LA CGIL RUVO: “E’ ORA CHE I LAVORATORI TORNINO A FAR FESTA”
Come da tradizione ruvese, da immemore data, (forse 1945) anche quest’anno i ruvesi hanno dato il via ai festeggiamenti per il 1 maggio alle ore 5.30 presso la pineta comunale.
Tradizione unica in Italia, quella dell’attesa per il sorgere del sole con le note dell’internazionale, suonate dalla banda Basilio Giandonato città di Ruvo di Puglia. Metafora del sole dell’avvenire che illuminerà i popoli nel cambiamento. Tutta la natura è in attesa, con un pò di timore che si ripete il miracolo del nuovo giorno, una stella che dà la vita e con i suoi raggi la riscalda: ecco il nuovo giorno, un nuovo punto di partenza senza mai dimenticare quello che è stato. Il 1º maggio 1886, i sindacati organizzarono a Chicago uno sciopero per rivendicare la giornata lavorativa di otto ore. Il 4 maggio lo scoppio di una bomba durante una manifestazione in seguito a quell’agitazione provocò la morte di molti poliziotti e manifestanti. L’11 novembre 1887, sempre a Chicago, furono impiccati dodici uomini, sindacalisti e operai, che avevano organizzato lo sciopero del 1° maggio 1886. Si lavorava in condizioni precarie anche 16 ore al giorno, spesso sei o sette giorni alla settimana. Il primo maggio è stato scritto a livello internazionale con il sangue degli operai.
Nel corso del tempo si è provato e si continua a provare, a ridimensionare il significato di questo giorno. Il primo maggio è un momento per riflettere e riscoprire l’importanza del lavoro quale elemento di crescita non solo professionale della persona , ma come strumento di coesione sociale.
“Il primo maggio – fanno sapere dalla CGIL Ruvo – ha la prosecuzione di una battaglia per avere un lavoro regolato, con diritti e doveri. Senza i voucher che toglievano la dignità ai lavoratori e con le regole giuste sugli appalti, si può affermare che oggi abbiamo un Paese migliore rispetto a ieri. Questo rappresenta un primo, importante risultato, ora la sfida per i diritti continua ed è la Carta dei diritti universali del lavoro. Il 6 maggio è il prossimo appuntamento di mobilitazione a Roma. La festa del lavoro, giorno importantissimo per le lavoratrici e i lavoratori, deve servire a riflettere, a cercare, a decifrare nelle pieghe del nostro presente. Dopo anni molto duri, stiamo cercando di ripartire, e dobbiamo essere coscienti che il primo indicatore che ci dirà se è arrivata veramente l’alba di un nuovo giorno sarà la capacità di tornare a generare lavoro per tutti, prima di tutto per i giovani“.
“Se un Paese – proseguono – non riesce a occupare i giovani, che sono la sua parte migliore e creativa, produce due danni molto gravi: perde l’energia più potente che possiede e priva il suo presente migliore e il suo futuro della possibilità di fiorire. Troppi lavoratori hanno perso e stanno perdendo in questi anni difficili il loro Primo Maggio. È ora che tornino a far festa“.