LA RETTIFICA DELL’AZIENDA RUVESE: “NOI PARTE LESA, NESSUNA FALSA FATTURAZIONE”
Replica dell’azienda ruvese rispetto alla nota stampa diramata questa mattina.
L’azienda ruvese, nella qualità di cui innanzi, apprendeva da un lancio dell’agenzia di stampa “Ansa” di cronaca giudiziaria, emesso in data odierna, e dal titolo roboante «Giro di fatture false scoperto nel Barese, tre indagati», che «[…] Tre gli indagati: si tratta di un uomo di Ruvo, titolare della società specializzata nella “confezione in serie di abbigliamento esterno”, spiegano gli inquirenti, e di due cittadini di nazionalità cinese responsabili di due società cartiere con sede a Venezia. […] La società del Barese ha subito un controllo fiscale da cui è emerso, secondo quanto accertato dai militari, che nel 2016 e nel 2017 avrebbe utilizzato fatture per operazioni inesistenti per un importo complessivo di oltre 670mila euro, con relativa Iva pari a 150mila euro. Le fatture sarebbero state emesse dalle società con sede in Veneto e riconducibili ai due uomini di nazionalità cinese che così avrebbero permesso alla ditta di Ruvo non solo di evadere le tasse ma anche di vendere in nero la merce prodotta».
Da questo lancio, assolutamente non corrispondente a verità, la mia assistita ha ricevuto un grave danno d’immagine ed alla sua onorabilità, in quanto la notizia è stata ripresa da varie testate locali, le quali hanno tutte attinto dal lancio ANSA.
In realtà, né il comunicato della G.d.F., che era lanciato e riprodotto dalla testata Bariseranews
(https://bariseranews.it/2024/10/30/fatture-false-sequestro-per-147mila-a-unazienda-di-bari/), né il decreto di sequestro preventivo facevano alcuna menzione a presunte evasione delle tasse o a vendita di merce a nero. Trattasi queste ultime di chiare ed arbitrarie manipolazioni della notizia originaria, visto che non sono reati in alcun modo contestati alla società ruvese.
(immagine di repertorio).