Cultura

LA WEBSERIE CULT DI MICHELE PINTO AL SICILY WEB FEST

Fuoco, passione, purezza. Queste sono le parole che vengono in mente quando parli con Michele Pinto, eclettico e anticonformista regista ruvese. Dentro di lui brucia il  sacro fuoco dell’arte cinematografica, che lo ha affascinato sin da piccolo.

Sul set trasferisce a tutti coloro che lavorano per lui, sia come interpreti che come collaboratori, la passione per il suo lavoro e  per i suoi ideali (anche se, come ama ricordare lui stesso, una volta tutti quanti, esasperati dal suo rigore, dopo la conclusione delle riprese de La Torma, intendevano stampare su alcune magliette Siamo sopravvissuti a Michele Pinto).

Michele Pinto dedica la maggior parte delle sua produzione artistica a temi molto delicati e attuali quali il fenomeno della violenza sulle donne, la vita difficile dei migranti, la difesa della vita. Il suo è un cinema impegnato e di denuncia e per questo utilizza la webserie come strumento per veicolare i messaggi in modo  immediato e incisivo. Tale scelta va controcorrente rispetto ai percorsi tradizionali e sicuri ( cinema, tv ), cioè laddove è più facile trovare coperture finanziarie. E qui emerge la purezza di Michele Pinto, che non si piega alle logiche del mercato cinematografico, ma lotta per dare dignità alla webfiction.

Eppure, anche in un mondo che già di per sè è una nicchia, ha portato una ventata di freschezza e novità rivoluzionando i canoni della narrazione. E questo non è sfuggito al pubblico e ai critici come Chiara Bressa, studiosa di comunicazione ed esperta del fenomeno web seriale ( World Wide Webserie), che lo ha citato nel suo libro Fare webserie – La nuova frontiera del filmare in modo indipendente: teoria e prassi ( Casa Editrice Dino Audino ).

Il suo palmarès è ricco ( 2007 FED Film Festival di Castellaneta per Ubi Alma, Premio RWA 2010 per miglior messaggio sociale con la fiction Chiamami, Premio al Festival di Amichidiamichi 2011 per il corto Il Bivio, Menzione speciale al CampiFlegrei WebFest 2013 per Bishonnen 1, Premio RWA 2014 per miglior regia a livello internazionale Bishonnen 1 e sempre nello stesso anno Premio della Giuria Popolare all’ Ariano International Film Festival, RWA 2015 per migliore sceneggiatura SCI-FI a Pinto, per migliore attrice non protagonista a Riccarda Vaccina, Premio di Merito Assoluto tra tutti i generi per miglior episodio pilota e Premio Eccellenza per la miglior scena a livello internazionale ).

E lo intervistiamo all’indomani della selezione delle 2 stagioni della sua webserie cult, Bishonnen, come opera in concorso al Sicily Web Fest, prestigioso festival internazionale, che si tiene ad Ustica dal 28 al 30 Agosto 2015.

Quando si è innamorato della “fabbrica dei sogni”?

A Venezia, la città della Mostra Internazionale dell’Arte Cinematografica – un segno del destino, vero? – . Avevo 4 anni ed ero con i miei quando rimasi folgorato da uno strano giocattolo appeso a un banchetto per turisti. Somigliava a una pistola da cowboy; ce ne erano di tanti colori… gialli, verdi, fucsia. Mi avvicinai al banchetto e ne presi uno: era una “camera”, una Super 8. Guardai dentro, incuriosito ed emozionato e, girando la rotellina destra laterale, scoprii un intero piccolo mondo composto da foto ricordo del Canal Grande, del Ponte dei Sospiri e di Piazza San Marco. Da quel momento, la camera diventò la mia ossessione e da grande la mia ragione d’esistere.

Con le due serie ha introdotto un linguaggio che ha rivoluzionato lo schema del “ viaggio dell’eroe”. Ha rotto con la tradizione classica perché è uno spirito provocatore?

