LA FORZA DI UN PROCESSO DIVENUTO TUTTO RUVESE
Ho atteso che la città si rintanasse nelle proprie dimore per cominciare un percorso individuale in questa città meravigliosa. Di notte Ruvo di Puglia offre le sfaccettature migliori e un equilibrio differente rispetto al caos mattutino.
Qualche ore prima, l’inaugurazione di “Luci e Suoni d’artista” con l’invasione di ruvesi per le strade, il boom mediatico regionale, la gioia di chi è stato protagonista di questo processo di trasformazione del tradizionale.
Mi hanno raccontato della presenza di forestieri, di gente venuta a Ruvo di Puglia per ammirare tutto questo. Basterebbero queste righe per promuovere un’idea giunta all’anno due. Stavolta in maniera incondizionata e più matura.
Promosso il processo, perchè ha ricreato il “priscio” in varie fasce d’età. Un’attenzione concreta al sociale e al mettere insieme ragazzi, giovani, amanti delle creazioni, tutti insieme per far di Ruvo di Puglia un attrattore turistico ancor più forte. E credo che questo aspetto vada posto in alto, al di là del significato soggettivo da dare a questo percorso luminoso.
La lezione derivante dal processo è che insieme si può. Frase scontata, banale, ma va rimarcata perchè siamo a Ruvo di Puglia e se riflettete attentamente, vi accorgerete la grande potenza di questi laboratori: hanno fatto “bingo”, laddove altri hanno fallito. Se per anni abbiamo litigato per un filo di luci tradizionali (e in alcune strade continuiamo a farlo tutt’ora) per creare il clima giusto natalizio, “Luci d’artista” ha messo tutti insieme, a seconda delle proprie capacità, per divenire protagonisti di un sogno da realizzare.
Poi c’è la complessità di quello che è stato realizzato. Ci sono elementi molto ben costruiti e studiati che rendono tutto ancor più scenico e spettacolare. In questa spettacolarizzazione che diviene totale, ognuno ci dia il significato che vuole. Vero è che tutto è soggettivo e che questi elementi luminosi non possono restare slegati dalle linee guida dettate dai progettisti. Ognuno di noi lo respinga se non trova una base cattolica, lo faccia proprio se il viaggio individuale e mentale sollecitato lo ha portato per un attimo a sentirsi vivo.
Il significato del progetto crei un dibattito onesto che non porti a sentenze austere e definitive, ma soprattutto non abbia l’effetto di dividerci. Non ne sentiamo la necessità, soprattutto a Natale. Di sicuro una base cattolica quanto meno il processo ce l’ha. Vi ricorderete quello che accadeva all’Istituto Sacro Cuore anni addietro, con genitori, nonni e bambini, uniti dalla volontà di arrivare a creare qualcosa di concreto per accogliere e rendere festoso l’istituto durante il Natale, con la preparazione delle recite e altro. Quindi come vedete lo spirito che ci guida è sempre quello da tempo: fare in modo che chi giunge a Ruvo di Puglia sia accolto nei migliori dei modi.
Attenzione: con questo processo di certo non si dimenticano i problemi o altro. Ma aiuta a infondere una pagina migliore di noi nel mondo. Nessuno dimentichi quanto sia importante la sicurezza della nostra città o altri temi spinosi della nostra Ruvo. E se poi tutto deve essere racchiuso in cifre e discusso da un punto di vista economico, allora per “giudicare” il progetto dobbiamo aspettare il 7 gennaio, giorno in cui chiederemo ai commercianti in primis “che impatto avrà avuto “luci e suoni d’artista” sugli incassi natalizi”? A quel punto capiremo l’utilità concreta di realizzare un progetto del genere a quei costi, a discapito di altre situazioni.
La forza di “Luci e suoni d’artista” sta nel fatto di aver messo insieme le eccellenze del nostro paese. La serata vissuta ieri sera resterà di sicuro tra le pagine più belle della nostra città. Un artista che vive al di sopra delle vertigini e delle altezze scalate, ha trovato la concretizzazione del suo equilibrio nella realizzazione di un sogno che cullava da bambino. Danzare dinnanzi alla Cattedrale per Nico Gattullo era uno dei messaggi scritti da anni a “Babbo Natale”, un ragazzo con la valigia in mano fatta di sacrifici e forza di volontà, apprezzato alla Fenice di Venezia o in giro per il mondo, che quella Cattedrale romanica l’aveva sempre sognata. Dopo la prima esibizione a Ruvo di Puglia nel 2015, adesso lui e la sua arte sono entrati in simbiosi in maniera assai speciale. Come l’empatia che Livio Minafra sente dentro e passando da Piazzetta Fiume la sua “melodia” sarà un’iniezione in più a credere nei sogni da realizzare.
E in questo percorso individuale il fascino del Natale, malgrado voglia di festeggiarlo, quest’anno, tu non ne abbia molta, lo trovi nei mercatini curati da “RuvoLab”, altro esempio di come la creatività può trovare applicazioni concrete e particolari.
La grandezza dell’albero dell’A.P.O., l’eleganza delle sue luci e del suo contesto indica l’importanza della prevenzione, con i volontari dell’associazione che sotto voce e tutto l’anno si dedicano al prossimo. Senza selfie o spettacolarizzazione di quello che dovrebbe essere normalità, basta l’imponenza di un albero per indicare la strada da percorrere.
Ce n’è per tutti i gusti, anche gli sportivi hanno il loro punto di riferimento: il Cedro Deodara di Piazza Bovio allestito a festa con grande sforzo dell’Associazione “A. Fortunato” Juventus Club Doc e dei commercianti che hanno sostenuto l’iniziativa. La tradizione che trova il suo punto fermo accanto al Museo Jatta.
Citazione particolare, la meritano i commercianti di corso G. Jatta, capaci di mettersi insieme per allestire la propria strada e coccolare coloro che si recheranno a fare lo shopping natalizio. Una suggestiva visione di come con eleganza e poche risorse, ma con la volontà di smuovere la normalità tutto si può ottenere.
Buon viaggio a tutti e grazie a tutti coloro che si sono spesi per la concretizzazione di un progetto per la nostra città.