La formazione per diventare dirigente di enti pubblici o privati

Diventare dirigente di enti pubblici e privati richiede un percorso importante, sia a livello formativo sia a livello di esperienza. Si parte sicuramente dal percorso accademico, nel quale la laurea magistrale in scienze politiche rappresenta la scelta più consigliata. Consente infatti di conseguire le competenze giuste per potersi muovere con facilità nella gestione delle dinamiche politiche che regolano gli uffici pubblici e privati e curare con attenzione i rapporti con l’esterno, compresi quelli internazionali.

La laurea si può conseguire anche in modalità telematica, una tipologia di formazione che sta conoscendo negli ultimi anni una crescita costante, grazie alla possibilità di poter studiare da remoto, lasciando maggiore spazio all’organizzazione della vita privata. Sono 11 le università riconosciute dal Miur, come Unicusano, che propongono corsi di laurea su piattaforme di e-learning. La formazione universitaria costituisce il primo passaggio della carriera dirigenziale. Ad essa vanno poi associate specializzazioni e attitudini.

Formazione continua
Un dirigente non si ferma mai a livello formativo. Come tutti i professionisti, ha bisogno di aggiornarsi sulle novità che riguardano il suo settore e, dopo la laurea, conseguire anche master e corsi di specializzazione specifici, in base all’ambito nel quale si decide di lavorare. Se ad esempio si curano le relazioni internazionali di un’azienda o di un ufficio pubblico, è importante conoscere almeno due lingue straniere, come l’inglese, che è la lingua commerciale di tutto il pianeta, e il francese, che è la lingua della diplomazia.

Se invece si svolgono spesso presentazioni pubbliche, è fondamentale fare un corso di pubblic speaking e anche di dizione, aspetti che aiutano nella promozione dell’immagine dell’azienda che si rappresenta.

Un altro ambito nel quale restare sempre aggiornati, è quello normativo. Soprattutto per chi lavora nella pubblica amministrazione, è fondamentale conoscere le ultime modifiche alle leggi, sia per offrire un servizio migliore al cittadino sia per cogliere le opportunità legate alle evoluzioni legislative.

Attitudini personali
Per svolgere ruoli dirigenziali è anche importante avere delle attitudini naturali e coltivarle nel tempo: aiutano a svolgere il lavoro con maggiore tranquillità. Una delle qualità fondamentali è la vocazione alla leadership. Un bravo dirigente è in grado di organizzare un team, progettare nuovi lavori e stabilire obiettivi. Deve avere il coraggio di prendersi delle responsabilità e di rischiare quando è il caso.
Durante il lockdown, con molti dipendenti in smart working, la leadership dei dirigenti si è dovuta adattare alla nuova situazione, escogitando nuove metodologie organizzative e lavorando con una strategia di valutazione delle performance. Tutta questa situazione è stata un banco di prova importante, che avrà delle ricadute sulla gestione futura del lavoro. Bisogna inoltre avere una propensione a lavorare sotto stress. I dirigenti devono rispettare scadenze e obiettivi, pertanto lavorano in situazioni che richiedono attenzione massima e tempistiche stringenti. Mantenere la calma e affrontare la pressione esterna con tranquillità è un’attitudine da coltivare nel tempo. Ci sono molti dirigenti infatti che si affidano a life coach o psicologi per curare il proprio benessere e riuscire ad affrontare le situazioni stressanti: è questa una grande prova di maturità, perché il benessere mentale del dirigente ricade in maniera positiva su tutto il team, che lavora in maniera più serena.