Soprattutto con Bishonnen 1, ho cercato di trasformare lo spettatore in “autore”, dandogli la possibilità di fruire attivamente del mio lavoro e affidandogli la messa in ordine degli episodi. In questo modo si ricreano, in maniera sempre interattiva, storie sempre diverse che possono avere finali altrettanto differenti. L’ho fatto perché odio la comunicazione didascalica innanzitutto e poi ritengo che il consumatore finale del prodotto multimediale, il pubblico, debba sempre essere invitato alla riflessione e a sviluppare uno spirito critico dinanzi a tutto quello che gli viene proposto. Viviamo in una società dove siamo veramente condizionati e continuamente illusi dai mass media. Serve un risveglio maggiore delle coscienze.

Il viaggio nel tempo dello stalker ribalta le leggi scientifiche ma neanche Dio riesce a fermare la sua follia omicida. Scienza e religione sono in crisi, secondo lei?

Preferisco parlare solo in presenza del mio avvocato perché la mia risposta potrebbe apparire molto blasfema. Sono un grande studioso di religioni e proprio per questo non sopporto e condanno fermamente ogni omicidio che sia commesso in nome di Dio perché alla base di tutte le religioni non c’è l’odio nei confronti del prossimo ma l’amore, il rispetto. Le prossime evoluzioni della mia webserie affronteranno in maniera eretica la questione…ma non vi posso dire di più.

Per lei il tempo e lo spazio possono essere plasmati, e quindi tutto è relativo ed è proprio la relatività l’anello di congiunzione tra le prime due serie. Infatti l’episodio pilota della seconda stagione di Bishonnen è dedicato ad Einstein, costretto a fuggire dalla Germania nazista nel 1933. Come si inserisce la figura dello scienziato nella webserie ?

Non possiamo che inchinarci di fronte al padre della relatività, che oramai simboleggia un’ epoca, un secolo intero e per questo ho deciso di dedicargli diversi episodi della mia webserie…..( Qui mi sarei aspettata una risposta più esaustiva, ma dal sorriso enigmatico che mi rivolge Pinto, intuisco che dietro la laconica risposta ci siano motivazioni insondabili che non vuole rivelare….e quindi proseguiamo con l’intervista )

Lei e la Puglia.

( Qui Pinto si infervora ) Amo la mia terra, e ho deciso di restare qui per lavorarci e contribuire al suo riscatto, sociale, culturale ed economico. Troppo facile andare via e lasciare il paese natio alla desertificazione.( Vorrei replicare che spesso si è costretti a emigrare nelle regioni italiane più ricche o addirittura all’estero dove ci sono maggiori opportunità lavorative e che non è facile per molti giovani e anche meno giovani allontanarsi dai propri affetti, dalla propria terra…..) L’ energia che proviene dalle nostre radici…ecco, io la avverto in maniera quasi tangibile. Forse perché ho vissuto per 15 anni nel Veneto ed ora non mi allontanerei più per troppo tempo dalla Puglia.

Lei, attualmente, è forse l’unico punto di riferimento nel settore delle webseries in Puglia. Le istituzioni locali hanno valorizzato la sua opera come parte del patrimonio cinematografico e culturale della Regione?

Il settore delle webseries, purtroppo, necessita di un sostegno maggiore da parte delle istituzioni che troppo spesso operano in maniera faziosa, guardando unicamente al colore politico dell’artista interlocutore…..

“Le promesse che si fanno gli esseri umani spesso sono come il vento…si polverizzano e poi ognuno prende la sua strada”. Scusi la franchezza, ma non crede di essere pessimista e un po’ cinico?

Le persone sono in grado di prendere in giro popoli interi e di tradire migliaia di elettori (vedi molti politici).. secondo lei, cosa può impedire ad un individuo di prendere in giro una sola persona, che sia un amico, o l’uomo o la donna che si dice di amare? Non è pessimismo ne’ cinismo, è semplice constatazione dei fatti.

“Il segreto del bravo narratore consiste nel prendere in giro il pubblico”: spieghi questa sua affermazione.

Occorre sempre sorprendere il pubblico, in particolare nel finale…che si tratti di un film, cortometraggio, webserie. Per questo occorre far credere che la vicenda, di volta in volta narrata, vada in una certa direzione salvo poi dirottarla di colpo. Uno degli scopi che intendo raggiungere con le mie opere è proprio quello di lasciare spiazzati gli spettatori.

Veronique Fracchiolla
Stagista c/o ruvesi.it – Double P Communication
 
 

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