Attualità

La rete di piste ciclopedonali a Ruvo, Procacci: “90 anni per capirne l’utilità”

La rete di piste ciclopedonali a Ruvo a cura di un residente di via Alberto Mario, Matteo Procacci.

Dopo gli interventi successivi alla realizzazione della prima parte della famosa pista ciclopedonale di via A.Mario,  le  preoccupazioni del popolo, elencate sul manifesto dell’amministrazione allegato, e’ vero, ora,  risultano davvero false anzi!!!! Il popolo bugiardo, ignorante (nel senso che ignora) e strumentalizzato dall’opposizione,  non aveva proprio immaginato che l’intelligente amministrazione, stringi di qua , allunga di qua sposta di la’ sarebbe riuscita : 

1.a realizzare  più  parcheggi di quanti ce ne fossero prima a beneficio delle attività  commerciali e dei residenti;

2. a ridurre la carreggiata  della ex via Traiana, pero’ sufficiente per far passare con attenzione le auto e addirittura a far transitare  anche i camion con alcuni  cm. di distanza  dalle   auto in sosta ;

4. a creare l’agognato  movimento molto  lento anche del traffico automobilistico su  cio’ che è  rimasto della via Traiana. Tutto ciò  grazie a  una pista ciclopedonale inutile ,come inutili saranno le prossime piste ciclopedonali  da realizzare a Ruvo partendo dall’inutilizzato , dopo due anni (!!!!),  “velocity”   presso la stazione (basta guardare attraverso la porta a vetri per capire quanti soldi pubblici sprecati) . 

Ma la convinzione della nostra amministrazione è  che la rete di  piste ciclopedonali in Ruvo

FUN..ZIO..NE…..RA’ ………………. FUN………..ZIO……….NE…….RA’……….

per sviluppare ” l’utopia urbana” con l’uso della bicicletta…… 

come teorizzato dal filosofo  Marc Auge’ ispiratore della Velocity. 

Immagino che ora l’amministrazione, stanca di tante critiche, dica:

 “E ora   basta(!!!!!) con queste sterili  lamentele …. 

La rete di piste ciclopedonali FUN………ZIO……….NE……..RA’.!!!!!!!!!!!  FUN………ZIO…….NE….RA’………..Aspettate 90 giorni e vedrete !!!! “”

Io penso che dovremo aspettare 90 anni per capirne l’utilita’, ma noi siamo ignoranti (nel senso che ignoriamo)

Matteo Procacci

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