LA LEZIONE DI FELICITA’ DI SIMONA ATZORI AL LICEO “O. TEDONE”
“Io non c’ero una volta. Io ci sono adesso. E la mia non è una favola, è uno spettacolo di vita. Amo l’arte perché mi consente di comunicare direttamente, sotto il filo della coscienza, di accedere al linguaggio della pelle d’oca, della pancia, delle strette allo stomaco, delle lacrime e del sorriso. Quel linguaggio è come un abbraccio: universale”.
Inizia così la lezione sulla felicità di Simona Atzori agli studenti del Liceo Tedone.
Simona è una creatura con i piedi in questa terra e le braccia nell’Universo. Sono rimaste lì, per qualche strano gioco della vita, nessuno strappo alla carne causato da incidenti o traumi ma un dono cristiano di sofferenza che porta a qualcosa di altissimo, a quella felicità assoluta che le ha concesso di scoprire i suoi talenti e di donarle serenità.
“Non sono un paio di braccia a potermi fermare: io ho qualcosa dentro che voglio raccontare, ognuno di voi ha qualcosa da raccontare perché ognuno è speciale, ognuno è unico, ognuno ha un sogno che deve inseguire, afferrare, mordere, perché è nel sogno che riusciamo ad essere autentici, ad essere unici, ad essere felici. I nostri sogni, le nostre passioni – ha raccontato Simona Atzori ad una platea gremita e silenziosa di docenti e studenti del Liceo e delle Scuole Secondarie di primo grado di Ruvo, Terlizzi e Corato – sono scintille che ognuno di noi si porta dentro. Basta solo crederci intensamente, imparando ad ascoltarsi, senza tradirsi o vergognarsi, piuttosto cercando la bellezza nella propria individualità”. Basta solo assomigliare a se stessi, accettarsi e donarsi agli altri tenendo vivi i propri sogni, rendendo felici e contagiando di felicità chi ci sta intorno.
Simona ha reinventato, nella sua appassionata lezione, un alfabeto della parola e dello sguardo. “Quello che ferisce è lo sguardo che sottrae, è lo sguardo dell’indifferenza, che non dona, che non cura, che evidenzia i limiti, li amplifica, ma i limiti molto spesso non sono reali, esistono solo negli occhi di chi ci guarda: sta a noi non farli diventare nostri”.
Simona ha semplicemente pensato a tutto quello che ha e non a quello che le manca, perché non le manca nulla. Ogni dono ricevuto è ricchezza, come il talento per l’arte della pittura e della danza, prerogativa, questa, dei veri angeli, creature che hanno le ali invisibili e possono fare a meno delle braccia.
Quelle stesse ali dei tanti giovani dell’ Associazione “Ala di riserva”, partner del Liceo Tedone nell’organizzazione dell’evento, nato con l’intento di celebrare la giornata internazionale delle persone con disabilità, che oggi si sono librate in volo nella musica e nel canto, nella profonda consapevolezza, come ha ricordato il dirigente scolastico del Liceo Tedone, prof.ssa Domenica Loiudice, citando il nostro amato Vescovo don Tonino Bello, “che gli uomini sono angeli con un’ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati”. Ed è questa la mission del Liceo Tedone che crede profondamente nella sua capacità di essere inclusiva e di arricchirsi attraverso la diversità, il confronto con l’altro, realizzando una dimensione di accoglienza continua, di comunicazione e di dialogo, in grado di rispondere, anche con metodologie didattiche innovative e con la diversificazione delle strategie didattiche, agli svantaggi di apprendimento, ai bisogni educativi speciali e alle diversabilità.
Incontrare Simona Atzori, a sedici anni, a scuola, in una mattina d’inverno, ascoltare la sua storia con l’invito a vivere la vita con passione, ad affrontare i propri limiti, accettandoli, superandoli, per farne un’opportunità di bellezza, è stato un dono prezioso.
Uno stato di grazia, una benedizione sacra, una felicità metafisica, la lezione di Simona Atzori agli studenti del Liceo Tedone.
Simona è un’eterna farfalla che danza leggera sfidando ogni legge fisica. La sua vita è poesia pura. Le sue mani sono i sorrisi, le sue braccia la danza.
Prof.ssa Rosanna Pellegrini