ISIS, NELLE INDAGINI IL NOME DI UN RESIDENTE A RUVO DI PUGLIA
La direzione centrale della Polizia di prevenzione del ministero dell’Interno ha, infatti, inviato alcune mail alle questure con cui comunica i nomi di presunti lupi solitari che potrebbero trovarsi sul territorio nazionale, chiedendo di prestare la massima attenzione e di fornire notizie immediate nel caso in cui siano individuati.
Tutto nasce da un’indagine delle autorità spagnole sui legami tra il cittadino spagnolo Al Mesaudi De Beni Chikar e altri soggetti. L’uomo sarebbe associato a Brahim Lhmidi, «cittadino franco-marocchino simpatizzante dello Stato islamico che sarebbe a sua volta collegato a Hichou Abdeouh Walkie Irash, sostenitore dell’Isis e possibile facilitatore di soggetti radicali verso l’Europa». Connesse con l’utenza telefonica di Lhmidi sono due numeri italiani, uno legato ad Aziz Lazouzi, nato in Marocco e residente a Ruvo di Puglia (Bari) e noto in «ambito di immigrazione clandestina» e prima intestato a Mustafa Ersoz, turco residente a Napoli, clandestino e con provvedimento di espulsione a suo carico. L’altro è, invece, intestato a Mohammed El Aloui, marocchino residente a Rocca di Papa (Roma). La stessa utenza, peraltro, è stata collegata a un’altra, stavolta saudita, contattata telefonicamente, durante gli attentati di Parigi del 2015, dal noto terrorista Abdelhamid Abaaoud, poi deceduto.
Ciò che più colpisce è che arriva la conferma che l’attentatore di Strasburgo, Cherif Chekatt, freddato dalla polizia francese dopo aver ucciso cinque persone, tra cui il giovane giornalista Antonio Megalizzi, aveva collegamenti con l’Italia. In uno dei documenti riservati si evidenzia che «il profilo Facebook di Abdou Chekatt, fratello di Cherif, mostra alcune immagini fotografiche scattate a Roma, davanti alla fontana di Trevi, nel 2015». È probabile che anche il terrorista sia stato nel nostro Paese.