La Settimana Santa e Ruvo di Puglia nel racconto di tre musicisti alla tedesca SWR2
“Madonna Nera – Un famiglia di musicisti in Puglia” è il servizio radiofonico dell’emittente tedesca Südwestrundfunk2, a cura della giornalista Ulrike Klaussamnn, dedicato ai Minafra e quindi alla musica, dalle trine intessute col clavicembalo da Margherita Porfido, alle folli melodie della tromba di Pino e ai ludici giochi pianistici di Livio Minafra. Tra l’altro, “Madonna nera” è una composizione del Maestro Pino Minafra per banda, tellurica e gioiosa.
Ma parlare di musica con i Minafra è parlare di cibo, arte, storia e della cultura che permea le antiche pietre di Ruvo di Puglia. E la Settimana Santa, al di là della devozione che è ascritta alla sfera intima, è il periodo in cui l’arte, la musica della banda, la natura e il cibo di Ruvo di Puglia sono massimamente esaltati.
Pino confida che proprio le musiche della banda, ascoltate sin da piccolo, hanno dato vigore al suo amore innato per la musica, per la tromba e hanno contribuito anche a fornirgli risposte esistenziali. Minafra accompagna Ulrike in un percorso emozionale, legato alla sua infanzia, e storico nelle vie del centro antico ruvese.
«Qui percorriamo la Via Traiana, un’antica autostrada percorsa dai pellegrini per raggiungere Brindisi e recarsi, di lì, in Terra Santa. E qui siamo in via Pomponio, vicino al forno di Zio Peppino. In questa via sono nato io. Ricordo i profumi del pane, le voci. Mio padre era contadino ma era anche un cantante lirico – (da lui un contributo a “Tarantella di Ruvo” di Livio Minafra, ndr)».
Inoltre Pino Minafra, con orgoglio, dichiara che il suo cognome significa “Viene dall’Africa” e non è forse l’Africa culla dell’umanità, il continente degli schiavi che in America diedero vita al jazz?E non è forse dedicata al jazz e alla banda la creatura di Minafra, il “Talos Festival” per il quale si auspica quanto prima la costituzione di una Fondazione? Come ispirata all’Africa è l’Orchestra fondata da lui e da Livio: la Minafrìc Orchestra.
Minafra ha l’Africa nel sangue, ha la Puglia nel sangue. La Puglia, una regione dove il jazz ha una sua nobiltà autentica, la regione tra Balcani e Africa, aperta a tutte le contaminazioni. E avere la Puglia nel sangue, significa anche amare la terra, i suoi frutti, le viti e gli ulivi, che sono 500 nei 26mila metri quadrati di terreno che circonda la sua casa, in campagna, dove hanno provato con la Minafrìc Orchestra perché “il suono all’aria aperta è più pulito, mentre in casa è artificiale”.
Una casa particolare, quella dei Minafra, dove c’è il “salone dei barocchi” in cui Margherita Porfido suona Bach e spiega la differenza tra i “martellini” del pianoforte e i “saltarelli” del clavicembalo, lo strumento di cui si potranno ammirare splendi esemplari durante il Festival “Wanda Landowska”, giunto alla sesta edizione, che si svolgerà a Ruvo di Puglia dal 14 al 22 aprile. Un festival unico nel suo genere in Europa, che accoglie musicisti da tutto il mondo e di tutte le età. Poi si prosegue nella sala del jazz, la sala del Talos Festival, un laboratorio dove si esprimono potenzialità e si combatte la battaglia politico-culturale di rivalutare la banda, patrimonio musicale del Sud Italia.
Non mancano i ricordi sentimentali. Margherita racconta lei quando, diciassettenne e studentessa di pianoforte, incontra un capellone hippie che studia tromba al Conservatorio di Bari. E’ subito attrazione. Lei a modino e lui anticonformista e si sa che gli opposti si attraggono. Poi Livio, il dono più bello, soprattutto perché vive di musica.
«All’inizio, Livio non amava la musica perché si sentiva trascurato da me che mi occupavo di lui, naturalmente, ma dedicavo anche tanto tempo allo studio del pianoforte e del clavicembalo». Una protesta che è diventata amore, per la gioia di Pino e Margherita, perché sapevano che Livio, in fondo, amava la musica. E ad essa ha dedicato e dedica tanto studio. «Lui voleva fare il cuoco e il batterista – scherza Margherita – pensando che dietro la bravura di un percussionista non ci fossero studio intenso e dedizione». In realtà Pino e Margherita scoprono grandi potenzialità e talento nel figlio già dalla tenera età, quando suonava anche coi giocattoli.
E “stanza dei giochi” è chiamata da Livio – sposato con la danzatrice Mimma Di Vittorio che gli donato il piccolo Sol – la stanza del pianoforte, dove gli ottantotto tasti, musiche dei carillon e baby-xilofoni, giocattoli e il fischiettio di Livio danno vita a melodie sofisticate.
Nell’«antro della strega» come scherzosamente chiama Margherita la cucina, si sentono i profumi delle olive fresche fritte nell’olio di oliva, delle conserve e marmellate fatte in casa. Profumi che si sentono in ogni cucina ruvese.
Il viaggio si conclude con la narrazione del rito dello”scoppio della Quarantana”, a cui la stessa emittente tedesca dedicò un servizio televisivo.
Un racconto musicale, sensoriale ed emozionale, quello fatto dai Minafra, che ha entusiasmato i tedeschi e contribuisce a far conoscere Ruvo di Puglia, “Città d’arte”, ovunque.
(Foto © Pagina Facebook Livio Minafra)