LA LETTERA DEL DIRIGENTE SCOLASTICO AGLI STUDENTI DEL “TEDONE”
La lettera del dirigente scolastico, professoressa Domenica Loiudice, del Liceo Scientifico “O. Tedone” ai suoi studenti.
Carissimi ragazzi,
immersa in questa lentezza strana, in questi silenzi surreali che avvolgono i corridoi del nostro Liceo il mio pensiero è a voi.
In questo tempo sospeso che ci coglie impreparati, increduli e incapaci di risposte il mio pensiero è a voi che, per la prima volta nella vostra vita, state sperimentando la crisi di una collettività, di una nazione impegnata ad attraversare un momento estremamente impegnativo e difficile.
“Senza imprudenze ma senza allarmismi, possiamo e dobbiamo aver fiducia nelle capacità e nelle risorse di cui disponiamo” ci ha esortati il nostro Presidente Sergio Mattarella.
Nella vita ci sono momenti di crisi e di sofferenza che bisogna saper affrontare perché al tempo stesso offrono l’opportunità di conoscere e, quindi, di cambiare e di evolvere. La crisi, infatti, intesa nel suo senso letterale, come cambiamento improvviso, ci ha costretti come scuola a ripensare alle nostre lezioni adottando le nuove tecnologie, così vicine a voi nativi digitali, per la didattica a distanza.
La crisi sta offrendo alla nostra scuola l’opportunità di entrare nel terzo millennio, ponendoci nuove sfide, nuovi traguardi da raggiungere con l’umiltà di formarci per apprendere e studiare strumenti didattici innovativi, sebbene sia profondamente convinta che la didattica debba fondarsi essenzialmente sulle relazioni e sull’empatia. Insegnare, infatti, non significa “buttare dentro”, caricare materiali su una piattaforma, trasmettere nozioni, ma significa essenzialmente “tirar fuori”, far partorire curiosità, accendere idee e passioni, innescare domande, far nascere dubbi. E questo può avvenire solo in classe, tra i banchi, nei corridoi, con la cura dello sguardo e di uno scambio emotivo.
La distanza fisica, allora, deve divenire per noi nuova opportunità di avvicinamento in una comunicazione costruttiva: non sarà una nozione in meno a rendervi meno competenti, ma l’emergenza che stiamo vivendo può tradursi per voi studenti, ma anche per noi adulti, in un’occasione preziosa per apprendere una grande lezione, quella del rispetto delle regole, dell’assunzione della responsabilità individuale che è fondamentale per la convivenza civile!
Vi invito a non vivere le situazioni incerte come se non vi riguardassero, ma ad assumere comportamenti corretti che abbiano cura e rispetto delle fasce più deboli, degli anziani, di coloro che scatenano di più la nostra indifferenza: tutti siamo chiamati alla responsabilità collettiva. Questa è la grande vera rivoluzione civile che dovete e dobbiamo attuare, questa la più grande lezione di cittadinanza che dobbiamo apprendere in questi giorni di emergenza sanitaria.
Questo si traduce per voi nel comprendere che questo tempo sospeso non deve essere vissuto come un tempo vuoto, una vacanza, trascinati dall’euforia di ritrovarvi insieme, in luoghi chiusi, affollando bar e luoghi di ritrovo. Piuttosto deve insegnarvi a dare valore e senso al tempo, a coltivarlo, leggendo, studiando, imparando, appassionandovi.
Senza paura, senza allarmismi, perché la paura si combatte con le idee e le passioni.
Vi lascio con le parole del grande fisico e professore universitario Orazio Tedone a cui il nostro Liceo è dedicato:
“Dopo aver adempiuto scrupolosamente ai tuoi doveri
nel tempo che ti avanzerà, e te ne potrà avanzare
se sarai di buona volontà,
leggi qualche libro, studia,
impara sempre quello che puoi
quanto più puoi.
Il giorno più bello della mia vita sarà quello
in cui io potrò salutarti di assai migliore di me”