“La tartarìughe” di Mastropirro finalista in quel di Lecco
Trasferta poetica in quel di Lecco per il poemusico Vincenzo Mastropirro.
La sua poesia “La tartariughe” è fra le tre finaliste del “Premio Letterario Nazionale Galbiate – edizione 2018” organizzato dalla Biblioteca Civica “Giuseppe Panzeri” a Galbiate.
Domenica 28 ottobre, presso l’Auditorium “C. Golfari” a Galbiate (Lecco), sarà proclamato il vincitore a cui sarà assegnato un premio di 1000 euro, mentre agli altri due finalisti rispettivamente 500 euro.
Le tre liriche, su 600 opere in lingua italiana e in vernacolare, sono state scelte dalla giuria composta da Piero Marelli, che ne è presidente; Marco Bellini; Ivan Fedeli; Giovanni Invernizzi; Alfredo Panetta; Marco Rota e Gianfranco Scotti.
Gli altri due finalisti sono Cristina Micelli da Basiliano (UD) con “Nel corridoio quelli col foglio in mano” e Fabrizio Bregoli da Cornate d’Adda (MB) con “Nel nome del padre”.
Nella lirica Mastropirro si identifica nella tartaruga, anelando a una riappropriazione del tempo, assecondando il respiro della Terra, lento e incessante.
La tartarìughe
Osce so fatte cume la tartarìughe/ so prevote a sto suotte, sotta-tìérre./ U fridde è cure giuste e sènza paghiure/ me so arrevegghjòte cu la manda nirue.// Sparìésce pu’ timbe ca ‘nge vole/ pe’ po’abbevìésce e sparìèsce arrète/ linde-linde cume vole la lendìézze /linde-linde cume vole u fiote.
La tartaruga
Oggi ho fatto come la tartaruga/ ho provato a star dentro, sotto terra./ Il freddo è quello giusto e senza paura/ mi sono avvolto col mantello nero.// Sparisco per il tempo che ci vuole/ per poi rinascere e svanire nuovamente/ lentamente come vuole la lentezza/ lentamente come vuole il respiro.