LA NOTTE DEI RUVESI: UN FIUME UMANO PER UN MOMENTO STORICO
La luna! A svettare su una Piazza Matteotti gremita sin all’inverosimile. Un’attesa durata due anni: dalla piazza vuota alla suonata fuori da San Rocco, all’esplosione di emozioni.
Eppure quella luna che a guardarla ci dà sicurezza, nel cuore dell’Europa sa di speranza. “Mai più avevamo detto” e invece ci siamo ricaduti nel modo più cruento che la storia del mondo conosca.
Un rito collettivo che si ripete dal 1920 e che, dopo due anni di sospensione, torna a ripetersi stavolta con un tratto distintivo inconfutabile: la mascherina.
Protegge, ma non oscura la commozione negli occhi dei confratelli e delle consorelle. Del Priore che si è visto togliere da fattori esterni la possibilità di celebrare come gli “Otto Santi” avrebbero meritato il Centenario dalla loro prima uscita in Processione.
Un fiume umano che si è aperto per far passare il corteo processionale. Folla composta e silente che a suon di foto e video ha fatto sì che diventasse un rito individuale, proprio.
Poi il solito fascino al passare dinanzi alla Cattedrale, nelle viuzze del centro antico. La statua maestosa valorizzata da orchidee rosa e bianche. Tutto curato nel minimo dettaglio dalla Confraternita Opera Pia San Rocco.
La grande notte dei ruvesi, con un pensiero a chi soffre, a chi sta vivendo un Calvario e speriamo conosca la sua Pasqua.