LA GERMANIA DIMENTICA…
Riceviamo e pubblichiamo nota di Mauro Ceglie – Consigliere ANCE/Confindustria Bari-Bat.
Quando a novembre del 2019 si sono susseguite le numerose manifestazioni per celebrare il trentennale della caduta del muro di Berlino, avrei voluto condividere con i lettori di RUVESI.IT il mio personale pensiero su ciò che quell’evento ha rappresentato per la storia contemporanea di noi cittadini europei.
Attraversiamo un momento inaspettato e di difficile decifrabilità delle dinamiche sanitarie ed economiche che da esso conseguono. Stiamo vivendo un tempo che nella straordinaria preghiera di venerdì sera, , il Santo Padre non ha esitato a definire “inaspettato” e nel quale ci siamo ritrovati tutti impauriti e smarriti nel mezzo di una tempesta.
Poco dopo, il nostro Presidente della Repubblica Mattarella, ha esortato l’Europa ad adottare un comportamento più consono alla drammaticità di quanto stiamo vivendo affinchè tutti comprendano appieno, prima che sia troppo tardi, la gravità della minaccia per l’Europa. La solidarietà non è soltanto richiesta dai valori dell’Unione, ma è anche nel comune interesse.
Interventi così profetici, lungimiranti ed autorevoli si contrappongono a chi invece, assume atteggiamenti estremamente egoistici, irriverenti e irrispettosi nei confronti della nostra nazione.
Proprio per questi motivi, come cittadino italiano e come responsabile d’impresa, pongo all’attenzione dei lettori alcune riflessioni scaturite a seguito delle ultime affermazioni provenienti proprio da quella Germania che tanto è stata aiutata dalla comunità europea e dall’occidente in generale e a seguito anche della gara di solidarietà nei confronti dell’Italia scattata tra molti stati, anche extra europei. Basti vedere l’ultimo commovente gesto dei fratelli albanesi, che ha seguito di poco quello della grande Cina.
La Germania, al contrario di altri, dimostra di avere la memoria molto corta. Infatti non ricorda che pur essendosi resa responsabile di ben due conflitti mondiali, con i noti disastrosi esiti umani ed economici, ha ottenuto dalla comunità occidentale il condono del 50% dei debiti di guerra.
Non ricorda neppure che, grazie alla comunità europea e quindi grazie anche all’Italia, è riuscita a colmare il proprio divario interno quando ha annesso la ex Germania dell’EST.
Per non parlare del sacrificio delle imprese edili italiane (molte delle quali baresi), che mosse dalla crisi determinatasi dal dopo tangentopoli nella prima metà degli anni 90, hanno contribuito alla ricostruzione ed ammodernamento dell’allora fatiscente patrimonio immobiliare dell’ex Germania dell’Est. All’epoca, le immobiliari tedesche che appaltavano alle imprese italiane quelle opere, erano solite risolvere i contratti in corso d’opera per futili motivi avvalendosi di una legislazione a loro molto favorevole che le consentiva il sequestro di mezzi d’opera, attrezzi e materiali (per fortuna non era previsto tale trattamento anche per i lavoratori), riducendo le stesse malcapitate al collasso.
Sono un europeista convinto, ma sono troppe le cose che la Germania dimentica. Peggio sarebbe se le dimenticassimo anche noi!
Auspico che la delicatissima situazione determinatasi a causa della pandemia, possa indurre le menti più illuminate tra i governanti europei, ad adottare tutte le soluzioni a salvaguardia dell’immenso patrimonio economico costituito dalle micro, piccole e medie imprese, da sempre elemento trainante dell’economia reale.