LA C.A.S.A. "DON TONINO BELLO" HA CELEBRATO IL 31° ANNIVERSARIO: "EVIDENTI DIFFICOLTA' MATERIALI E SPIRITUALI DEL CENTRO"
Nella giornata dell’Immacolata Concezione, alle ore 10.30 con una messa celebrata da Mons. Ignazio de Gioia la Comunità C.A.S.A. ha celebrato il suo trentunesimo anniversario dalla nascita.
Il ricordo di quell’8 dicembre 1984, punto di partenza di una meravigliosa avventura caparbiamente voluta dal Fondatore, nella delicata ricorrenza di quest’anno deve essere di guida e fonte di speranza per il “sostegno agli ultimi”. Un anno segnato dal passaggio di tre presenze importanti che sono venute a mancare, può indurre allo sconforto ed al disorientamento rispetto al compito da ognuno svolto all’interno della Comunità. L’avv. Peppino De Zio, per tanti anni guida insostituibile della CASA per l’amministrazione ed ogni rapporto interno ed esterno, Mons. Luigi Martella, vescovo della Diocesi e presidente dell’Associazione per 15 anni, con il compito di proseguire nella volontà di portare avanti un progetto sociale e spirituale, Mons. Mimmo Amato, amministratore diocesano che ha guidato per tre mesi la CASA della quale si era interessato per ogni particolare fin dall’avvio dell’attività, sono venuti a mancare quasi insieme procurando smarrimento e sconcerto a chi opera per il recupero umano e spirituale. Un percorso difficile, irto di ostacoli e passaggi delicati, che sembrano voler sfidare ogni sforzo di impegno duraturo, che richiede una sicura guida e la volontà di andare avanti nel corso degli anni.
La disponibilità e sensibilità del nuovo Presidente Mons. Ignazio de Gioia, nominato amministratore diocesano subito dopo la scomparsa di Mons. Mimmo Amato e subentrato anche nella direzione della CASA, hanno commosso per la sua attenzione riservata alla Comunità, ma ha anche rimarcato quanto possa essere difficile per il nuovo presidente assumere il ruolo di guida amministrativa di una realtà complessa e delicata, in evidente difficoltà di risorse materiali e spirituali. Dalla Comunità C.A.S.A. fanno sapere che “la sua presenza sarà orientata al sostegno morale, garantendo costantemente l’attenzione per i bisogni di aiuto degli operatori e dei soggetti in cura, con il grande limite di dover seguire i tanti problemi di una diocesi grande e di grande impegno. Ma restano aperti i tanti problemi di gestione per la mancata sostituzione di alcune figure fondamentali e per le emergenze di carattere finanziario cui si cerca di far fronte. Purtroppo i provvedimenti anche urgenti vengono rinviati al successivo insediamento dell’ordinario diocesano”.
Occorre intervenire subito visto il periodo di declino vissuto dal centro voluto da Don Tonino Bello.
Dopo l’ottimo momento vissuto con Don Giuseppe Pischetti e il suo staff, occorre garantire continuità a questo centro di recupero.
Il trentunesimo anniversario è stato celebrato in coincidenza con l’apertura del Giubileo della Misericordia, voluto ed annunciato da Papa Francesco nella ricorrenza del cinquantesimo della fine del Concilio Vaticano II. Sul sito della Comunità C.A.S.A. si legge “ci riempie oggi di speranza per l’attenzione che tale evento può suscitare nelle coscienze degli uomini. Abbiamo l’opportunità di mostrare, secondo il suggerimento del pontefice, “come la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di essere testimone della Misericordia … un cammino che inizia con una conversione spirituale … la promozione della nuova evangelizzazione, perché possa animarlo come una nuova tappa del cammino della Chiesa nella sua missione di portare a ogni persona il vangelo della Misericordia”. Un messaggio che estendiamo ai volontari, ai sostenitori, agli operatori ed ai nostri amici in cura, perché si realizzi quella solidarietà e reciproco sostegno indispensabile per la prosecuzione del progetto. La misericordia, quindi, si traduce in ogni forma di partecipazione alla miseria morale e spirituale con l’atteggiamento di concreto aiuto per alleviare ogni sofferenza.
Per tutti noi è anche fondamentale operare secondo lo spirito ed il monito del Fondatore di voler interpretare alla lettera il messaggio evangelico di costruire la “chiesa del grembiule”. Quello spirito deve ancora fare da collante per mantenere tuttora in piedi la fede di tutti quelli che, all’interno e fuori dalla struttura, credono nella speranza e nella carità. Difficoltà legate alla gestione della struttura fisica della Comunità, difficoltà di bilancio che rendono difficile ogni intervento, difficoltà nelle relazioni, dovendo affrontare problemi di gravi disagi esistenziali e sociali, non possono essere motivo di resa ed abbandono di un grande progetto”.
La certezza di aver strappato negli anni tanti fratelli schiavi di scelte illusorie e di averli recuperati alla società ed agli affetti familiari, fa da sprone per continuare nel percorso di Don Tonino con rinnovato impegno, fede e speranza.
Grazie per aver ricordato mio fratello. Saluti. Maria De Zio.