LADRI “FANTASMA” DI APPARTAMENTO, EMESSE 14 MISURE CAUTELARI
Nelle prime ore di questa mattina, i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno eseguito 14 ordinanze cautelari delle quali, 9 in carcere, 3 agli arresti domiciliari, 2 con obblighi di dimora, a carico di altrettanti soggetti, residenti tra Bari e Molfetta (BA), tutti pregiudicati, ritenuti responsabili, in forma associativa di numerosi furti in abitazione e ricettazione.
Tali ordinanze sono il frutto di articolate indagini, condotte dai militari della Stazione Carabinieri di Trani, coordinati dal Dott. Marcello Catalano – Sostituto procuratore della Repubblica presso il il Tribunale di Trani, che hanno consentito di raccogliere varie fonti di prova e di disarticolare un consorzio criminale dedito a reati predatori in abitazione. Il gruppo si è rilevato molto pericoloso per l’intercambiabilità dei suoi componenti nell’azione criminis, per la mobilità sul territorio Pugliese, Molisano e Lucano e per la completa organizzazione, costituita sia da chi si occupava della clonazione di chiavi per l’accesso agli appartamenti depredati, sia da chi aveva il compito di “ricettare” quanto asportato.
L’indagine, protrattasi da Ottobre 2018 a Gennaio 2019, si è sviluppata a partire dal verificarsi di alcuni furti in abitazione, ove i sopralluoghi condotti anche dalla Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale di Bari, avevano fatto emergere come elemento caratterizzante e di collegamento, la “strana” mancanza di segni di effrazioni alle porte d’ingresso ed alle finestre. Da qui il nome dell’operazione “Ghostbusters” in quanto occorreva scoprire il “modus operandi” tramite il quale i malfattori facevano accesso indisturbati alle abitazioni delle vittime.
Grazie all’acquisizione delle immagini dei sistemi di videosorveglianza ubicati nelle adiacenze dei luoghi ove si perpetravano i delitti, i militari operanti iniziavano ad acquisire sospetti su alcuni soggetti di Bari, soprattutto provenienti dal quartiere San Paolo, con precedenti specifici.
Il prosieguo delle investigazioni sul loro conto consentiva cosi, nel tempo, di risalire all’intera “filiera” dell’associazione che, talvolta, vedeva il concorso di terzi per singole fattispecie di reato.
Le indagini consentivano di ricostruire il “modus operandi” nella commissione dei furti ed i ruoli ed i compiti di ciascun sodale. Alcuni soggetti avevano il compito di avvicinare per strada con una scusa la vittima e, con un escamotage, da parte di un soggetto, titolare di un negozio ubicato a Bari specializzato nella riproduzione di chiavi e sodale dell’associazione.
Perpetrato il furto in abitazione, in maniera rapidissima, la refurtiva veniva ceduta al “ricettatore” del sodalizio che pagava in contanti, effettuando lo scambio a bordo di un’autovettura.
Numerosi servizi di osservazione controllo e pedinamento, condotti dai militari operanti, consentivano, laddove era palese che si stesse per perpetrare un furto, di impedirne la consumazione attraverso l’immediata richiesta di intervento di una pattuglia del 112, la quale, passando nell’area interessata come se si trattasse di un normale pattugliamento, faceva desistere i malfattori dal proseguimento della loro azione criminosa.
Diversi i telefoni sequestrati, contenenti foto della refurtiva.
Le indagini si sono protratte fino a gennaio 2019 ovvero sino a quando il quadro accusatorio è risultato, oltre che completo dei ruoli di ciascun componente, anche granitico per la bontà degli elementi di prova raccolti a loro carico. In particolare, è emerso che P.N. di Bari, 61enne, ha avuto il ruolo di promotore del sodalizio; P.G.P. di Bari 25enne e P.M. di Bari35enne, erano i fotografi delle chiavi; L.P. di Bari 46enne, era il titolare di una bottega che provvedeva alla riproduzione delle chiavi. G.D. di Bari 62enne o M.M. 58enne di Bari o R.G. di Bari 50enne, unitamente ai primi tre, avevano il compito di accedere nell’abitazione per compiere il furto, mentre a farvi da palo vi erano L.F. di Bari 53enne o P.M. di Bari 30enne o I.V. di Bari 33enne (donna). Al termine la refurtiva veniva ceduta a G.F. di Molfetta 44enne o a D.B.P. di Molfetta 27enne, per la ricettazione. P.M. di Bari 27enne moglie di P.G.P e figlia di P.N. unitamente alla madre F.A. di Bari 50enne, moglie di P.N., hanno concorso nella fattispecie criminosa, facendo sparire parte della refurtiva, allorquando alcuni componenti del gruppo criminoso venivano individuati e bloccati dai miliari operanti.
Le indagini hanno consentito di accertare, al momento, responsabilità in capo all’associazione di 8 furti consumati nei Comuni di Bari, Taranto, Molfetta e Bisceglie (BT), nonché la pianificazione di numerosissimi altri obiettivi per cui i sodali hanno desistito dal proposito delittuoso grazie a mirate azioni di “disturbo” poste in essere dai militari operanti.
Nel corso delle operazioni I.V., unitamente alla madre convivente P.M., sono state arrestate perché trovate in possesso di circa 100 grammi di cocaina suddivisa in dosi, due bilancini di precisione, materiale per il confezionamento e 40 colpi cal.7,65.