Politica

La “vision” di Ruvo di Puglia secondo gli otto candidati sindaco nell’incontro targato AC

La visione di Ruvo di Puglia degli otto candidati sindaco dovrebbe consentire loro di guardare con più profondità la realtà della città. Intorno a questa idea,  il 25 maggio 2016, si è svolto il confronto pubblico tra gli aspiranti alla carica di primo cittadino, organizzato dall’Azione Cattolica di Ruvo di Puglia e moderato da Luigi Sparapano, direttore del Settimanale “Luce e Vita”. Un incontro che è stato ideale prosecuzione di quello svoltosi  il 28 aprile 2016 sui Codici etici e se il mite Sparapano  ha ribadito che lealtà, coraggio e temperanza sono alla base dell’operato di Azione Cattolica, tuttavia non ha esitato a lanciare una stoccata nei confronti dei sette candidati sindaco (uno lo ha fatto, ma non si sa chi…) che non hanno sottoscritto formalmente tali codici; il tempo c’è sempre per sottoscriverli ma … ormai i giochi sono fatti!

Il cortile dell’ex Convento dei Domenicani  era gremito di persone: pasdaran dei candidati, cittadini interessati alla “vision” degli stessi, curiosi…L’inizio del confronto, che prevedeva interventi a tempo ( ma alla fine si andava un po’ oltre il limite) è degno di nota: è stato letto un brano tratto da “Gaudium, ars et spes” di Don Tonino Bello sulla grandezza della Politica, quella con la “P” maiuscola, quella vera, vissuta con onestà e libertà.

Se per Pasquale Raffaele il sonno della politica genera mostri e bisogna fare in modo che l’essere onesti  non sia più ritenuto  incompatibile con fare politica, Oscar Altamura ribadisce la sua totale adesione ai Codici Etici. Antonello Paparella ritiene che la partecipazione dei cittadini nella gestione della cosa pubblica non debba impedire l’assunzione di decisioni che sintetizzano i bisogni della collettività mentre Vito Cantatore sottolinea l’importanza del trovare soluzioni condivise per i più grandi problemi all’indomani delle elezioni. Pasquale Chieco crede nella partecipazione attiva ai programmi, al suo programma, mentre Cosimo Schinaia, coi suo sedici (con lui diciassette) “straccioni di Valmy” (dalla battaglia combattuta  il 20 settembre 1792 , durante la Rivoluzione Francese, nella quale l’esercito rivoluzionario mise sotto scacco l’esercito della coalizione Austria-Prussia- chiaro l’accostamento…), mette a disposizione dei ruvesi abnegazione, passione e metodo. Mariatiziana Rutigliani esalta le persone e il loro cuore per attuare, quotidianamente,  i programmi di una città “smart”, intelligente e che il Comune non è un Leviatano che domina sui sudditi, Mario Albrizio ritiene che i problemi di Ruvo di Puglia saranno risolti quando scomparirà il debito pubblico e quando sarà ripristinata la democrazia, gravemente offesa negli ultimi tempi.

Alla domanda se ci sarà un filo diretto coi cittadini, Chieco risponde che, previo utilizzo dell’ICT, ogni tre mesi ci sarà un Hyde Park (angolo di Londra nel quale ognuno sale sul palco e dice la propria su eventi politici, sociali, etc.) Cantatore promette giunte e commissioni a porte aperte; Paparella incontrerà spesso i suoi concittadini mentre Altamura propone i comitati di quartiere  che possano gestire autonomamente una quota del bilancio comunale (bilancio partecipativo). Raffaele dichiara che ogni tre mesi porterà in Piazza l’assise comunale mentre Albrizio ritiene che la comunicazione debba essere H24, continua e che la prima cosa che farà, da sindaco, è un totale restyling del sito istituzionale, non “user friendly”. Rutigliani  si impegna a incontrare i cittadini ogni sei mesi, mentre per Schinaia c’è troppo buonismo. Un Comune è efficiente non se garantisce la partecipazione di tutti, ma se gli amministratori sono in grado di prendere decisioni  anche impopolari ma giuste. Non esiste la persona, ma il cittadino che deve sentirsi amato dal “Potere” locale.

