#IOSTOCONZELLA: VI SPIEGO IL PERCHE’
Comunicare in maniera efficace per esprimere un concetto e “indurre l’uomo a separarsi dal suo denaro” come diceva John Priestley. E’ questo l’obiettivo dello slogan pubblicitario utilizzato per vendere un prodotto o un servizio.
Deve colpire l’attenzione, lasciare il segno, ma è sicuro, però, che lo slogan pubblicitario debba essere accattivante, interessante, intelligente e poco volgare.
Lo slogan in questione, chiacchierato da molti, messo sul banco degli imputati per “sessismo” è indubbiamente un messaggio di ironia discutibile alquanto volgare.
Ma da qui a essere considerato sessista, di strada ne passa.
Una frase ironica in cui non vi è alcun riferimento al genere femminile, al femminicidio, allo stupro e alla violenza di genere.
Mi spiace pensare, però, quanto questa frase sia lo specchio della società in cui viviamo, della bassa qualità della comunicazione politica e dell’uso sfrenato e improprio dei social network.
Molti sono i temi che interessano la nostra città di cui si dovrebbe parlare e anche far “alzare polveroni”.
Il sessismo lo si vede nelle pubblicità in cui viene esaltato e messo impropriamente al cento dell’attenzione il corpo femminile, nei programmi televisivi in cui si premia la bellezza femminile o nelle diverse foto volgari e di poco gusto che riempiono le nostre bacheche Facebook e non solo.
Non solo corpi femminili: in TV gira da settimane, a qualsiasi ora del palinsesto, lo spot di un’agenzia immobiliare dove un tizio si aggira completamente nudo per le stanze di un appartamento. Contro questa gratuità (era davvero necessario?), nessuna levata di scudi. Viviamo in una società bipolare e, se mi è concesso, anche un tantino ipocrita.