La risposta di Biagio Mastrorilli all’ing. Caldarola sulla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione
La risposta di Biagio Mastrorilli alla lettera aperta dell’Ing. Caldarola.
La ringrazio ing. Caldarola per la sua domanda specifica. Certo è che non è facile rispondere di cosa sarà l’evoluzione di quella che personalmente ritengo una delle transizioni più rapide che io auspico avvengano in modo armonico tra cittadini, imprese e PA perché altrimenti si rischia un dannoso divario digitale e soprattutto perché questo divario potrebbe fare perdere una opportunità a agli stessi cittadini, alle imprese e alle pubbliche amministrazioni. Lei aveva fatto bene a depositare la richiesta nel 2017 perché in quei mesi il codice dell’amministrazione digitale (vigente dal 2005) aveva recepito il regolamento UE eIDAS ed è da lì che è partita concretamente a mio avviso la digitalizzazione delle PA. Le richiedo di rifarlo sin d’ora poiché ritengo che chiunque sarà il sindaco dopo queste elezioni avrà la necessità di confrontarsi con chi ha competenze specifiche in materia proprio perché si tratta di una rivoluzione che cambierà la vita di tutti cittadini, imprese e PA. Per me sono due i fattori imprescindibili da parte di un amministratore ovvero garantire l’interoperabilità delle piattaforme software e attivare servizi a portata di tutti cittadini (user friendly). Allora ben vengano gli obblighi normativi scaturiti dal PagoPA che hanno costretto in ultimo tutte le pubbliche amministrazioni a integrare i loro sistemi di incasso ma al contempo è necessario capire per i comuni come digitalizzare i dati e renderli utili a cittadini ed imprese. La vera sfida peró passa dalla semplificazione digitale degli iter amministrativi che può scaturire solo da una riforma compiuta della 241/90.Detto questo condivido in toto ing.Caldarola la sua proposta di riorganizzazione del lavoro in termini digitale e della necessità di creare un supporto alle imprese per l’accesso a tutti gli strumenti per l’innovazione. Le garantisco che all’interno della nostra proposta di istituzione di un “work center” in Zona Industriale nei primi 100 giorni c’è la volontà politica di attivare un percorso virtuoso e speriamo anche made in Ruvo legato alla gestione della transizione digitale.