LA NEW YORK AI TEMPI DEL COVID-19, IL RACCONTO DI GIORGIA RICCARDI
Vi immaginereste di volare oltreoceano per inseguire un sogno? Avreste la forza di lasciare tutto e rischiare? Lascereste casa, famiglia e amici per una passione che pulsa nelle vene?
Per farlo bisogna essere forti, coraggiosi e determinati.
Ecco, determinata è l’aggettivo che descrive alla perfezione Giorgia Riccardi, ruvese classe ’96, volata oltreoceano per inseguire un sogno chiamato New York.
Il continente americano è sempre stato oggetto di sogni, dai più piccoli ai più grandi: i suoi immensi grattacieli, il sentirsi “liberi” all’interno della città che “non dorme mai”.
Vi immaginereste, invece, di trovarvi a chilometri di distanza da casa in un momento in cui vi è un’emergenza sanitaria globale? Riuscite a immaginare le grandi strade di NYC deserte: da Times Square alla Grand Central, passando sul ponte di Brooklyn?
Giorgia ha deciso di raccontarci le emozioni di questi giorni, in cui New York si è “fermata” dopo essere diventata uno dei focolai della pandemia di nuovo Coronavirus.
Ci scrive: “Mi chiamo Giorgia Riccardi, cresciuta a Ruvo di Puglia col desiderio costante di volare oltreoceano, perché quella realtà mi è sempre stata stretta.
Dopo il diploma mi sono trasferita a NYC e finalmente ho sentito di essere nel posto giusto. Ho studiato per tre anni presso la rinomata scuola “The Ailey School’’, diplomandomi a maggio del 2019.
Da quel momento in poi la mia vita è nuovamente cambiata, affacciandomi al mondo professionale e facendomi interfacciare con la realtà artistica di New York City.
Dopo il diploma, il governo americano offre a studenti internazionali un visto artistico dalla durata di dodici mesi con l’obiettivo di lavorare professionalmente come artisti e poter restare per un tempo prolungato negli States.
E’ questo l’anno in cui mi ritrovo, l’anno più difficile, fatto di mille sfide, un anno in cui devi dimostrare di che stoffa sei fatto, quanto vali, per ottenere quel visto artistico tanto bramato.
Tante compagnie ormai non assumono più ballerini internazionali a causa delle difficolta burocratiche che ogni assunzione comporterebbe. Nonostante ciò, fino a questo punto, contro ogni difficoltà, ho dimostrato di potercela fare.
Ora dovrei essere lì fuori, su quei palchi, per potermi finalmente sentire viva, vivere quel sogno per cui ho tanto lottato dall’eta’ di 4 anni e poter far fruttare uno sforzo lungo un anno intero, con rinomati coreografi.
Ora avrei dovuto raccontare a mia madre tutti i miei traguardi raggiunti e gioirne insieme da una videocamera, ma lo stato di quarantena ha immobilizzato le prospettive di successi che da qui a pochi giorni si sarebbero proiettate davanti a me.
Oggi, mi fa quasi sorridere pensare al modo in cui agli occhi di uno statunitense, qualche settimana fa, la gestione del virus da parte degli italiani fosse da considerarsi eccessivamente drammatica. Del resto è questa la tipica considerazione che si ha dell’italiano medio. Eppure, a posteriori, quel tipo di atteggiamento italiano, “drammatico”, è adesso preso a modello dagli Stati Uniti. E’ difficile pensare a come poter gestire questa pandemia, qui, a New York, considerando tutte le differenze che intercorrono a livello sanitario.
Mentre ora mi ritrovo chiusa in casa, su di un divano, cercando di pianificare un futuro che nessuno ha idea di quando e come ricomincerà. Lontana dalla mia famiglia e dai miei amici più cari, nonostante tutto sono consapevole che siamo tutti tra quelle quattro mura e che ognuno di noi può vedere il mondo attraverso una finestra o da un uno schermo del telefono.
Non sono sola, non siamo soli in tutto questo. Ora più che mai, avverto quel senso di patria che mi da la forza di credere che insieme ce la faremo, agendo per un “noi” e non più per un “io”.
Vivo ogni giorno di quarantena un vortice di emozioni in cui la vita ha un’essenza diversa. Angoscia, malinconia, libertà, solidarietà ed empatia. Cerco di dare un senso ad ogni momento, a questa “pausa del mondo”, concedendomi ogni piacere e dedicandomi a ciò che ho sempre voluto fare ma che prima non rientrava nel mio “everyday life”. Intenta a correre da una metro all’altra, da un lavoro all’altro con la sola preoccupazione di dover fare tutto ciò che avevo in programma e rendere i miei genitori orgogliosi della mia carriera.
Ciò che tutti noi stiamo vivendo è qualcosa di atipico, un evento senza precedenti, una pandemia, sicuramente, ma anche un pezzo di storia che potremo un giorno raccontare. Ricominceremo ad apprezzare i valori di una volta, quelli che si costruiscono in casa, armandoci di pazienza e tanto amore.
Invito tutti voi a sfruttare ogni singolo momento, a riscoprirvi come persone, a leggere, a guardare film, o magari a dipingere, a ridere e scherzare circondati dalle persone che amate. Penso che dovremmo cercare di trarre ogni aspetto di positività da questa tragica realtà. Tutto il mondo è rinchiuso in casa, mentre lì fuori nulla accade se non cuori che smettono di battere senza poter salutare i proprio cari.
Godetevi la famiglia, abbracciate e baciate i vostri cari, voi che potete. Restate a casa e vivete appieno ogni giorno. Quando più vi capiterà di gestire i vostri giorni in un tempo “sospeso”, senza che i vostri impegni vi corrano dietro?”
Un sogno fatto di musica, danza e passione.
In fondo si sa, “New York, New York è una scommessa d’amore“.
Per sapere di più della sua vita newyorkese potete seguirla dal suo account Instagram “giorgia_riccardi“.