Attualità

La ruvese Eleonora Tricarico, caposala della Rianimazione al Sant’Anna: “La lotta al Covid, il senso del dovere, la famiglia lontana”

Sul settimanale comozero.it, ampia intervista a Eleonora Tricarico, caposala della Rianimazione al Sant’Anna. L’ha citata anche il sindaco Chieco in un suo post per sottolineare il ringraziamento a quanti stanno lavorando in prima linea per affrontare il gigante Covid.19.

Il suo lavoro, al di là della cura del paziente, è il buon funzionamento del reparto. “All’inizio del mio turno devo essere certa che ci sia tutto quello che ci può servire – spiega la caposala – dai farmaci, che ci servono in grandi quantità, al personale ovviamente da sostituire in caso di assenze. Ogni giorno dobbiamo reinventarci in relazione ai bisogni di quel momento”.

Quindi aggiunge: “Il reparto di Terapia Intensiva non è mai stato per sua natura programmabile però prima era molto più prevedibile di oggi in base alle condizioni dei pazienti che avevamo ricoverati – racconta la caposala – Adesso i ritmi sono notevolmente cambiati e soffriamo un po’ il peso dei dispositivi di sicurezza da indossare ma soprattutto quello psicologico di questa situazione”.

E la sua famiglia? E’ riuscita a vederla in tutto questo trambusto? “So già che sarà molto difficile riuscire a vederla per Natale – ci confida – Così ho chiesto un weekend di permesso a fine ottobre perché era il compleanno della mia mamma e ci tenevo a farle gli auguri di persona”.

Perché il timore, anche per i propri cari, c’è. “Assolutamente, ogni giorno mi accompagna il pensiero della lontananza – racconta Eleonora – Si pensa a quello che potrebbe succedere, anche in Puglia i dati non sono confortanti. Ma non bisogna lasciarsi sopraffare bensì pensare positivo”.

Ecco il link per l’intervista integrale.

Un pensiero su “La ruvese Eleonora Tricarico, caposala della Rianimazione al Sant’Anna: “La lotta al Covid, il senso del dovere, la famiglia lontana”

  • Rino Stasi

    Ma il Sindaco è a conoscenza che ci sono altri giovani medici ed infermieri ruvesi che lottano in prima linea, contro “la bestia” ma nel territorio?
    …non credo, altrimenti raccoglierebbe loro testimonianze e li loderebbe, senza “andare” in Lombardia

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