LAVORO: COLDIRETTI, PIU' DI 4 AZIENDE GIOVANI SU 5 A BRINDISI GRAZIE A FINAZIAMENTI PUBBLICI; PER IL 40% DIFFICOLTA' DI ACCESSO AL CREDITO
E’ Benedetta Liberace, classe 1992, la neo eletta Presidente dei giovani imprenditori di Coldiretti della provincia di Brindisi. Imprenditrice olivicola, Benedetta è stata scelta per la freschezza e la grande voglia di far crescere il settore lavorando in team. “Noi giovani imprenditori abbiamo la fortuna e la grande opportunità di lavorare in agricoltura – ha dichiarato la neo eletta Benedetta Liberace – e dobbiamo avere la capacità di innovare la mentalità prima ancora che il settore, perché la logica del produrre in agricoltura ha lasciato spazio alla multifunzionalità e all’intuito che deve contraddistinguere l’attività d’impresa”. Nei numeri la conferma della lettura della Liberace. Molto attenti all’informatizzazione, applicata per rendere più efficace ed efficiente la commercializzazione dei prodotti, la contabilità e la comunicazione esterna, i giovani imprenditori agricoli scelgono già in prima battuta di avviare l’attività facendo ricorso ai finanziamenti pubblici (73%), soprattutto utilizzando le misure del Piano di Sviluppo Rurale (primo insediamento (68%) e gli aiuti PAC (45%). Ritengono che l’accesso al credito bancario (40%) e l’adeguamento alle norme sanitarie, alle normative per il benessere animale e alla condizionalità (35%) siano i principali ostacoli al pieno sviluppo delle proprie attività imprenditoriali.
E per questo chiedono maggiori garanzie per l’accesso al credito bancario e una più adeguata formazione. Il 67% dei giovani imprenditori agricoli boccia la politica ambientale attuata in provincia, denunciando le difficili vertenze ambientali che hanno ferito duramente il territorio di Brindisi.
“Dalle misure del pacchetto ‘Generazione Campolibero’ arriverà un concreto sostegno alla competitività dell’agricoltura – ha commentato Sergio Botrugno, Presidente di Coldiretti Brindisi – dove le aziende condotte da giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, hanno il 50 per cento di occupati per azienda in più e un fatturato più elevato del 75 per cento della media. Sono previsti dal Piano mutui a tasso zero, fondi per supportare la nascita e lo sviluppo di start up agri-food, ma anche piu’ innovazione con il credito di imposta per il commercio elettronico di prodotti agroalimentari per un valore di 160 milioni tra risorse interne e fondi Ismea-Bei.