LA TESTIMONIANZA DI UN VOLONTARIO RUVESE, TRA LE MACERIE DI AMATRICE
Ecco l’esperienza di un ruvese che ha vissuto attimi “che ti lasciano il segno”, come da lui raccontato in una nota inviata in redazione.
Si tratta di Luca Marinelli, partito volontario per aiutare il prossimo, in quel di Amatrice, uno dei borghi colpiti dal sisma del 24 agosto.
“La vita ci riserva delle esperienze positive, negative, tristi, drammatiche esperienze che ti lasciano il segno come di una ferita che lascia la cicatrice. E’ quello che mi è accaduto, recandomi sul luogo del terremoto.
Sono partito mercoledì 24 agosto insieme ad un gruppo delle Guardie Ambientali di Corato: non appena il Presidente lo ha chiesto, io mi sono subito reso disponibile.
Ho preparato uno zaino con il necessario e sono partito alla volta di Amatrice: non sapevamo cosa avremmo trovato ma lo immaginavo.
Siamo arrivati intorno a mezzanotte: c’era un posto di blocco che consentiva l’accesso solo ai soccorritori. La strada per raggiungere il paese era completamente buia ma di facile percorrenza. Una volta raggiunto il paese, mi sono trovato dinanzi ad una scena apocalittica: strade ricoperte di polvere, case crollate e pericolanti…
Fatto un sopralluogo, ci siamo subito messi all’opera dando una mano ai Vigili del fuoco nelle operazioni di recupero delle persone rimaste sotto le macerie.
Il lavoro è andato avanti per tutta la notte: ci siamo riposati un po’ in mattinata e poi abbiamo ripreso le operazioni di recupero delle persone.
Affiorati molti effetti personali, di quelli che usiamo quotidianamente: mi ha tanto colpito ritrovare soprattutto quaderni, giocattoli e abiti di bambini.
Questo mi ha grandemente rattristato perché purtroppo per alcuni di loro non c’è stato più niente da fare.
Continuando nelle operazioni di recupero, stavamo estraendo dalle macerie una donna incinta quando c’è stata una scossa di assestamento molto forte che mi ha fatto spaventare poiché c’erano due case pericolanti che potevano caderci addosso: ci siamo allontanati velocemente per poi ritornare non appena tutto si è stabilizzato.
Nel pomeriggio, un’altra scossa di terremoto abbastanza forte (4.5) ha fatto cadere alcuni edifici pericolanti e un Vigile del Fuoco è rimasto intrappolato sotto le macerie: i lavori sono continuati per tutta la notte nonostante tante altre scosse di assestamento.
La mattina di venerdì 26 agosto siamo stati svegliati da una forte scossa (4.9) per cui hanno interdetto l’accesso dichiarando rossa la zona: a questo punto, non rimaneva altro da fare che ritornare a casa.
Questa esperienza mi ha segnato profondamente, facendomi capire che alla vita dobbiamo dare valore e che dobbiamo adoperarci per aiutare chi soffre”.