LA CITTA’ ETERNA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS, IL RACCONTO DELLA RUVESE SERENA SCARDIGNO
E’ una capitale spenta, vuota e tremendamente silenziosa quella che traspare dalle parole di Serena Scardigno, nostra concittadina, trasferitasi l’anno scorso in quel di Roma e lì rimasta ad affrontare questo periodo difficile per la nostra nazione in cui tutti siamo chiamati ad un grande senso di responsabilità.
Anche Serena, come tanti altri, ha dovuto scegliere se prendere il primo autobus disponibile per tornare nella sua terra e tra i suoi affetti o rimanere nella capitale: “Sarei dovuta arrivare in Puglia nel prossimo weekend, avevo già prenotato da parecchio tempo il biglietto. Tuttavia, prima ancora che fosse emanato il Decreto da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri, con le relative limitazioni atte a contrastare il diffondersi del virus, avevo deciso di rimanere qui a Roma. Una scelta senz’altro difficile per me, specie dopo la partenze delle mie coinquiline, ma assolutamente indispensabile. Non volevo in alcun modo arrecare ulteriori disagi alla mia terra, alla mia famiglia e soprattutto a mia nonna. In verità, avrebbero dovuto raggiungermi mia mamma e mio fratello, ma dopo la sottoscrizione del suddetto decreto anche questo non è stato più possibile. Tuttavia, non sono assolutamente pentita della mia scelta, tornassi indietro la rifarei. Seguire le direttive imposte dalle Istituzioni è l’unico modo che abbiamo per far cessare il prima possibile questa inaspettata situazione. Sono certa che se tutti seguiamo le regole presto si risolverà tutto e potrò finalmente tornare a Ruvo per abbracciare tutti con il calore e la gioia che ci contraddistingue”.
Serena ha anche voluto condividere la sensazione surreale che prova mentre attraversa la città eterna per recarsi a lavoro: “Giorno dopo giorno la città si spegne, c’è un silenzio assordante che mi fa paura. Sono abituata a viaggiare in metropolitana negli orari di più affluenza e vederla vuota mi fa percepire ancora di più la gravità del momento che stiamo attraversando. Lavorando presso un istituto bancario e assicurativo non ho possibilità di lavorare da casa e, come tante altre persone, devo necessariamente prendere dei mezzi di trasporto per raggiungere la sede di lavoro. Quello che mi fa più riflettere è il modo in cui guardiamo gli altri con occhi terrorizzati e increduli per quello che sta avvenendo. Col volto coperto dalle mascherine e con le mani nei guanti cerchiamo di stare il più lontano possibile gli uni dagli altri. In metropolitano ci sediamo facendo tutti attenzione a lasciare almeno due sedili vuoti, oppure restiamo in piedi e di spalle.”
“Da giorni – prosegue – non mi addormento più con il rumore delle auto che sfrecciano, con le chiacchiere dei ragazzi al bar di sotto la mia abitazione… è tutto così incredibilmente strano che a volte mi sembra di essermi trasferita in un altra città! Per quanto possa aver detestato nei mesi passati il traffico, il caos e lo stress che comporta vivere in una città come Roma prego affinché tutto possa tornare come prima nel più breve tempo possibile. Voglio tornare a vivere la mia quotidianità frenetica, a rincasare nervosa e stressata, ma non terrorizzata!
“Sono certa – conclude Serena – che se tutti rispettiamo le direttive imposte usciremo presto da questa situazione surreale.”