LA MISSIONE DI AMORE E CARITÀ DI MARIANNA, UNA GIOVANE RUVESE A LOURDES
È iniziata il 9 gennaio scorso la lodevole “missione di amore e carità” di una giovane ruvese in uno dei luoghi più mistici in assoluto al mondo: Lourdes.
Si chiama Marianna Pellegrini, la volontaria di 26 anni in Servizio Civile all’estero, che, grazie all’adesione ad un progetto Unitalsi, si propone di offrire per un anno intero: assistenza e sollievo ai fratelli che si trovano in difficoltà, ascolto, disponibilità e tanti tantissimi sorrisi.
Il suo spirito di abnegazione inizia a far capolino da giovanissima.
Poco più che tredicenne, Marianna è già attivamente impegnata nel sociale: nel ruolo di animatrice, dapprima negli oratori estivi organizzati dall’Istituto Sacro Cuore e successivamente in quelli della Cattedrale, la ragazza è un valido punto di riferimento per molti bambini e genitori.
Il tempo passa. Marianna è divenuta maggiorenne, una donna ormai, ma i suoi “grilli per la testa” rimangono quelli del passato: anno dopo anno, estate dopo estate, continua a tendere quella mano e a non smettere mai di sorridere davanti al viso meraviglioso di un bambino.
L’incontro con il mondo Unitalsi avviene proprio durante la bella stagione.
È l’estate del 2012.
Un caldo pomeriggio, uno dei tanti che Marianna trascorre con i suoi amati bambini tra canti, balli, giochi e qualche lacrima da asciugare a quella creatura più sensibile per la sberla ricevuta dal monello di turno o per quel ginocchio sbucciato che bruciava così tanto.
Inaspettatamente, le si avvicina una dama dell’Unitalsi (così si chiamano le donne che, avendo svolto con l’associazione almeno due pellegrinaggi a Lourdes o in altro luogo di preghiera, hanno ricevuto l’investitura ufficiale e possono da quel momento indossare la divisa) proponendole di partecipare ad un pellegrinaggio a Lourdes.
“La mia primissima sensazione – mi racconta la volontaria – è stata di paura. Non conoscevo l’Unitalsi e quella proposta, lì per lì, mi ha spaventata. Non sapevo che fare!” .
Qualche giorno di riflessione è stato, però, sufficiente per decidere.
Forte del fatto che con lei sarebbero partiti altri due ruvesi coinvolti nel progetto, Marianna vive un’esperienza che le si palesa indimenticabile già da subito, dal viaggio stesso. Un comunissimo treno delle Ferrovie dello Stato si trasforma per l’occasione nel c.d. “treno bianco”: una carrozza per i disabili assistiti costantemente da volontari, una per le celebrazioni eucaristiche e l’esposizione del Santissimo e le vetture per i pellegrini, rappresentano un viaggio verso la speranza.
È la sua prima bellissima missione di amore e carità.
Lourdes è un posto magico che, mettendola di fronte alla durezza della malattia delle persone, le ha fatto vedere là dove altri non vedono e sentire emozioni che non tutti riescono a provare, nemmeno dopo aver vissuto un’esistenza intera.
Ne segue, nell’estate successiva, un secondo pellegrinaggio, quello che le dà finalmente la possibilità di entrare in via ufficiale nella grande famiglia Unitalsi.
Con la “promessa dell’eccomi” del giugno 2014, Marianna diventa una dama e può finalmente indossare la divisa bianca.
È una forte emozione!
La giovane adesso non ha più alcuna incertezza, il suo iniziale timore ha lasciato il posto ad una inarrestabile voglia di “missionare”. Seguono, infatti, altri due pellegrinaggi, entrambi meravigliosi, l’ultimo a luglio scorso.
Nel frattempo, il legame con la famiglia Unitalsi di Ruvo si fa sempre più stretto. Gli ammalati apprezzano la sua mano gentile, non riescono più a fare a meno di quel contagioso sorriso.
La notizia che la sua candidatura a prestare Servizio Civile a Lourdes per un anno intero è stata accettata arriva come un fulmine a ciel sereno: per la volontaria significa la realizzazione di un sogno, per gli ammalati del suo paese è motivo di tristezza e di orgoglio insieme.
E quel “grazie”, la famiglia Unitalsi di Ruvo glielo porge nel modo più semplice possibile: una festa suggella l’abbraccio di chi negli anni ha potuto contare su di lei.
“Stare qui – mi racconta – non è come fare le fotocopie. Prestare servizio a Lourdes richiede innanzitutto una formazione e poi tanta umiltà e spirito di sacrificio“.
Fino a febbraio inoltrato, infatti, Marianna farà parte di una “classe” speciale, dodici giovanissimi accomunati dall’amore verso gli altri e verso l’Unitalsi che ha completamente cambiato la loro visione della vita. Si tratta di volontari provenienti dal centro-sud (2 pugliesi, 2 abruzzesi, 3 calabresi e 5 siciliani) che, dopo la necessaria formazione, avranno la destinazione definitiva che li vedrà impegnati in ospedale, nell’accompagnamento al Santuario, all’accoglienza.
“Da questa esperienza mi aspetto tanto. Voglio crescere imparando a contare sulle mie forze, voglio regalare sorrisi a chi ha bisogno e perché no, mi aspetto anche qualche punto in più sul curriculum“.