LA PIOGGIA SI MESCOLA ALLE LACRIME DI UNA CITTA' INTERA
Piove! Diluvia!
Giorni difficili, lunghi, interminabili. Da quel maledetto 12 luglio ci si sente come svuotati, feriti, lacerati all’interno.
Al centro della luttuosa vicenda vi è uno dei simboli del nostro territorio, la Ferrovia Bari Nord, capace di segnare intere generazioni, costruire sogni, alimentare speranze e ora distruggere ventitre esistenze.
Vedi caro Antonio, sei riuscito in una serie di imprese non indifferenti. La prima su tutte quelle di riscoprire l’orgoglio di appartenenza a un territorio, a una regione spesso dagli abitanti stessi mai effettivamente apprezzate a pieno. In questi giorni in tutti noi è scattato quel meccanismo di difesa e tutela di un patrimonio ferroviario di 51 anni che è incappato nel peggiore degli incubi. Non è il momento delle accuse, dei processi. Queste sono le ore della preghiera e del silenzio, dell’abbraccio sincero e affettuoso a tutti i familiari.
La seconda impresa è stata quella di sentire dense di popolazione le nostre città: non ci siamo sentiti soli, anzi è come se avessimo costruito un ponte virtuale con tutti i pugliesi sparsi nel mondo. Erano accanto a noi, a condividere il lutto, la commozione, la disperazione. Le radici sono importanti e nessuno le dimentica, soprattutto se hai il marchio “made in Puglia” stampato nel cuore.
Saresti stato orgoglioso dei tuoi genitori, silenti, eccezionali nel vivere in maniera assolutamente personale la tragedia. Una sola lettera, poi il silenzio. Hanno voluto fortemente che il tuo viaggio terminasse a Ruvo di Puglia, nella Parrocchia di San Giacomo Apostolo, contesto in cui sei cresciuto, hai imparato a vivere.
Non si sentiranno soli, neanche quando il clamore terminerà e prenderanno diretta conoscenza della tua mancanza: hanno attorno a sè dei cari straordinari che in ogni modo si stringeranno attorno a te e al tuo fratellino.
Le colpevolezze andranno accertate, ma almeno fino a stasera l’interesse di tutti è quello di dare l’estremo saluto alle vittime e di far sentire una grande vicinanza affettiva ai familiari.
Musica e silenzio: su quest’asse è stato ricostruito il racconto della tua storia, fatta di semplicità, di gioia, di grande dinamismo. Il pallone, la tromba, i libri e i tuoi mille perchè: in ogni contesto divenivi leader, ragazzo che mostrava un’età differente da quella reale.
Siamo saliti tante volte su quel treno, rivissuto e immaginato quegli istanti, i secondi in cui nella tua testa circolava l’entusiasmo e l’energia per il ritorno a casa, prima del ritorno alla normalità, a un’estate da vivere.
Poi il nulla, un vuoto angosciante rotto solo dalle note musicali, perchè come tu stesso dicevi aiutano “a non sentire il silenzio che c’è dentro”.
Hai degli amici straordinari, capaci di anticipare le istituzioni nel momento della commemorazione, del ricordo. Hanno suonato per te, continueranno a farlo, per sentirti vicino a loro. Avevano paura che le altre vittime di queste ore sciagurate, come un colpo di spugna dimenticassero il dolore che stiamo provando.
Piove, diluvia: la pioggia si mescola alle nostre lacrime come a non far sentire il divario tra il cielo e la terra, tra le stelle e la nostra terrena dimensione.
Arrivederci Antonino, Gigante Buono!