LA MAGIA MUSICALE DEI DEPECHE MODE. IL RACCONTO DI CHI HA VISSUTO GRANDI EMOZIONI ALL’OLIMPICO
Spazio estivo dedicato alla musica e non può essere altrimenti quando in ballo ci sono grandi eventi e concerti destinati a lasciare il segno. Dai grandi gruppi alle band locali il tragitto vedrà ruvesi.it protagonista di una serie di racconti di chi ha la musica nel sangue.
Cominciamo con il racconto di Domenico Paparella che ha vissuto dal vivo e sulle tribune dell’Olimpico il concerto romano dei Depeche Mode.
Prima delle tre date estive del Global Spirit Tour, dedicati all ‘ultimo album Spirit della band di Basildon, Depeche Mode. Una delle poche band che ha segnato il destino del pop-rock elettronico degli anni ’80.E’ una Domenica caldissima già dalle prime ore del mattino, io con la mia metà usciamo di casa e ci dirigiamo verso il museo Jatta, luogo di partenza del bus che ci lascierà al Foro Italico nei pressi dello stadio Olimpico di Roma.Siamo una trentina circa in quel pullman tra giovanissimi e meno giovani, le colonne sonore del viaggio ovviamente sono a cura dei DM(velocemente denominati Depeche Mode), ma non solo, perché è la passione della musica in generale a far viaggiare 30 persone in una Domenica di caldo afoso..Ci siamo l’orologio del bus segna le 15 ed una manciata di minuti.Io con mia moglie Rosa, i cari cugini e Giandomenico, Daniele, Tommaso,Gianpaolo ed altri scendiamo alla fermata dell’università del Foro Italico.Lo stadio è a due passi e i cancelli apriranno alle 16.00 circa..per piaceri diversi ci dividiamo a gruppi, segnamo la posizione per il ritorno e ogni gruppetto inganna l’attesa come meglio può: rifocillandosi con un gelato, mangiando qualcosa o approffitando per rilassarsi prima di entrare..Io, Rosa e i suoi cugini Gianni, Mino e Pina giriamo intorno al foro Italico ammirando l’obelisco dedicato a Mussolini e scherzando e ridendo fra noi ci avviciniamo ai cancelli del prato nord (zona destinata dai tickets acquistati). Superiamo 4 controlli della sicurezza dove peraltro, nell’ultimo ci divido, uomini dalle donne, vietati grossi zaini, bottiglie solo plastica senza tappi, no videocamera, macchine fotografiche, aste selfie e tutto ciò che può essere oggetto pericoloso. La tensione ai controlli è tanta e il silenzio e la buona educazione nell’entrare nell’Olimpico è grandiosa.I controlli per eventuali attacchi terroristici ci sono ma non sono invadenti più di tanto. OK siamo dentro e sono le 17,00 circa…mancano quattro ore all’inizio del concerto di Dave e i suoi, il sole è cocente e noi siamo ad una 50 metri dal palco, sul centro del prato, ben protetto, dell’Olimpico.Ci sediamo su questa enorme distesa di plastica protettiva e chiacchieriamo un pò sul concerto e sui brani di scaletta. Le bottigliette d’acqua saranno nostre amiche fino alle 21.00.Cala finalmente la sera, la musica di fondo si fa più forte e dopo un po’ compare una band di inizio serata. Gli Algieris, cominciano a riscaldare gli animi con il loro genere elettro rock,è una band che non ho mai seguito ma i suoi pezzi sono carichi di suoni distorti e possenti.Il frontman ha una voce potente e il loro lavoro di risvegliare gli spettatori assopiti dal caldo, funziona. Ci siamo, si intonano alcune note di Revolution dei Beatles, un piccolo omaggio dei DM alla storica band e il concerto inizia con Going Backwards, sullo sfondo un maxischermo centrale dai più svariati colori..Dave Gahan, frontman dei DM è in forma e con le sue movenze sinuose e accattivanti accende i 53 mila spettatori. Si susseguono, successi vecchi e nuovi che segnano i 37 anni di carriera della band.Molti i brani del nuovo album Spirit, ed oltre al primo c’è So much love e la mitica Where’s the revolution dove Gahan incita i popoli a svegliarsi ed a reagire a coloro che incatenano le nostre convinzioni e i nostri “credo” e i nostri diritti,con una sorta di rivoluzione e con un ritornello: “il treno sta arrivando, tutti in carrozza”. Non mancano momenti di tenerezza con “Home” e “Somebody” quest’ultimo, dedicato alla ricerca dell’anima gemella. Ma lo stadio s’infuoca con lo storico “Everything counts” icona dei primi pezzi di pop elettronica e la grandissima Enjoy the silence dove Martin Gore alla chitarra regala l’emozione di una canzone passata alla storia.Interessante la cover di Heroes di Bowie dove Dave e I suoi si reinventano il brano senza mai perdere di vista il suo senso, il suo spirito, dal quale prende il nome l’ultimo album:We can be heroes forever and ever, we can be heroes just for one day(Heroes D.Bowie)I nostri “eroi” elettro pop rock si congedano con un altro storico pezzo “Personal Jesus” e gli spettatori non sentono più stanchezza ma chiedono di più,intonando “I just can’t get enough” ma ormai le luci si sono spente e i DM hanno regalato fin troppo emozioni e suoni spettacolari con lo sfondo di immagini curate da Anton Corbijn, gran regista che ha realizzato videoclips anche per la mitica band di Dublino, U2.