Capitolo “giovani”, cavallo di battaglia di quasi tutte le consultazioni elettorali dello Stivale. Le istituzioni latitano nel creare punti di ritrovo per le associazioni, come denunciato dal Forum Giovani di Ruvo di Puglia, anzi queste sono le parrocchie che sottraggono molti ragazzini a rischio dai pericoli della criminalità. Albrizio, stupendosi della scarsa attenzione dell’Amministrazione che ha governato Ruvo di Puglia per tanto tempo verso Forum Giovani – organismo nato sotto la sua egida- dichiara che uno dei punti di forza del suo programma è la cura verso di loro, che non dovrebbero essere più costretti a fare le valigie per lavorare altrove solo perché non  cedono alla logica del clientelismo; Rutigliani mira a coinvolgere la freschezza dei giovani nel recupero delle tradizioni e quindi conoscenza delle proprie radici. Schinaia, invece, afferma che Ruvo di Puglia non ha solo ricchezze materiali (patrimonio artistico) ma anche  immateriali (know how, cioè il sapere e il fare). I giovani di Ruvo di Puglia sono il presente non solo il futuro e vanno valorizzati ma devono anche loro sapersi valorizzare perché devono studiare,  prepararsi continuamente. Chieco ha ribadito che sua ferma intenzione è far rientrare i giovani emigrati altrove a Ruvo di Puglia e creare coworking tra eccellenze locali. Per Cantatore, lavorare altrove per un po’ di tempo è una risorsa ma poi bisogna che i giovani rientrino per creare ricchezza a Ruvo di Puglia e il fatto che il nuovo PUG preveda una nuova zona agroalimentare, dove i giovani possano dedicarsi all’antica arte di lavorare la terra è un fattore positivo: ma anche loro devono fare la propria parte. Paparella ritiene che i giovani vadano aiutati con incentivi di carattere fiscale a essere imprenditori di sé stessi e per gli altri. Altamura punta sul recupero degli antichi mestieri  e sul supporto psicologico ai ragazzi vittime di bullismo attraverso uno sportello ad esso dedicato. Raffaele mira non solo a valorizzare i giovani attraverso il sostegno a start up (a volte floride realtà già operanti nella zona ma sconosciute e abbandonate a sé stesse) ma occorre dedicare loro spazi dove possano esplicare la propria personalità (Case della Musica, teatri).

Ora un capitolo doloroso: la povertà a Ruvo di Puglia. Sparapano legge dati sconfortanti dove si assiste all’aumento dei poveri in città dovuto alla scarsità di lavoro. Fatto denunciato anche da Laura Caputi, responsabile della Caritas Cittadina. Chi si rivolge a loro sono ruvesi che hanno perso il lavoro e quindi è questo che andrebbe garantito.

Raffaele ritiene che se metà delle risorse pubbliche sociali previste in bilancio confluissero in un Fondo Sociale, si aiuterebbero queste persone a re-ingranare la marcia. Per Altamura, bisogna far rientrare i ruvesi emigrati nei paesi limitrofi in città perché la loro assenza si traduce in diminuzione del gettito fiscale che non è redistribuito alle fasce più deboli della popolazione. Paparella non crede nell’assistenzialismo: ci sono persone che approfittano. Chi va aiutato deve usufruire di buoni di conciliazione, che consentono di avere un’entrata a fronte di un lavoro socialmente utile. Può essere utile creare una mensa a Ruvo di Puglia. Idea appoggiata da Cantatore con un lieve correttivo: adibire la Ruvo Servizi s.r.l. alla consegna a domicilio dei pasti e sbloccare i fondi per attivare i Piani di Zona. Chieco punta sul RED (reddito di dignità) e sul regolamento dei beni comunali che consente di affidare beni comunali inutilizzati ad associazioni che  si faranno carico di aiutare i più deboli. Schinaia, novello Krüpp (chi vuole può informarsi sul celeberrimo dialogo tra il magnate tedesco e un operaio in cerca di lavoro con numerosa prole), ritiene che l’assistenzialismo sia inutile e che la panacea alla povertà che affligge Ruvo di Puglia sia l’investire sulle risorse. Rutigliani ha una sua ricetta: istituzione di last minute market (dove si  distribuiscono beni invenduti e non scaduti)  e soprattutto lotta al sommerso con istituzione di Albi Comunali dove si iscrivano collaboratori domestici, badanti. Il Comune deve ingegnarsi per trovare risorse a favore dei più deboli. Conclude Albrizio che prevede la lotta agli sprechi e il Lavoro Minimo Familiare: perché, alla fine, le persone non elemosinano aiuti, ma vogliono essere parte attiva della società.

L’intervento finale di Angela Paparella, presidente diocesano di Azione Cattolica, conclude il primo confronto  pubblico a otto in attesa di quello che si svolgerà sabato 28 maggio 2016.

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