La Russia attende Livio Minafra
Sono quaranta i musicisti che si sono iscritti alla master-class sull’improvvisazione di Livio Minafra che si terrà nella Concert Hall del famoso Conservatorio Čajkovskij di Mosca.
Il Prof. Sokolov, rettore dell’istituto russo, ha infatti invitato il pianista pugliese per il giorno 16 marzo a tenere questo insolito incontro, per un tempio accademico come il Čajkovskij.
Seguirà un concerto nel Dom Literatorov di Tarusa, il 17, per la Ismail Akhmetov Foundation in cui oltre ai consueti brani originali -che Minafra ci ha abituato ad ascoltare al pianoforte dove echi classici riverberano in un esperanto etnico e jazz – incontrerà la flautista Ekaterina Dryazzhina con la quale suoneranno brani di Bolling e dello stesso Minafra.
Chiude il minitour russo un concerto, il 18 marzo, nella capitale, nel Centro Culturale Pokrovskye Vorota dove Minafra sarà ospite del trio La Villa Barocca, con la Dryazzhina al flauto, Anna Khazanova alla voce e Anna Kuchina al clavicembalo, in un percorso dove l’improvvisazione del pugliese incontrerà autori come Purcell, Monteverdi, Sanchez, Falconieri e Satie.
Nel finale una Tarantella a firma Minafra dal sapore di milonga, per salutare il pubblico russo e rimandarlo magari a prossimi appuntamenti.
E’ la prima volta che suona in Russia?
Sì. Sono da sempre affascinato dall’Est, dalla musica balcanica fino al mondo di Stravinsky. E’ per me un onore fare una masterclass al Čajkovskij di Mosca oltre che incontrare le musiciste russe de La Villa Barocca Ekaterina Dryazzhina, Anna Khazanova e Anna Kuchina.
Come concilierà il jazz con la musica antica?
Io non suono jazz, ma il mio jazz. Amo la tradizione e, mentre la custodisco gelosamente, cerco di andare avanti col linguaggio, portandolo all’odiernità e non dimenticando dove sono nato. In questo senso l’improvvisazione ti permette di essere autentico. Tra l’altro suonare Monteverdi o una Follia di Falconieri o una Ciaccona non è altro che improvvisare e a me piace molto, in questo senso, il lascito di Trovesi come di Michel Godard che da sempre improvvisano sulla musica antica. Diciamo la verità, noi improvvisavamo prima del jazz, soltanto che poi abbiamo rinnegato la prassi improvvisativa.
Al Conservatorio Čajkovskij incontrerà ottimi studenti di musica classica che non hanno mai improvvisato. Come riuscirà a farli improvvisare?
Quando dovevo prendere la patente ero preoccupato perché non avevo mai guidato. Al che il mio istruttore di guida mi rassicurò dicendomi che avrei imparato meglio degli altri perché partivo senza difetti! Solitamente chi improvvisa lo fa per imitare questo o quel musicista. Vai dunque a spiegargli che l’improvvisazione è soggettiva e naïf…Ecco perché sono contento che ci siano strumentisti e cantanti che non hanno improvvisato mai. Darò loro dei semini che si porteranno insieme.
(Foto © Valentina Pavone)