Religione

LA STORIA DELLA STATUA DI MARIA SS. DESOLATA

Il corteo processionale di Maria Santissima Desolata a Ruvo di Puglia ebbe inizio nel 1893, quando Priore della Confraternita Purificazione Addolorata era il Sig. Adamo Mastrorilli.

Il simulacro impiegato per la suddetta processione è lo stesso commissionato nel 1794 (data riportata sul trespolo) durante il priorato del Sig. Domenico Tambone.
Dopo 14 anni, il Priore Sig. Giuseppe Nasti, durante l’Assemblea confraternale, avvenuta il 30 Dicembre 1906, affermava che: “[…] in quanto ad un bisogno che richiede l’immagine della nostra titolare M. SS. Addolorata, che per decorso tempo si trova in un occorrente tale da non poter più funzionare a causa di lesioni che presenta la faccia e scortature alle mani e che fatta osservare da persone artistiche, hanno
consigliato di farle nuove […]”.
L’assemblea approvò la proposta del Priore.

Nel febbraio del 1907, nel libro di cassa della Confraternita viene annotata una spesa di 65,00 lire pagata all’artista Corrado Binetti di Molfetta per la nuova testa e nuove mani della statua della Desolata. L’annotazione autografa di Corrado Binetti, la si ritrova sulla spalla destra della statua.

Il simulacro è costituito da un manichino a mezzobusto, mentre la testa e le mani sono in cartapesta.

La croce venne sostituita e oggi si trova nella sede della Confraternita, mentre la croce attuale è in ferro rivestita di sughero.

La Madonna Desolata è posta da sola, ferma, ai piedi della croce senza Cristo. Dalla croce pende il bianco sudario. Il suo volto, dalla bellezza nobile e delicata, ha la bocca dischiusa e lo sguardo implorante verso il cielo, i capelli raccolti con un nodo dietro la nuca sono in cartapesta.

La scena sembra essere quella successiva alla deposizione e alla sepoltura di Cristo, quando la Madonna resta sola, nel suo silenzio e nel suo dolore di madre difronte alla morte assurda e violenta di Suo Figlio Gesù.

Il manichino è vestito in gramaglie costituite da un corpetto, gonna e sottoveste in cotone ed un ampio velo in pizzo nero. L’abito è completato da un fazzoletto in lino con pizzo che tiene nella mano sinistra e lo spadino in argento che viene conficcato,
in un’apposita fessura, in alto a sinistra.

La vestizione della statua della Desolata è un privilegio dato solo ad uno stretto gruppo di consorelle anziane ed avviene, a porte chiuse, il martedì mattina antecedente l’inizio del Solenne Settenario. Questo accade perché il simulacro è
corredato da un doppio abito, uno che ha nella sua nicchia durante tutto l’anno e l’altro quello che qui è stato appena descritto.

Particolare interesse ha il volto della Madonna il cui incarnato è d’un pallido rosa a sottolineare l’ansia per la ricerca e il dolore per la fine presagita del figlio.
Esso, che è scarno nello sguardo, è evidenziato anche dagli occhi in pasta vitrea. Al capo della Vergine è posta un’aureola in oro realizzata durante il bicentenario di fondazione della Confraternita; essa fu benedetta dal Pontefice Giovanni Paolo II nel corso dell’udienza concessa alla Confraternita. Per il corteo processionale l’aureola in oro viene sostituita da una corona in metallo prezioso con dodici stelle, donata
da una devota.

Ringrazio gli amici confratelli Michele Montaruli, Simone Salvatorelli e Lucia Di Bisceglie per aver arricchito con le loro notizie il mio bagaglio culturale.

Michele Pellicani

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