Attualità

Contro la violenza alle donne la matita di Anarkikka, un flash mob e altri eventi a Ruvo di Puglia 

Delicatezza, ironia, indignazione scorrono nel tratto di Anarkikka, al secolo Stefania Spanò, blogger de “L’Espresso” e “ospite” nella Pinacoteca Comunale di Ruvo di Puglia (via Madonna delle Grazie 2), sino a domenica 3 dicembre, con la mostra “Non chiamatelo raptus”, inaugurata lo scorso 23 novembre.

Più di venti tavole che denunciano la violenza sulle donne e la violenza assistita di cui sono vittime i bambini, spettatori di episodi di brutalità domestica (“Pranzo criminale”). Una violenza che è mostro proteiforme, dai tanti volti. Sotto accusa, con pennarelli, è la “violenza” dei media che utilizzano parole “intrinsecamente giustificative” di atti criminali (“Uccisa da un raptus”, “Marito abbandonato uccide la moglie”; “Accecato dalla gelosia…”) e tutto il frasario che, ormai e purtroppo, si è usi a leggere.

Non mancano stilettate alla violenza a danno delle lavoratrici, che si palesa nella costrizione a firmare fogli di dimissioni in bianco in gravidanza tanto da spingere la donna a cercare di risolvere il dilemma del “Mamma non mamma” con una margherita. Una violenza fisica e spirituale che colpisce le donne (come non pensare alla piccola undicenne di Torino, nella più triste cronaca recente?).

L’inaugurazione della mostra è stata il prosieguo della presentazione del libro “Santa che voleva solo vivere” di Alfredo Traversa, per i tipi de la Meridiana, storia del femminicidio della giovanissima Santa Scorese di Palo del Colle. In quell’occasione con l’autore hanno conversato l’editrice Elvira Zaccagnino, l’avvocatessa Roberta Schiralli, consulente legale del CAV RiscoprirSi…e l’assessora alla Cultura Monica Filograno. Tra gli ospiti Rosamaria Scorese, sorella di Santa.
La mostra con la presentazione del libro e il dono nelle scuole primarie e secondarie di I grado,“Storie della buonanotte per Bambine ribelli” (Mondadori) di Elena Favilli e Francesca Cavallo rientra nel programma che gli assessorati alle Politiche Sociali e alla Cultura e Istruzione del Comune di Ruvo di Puglia e il Centro AntiViolenza “Riscoprirsi…” hanno stilato per la “Giornata Internazionale per la eliminazione della violenza contro le donne” che ricorre il 25 novembre.

[Best_Wordpress_Gallery id=”43″ gal_title=”Anarkikka Mostra”]

Ma ogni giorno dovrebbe essere “25 novembre”. E non quel “25 novembre” del 1960, quando le tre sorelle attiviste Mirabal sono brutalmente uccise dai militari del dittatore dominicano Trujillo. Non “quel 25 novembre” di sangue e di offesa dei diritti umani.

Deve essere il 25 novembre della Marcia a Roma “Non una di meno” a cui hanno partecipato anche uomini, giovani e adulti; dei palazzi del potere aperti ai più deboli – 1400 donne, tra attiviste e vittime, ospiti alla Camera su invito della Presidentessa Laura Boldrini, vittima anche lei di una feroce campagna denigratoria sui social anche per essere donna attiva in politica (e, sia detto, questo avviene anche a livello locale).

Deve essere il 25 novembre delle Nazioni Unite che ufficializzarono quella data scelta da attiviste, riunitesi nell’Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi a Bogotà nel 1981. E l’ONU, come obiettivo di politica sostenibile, ha avviato la campagna “Nessuna deve essere lasciata indietro”. Nessuna donna.

Per evitare, tuttavia, che questa Giornata diventi priva di significato, sia relegata a contenitore di un triste catalogo di delitti, violenze, oltraggi alle donne, è fondamentale costruire un sistema di formazione ed educazione al rispetto di genere sin dalla tenera età, nelle scuole, nelle parrocchie, in altri punti di aggregazione religiosa e formativa e nella famiglia.

Ma è importante anche che la legislazione operi un’efficace ed effettiva tutela delle donne. Intanto, è stato presentato un emendamento alla Manovra a firma della presidentessa della Commissione di Inchiesta sul femminicidio, Francesca Puglisi, che riconosce un fondo di 2,5 milioni di euro l’anno per il triennio 2018/2020 a favore degli orfani del femminicidio. La proposta attende il voto della Commissione Bilancio del Senato.

Sino a settembre 2017, 84 donne sono state vittime di violenza, di cui 61 tra le mura domestiche (e a Ruvo di Puglia ci sono molti casi) e 31 sono state vittime di femminicidio. Inoltre, sono state fatte 8480 denunce per stalking e 9818 per maltrattamenti.

Sterile, pertanto, la polemica sul fatto che non esista la violenza di genere, che vittime sono anche gli uomini e, spesso, per mano di donne. E’ vero questo, naturalmente, come lo è la circostanza per cui “essere donna” , secondo il senso comune, è “dover essere paziente, passiva, rassegnata a determinate logiche che dominano nel lavoro (vedi anche il capitolo retribuzioni) e nella politica; è dover essere sempre un passo indietro all’uomo”. Sulla carta, nei discorsi spesso intrisi di retorica, questo non è mai scritto o detto. Ma è drammaticamente vero. Ed essere diverse dal “sentire comune” porta a essere vittime di violenza. Di ogni tipo.

Come estirpare questo sentire comune, causa della disparità di genere? Educando, ripetiamo, sé stessi e i giovanissimi, soprattutto, perché la Politica ha sì un ruolo fondamentale in tale educazione “sentimentale”, ma la Politica siamo anche noi.

Che sia ogni giorno, quindi, il 25 novembre, colorato di arancio, il colore scelto dalle Nazioni Unite, come simbolo di speranza.
Per fermare la spirale di violenza, è possibile contattare il numero verde 1522 “Sblocca il coraggio”e, a Ruvo di Puglia, il Centro Antiviolenza “RiscopriSI…”, attivo il lunedì pomeriggio, a partire dalle 17.00, in via Solferino 1/bis . Le porte sono aperte a tutti.

E proseguono anche oggi le manifestazioni dedicate alla “Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”. Il coordinamento cittadino di Forza Italia organizza un flash mob in Corso Giovanni Jatta 49  e alle 19.30, presso la sede dell’Associazione “La Mancha” (Largo Sant’Agnese 2) si terrà “Gìù le mani dalle donne”, un incontro gratuito sulla difesa personale femminile.

 

Mostra “Non chiamatelo raptus” – sino al 3 dicembre

Pinacoteca Comunale di Arte Contemporanea (Via Madonna delle Grazie, 2)

Lunedì dalle 18.00 alle 20.00

Martedì – Venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 18.00 alle 20.00

Domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 18.00 alle 20.00

Ingresso gratuito

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza online. Accettando l'accettazione dei cookie in conformità con la nostra politica sui cookie.

Privacy Settings saved!
Impostazioni

Quando visiti un sito Web, esso può archiviare o recuperare informazioni sul tuo browser, principalmente sotto forma di cookies. Controlla qui i tuoi servizi di cookie personali.

Questi cookie sono necessari per il funzionamento del sito Web e non possono essere disattivati nei nostri sistemi.

In order to use this website we use the following technically required cookies
  • wordpress_test_cookie
  • wordpress_logged_in_
  • wordpress_sec

Rifiuta tutti i Servizi
Accetta tutti i Servizi