In diocesi i diciotto profughi del primo ponte aereo con la Polonia
Il 22 marzo, alle ore 21,15 presso l’aeroporto di Roma Fiumicino è atterrato il primo volo umanitario organizzato da Caritas italiana in collaborazione con Open Arms.
A bordo dell’aereo proveniente da Varsavia (Polonia) c’erano 215 profughi Ucraini. I collegamenti aerei proseguiranno nei prossimi giorni e permetteranno di portare in salvo circa 600 persone, sopratutto donne e bambini.
All’aeroporto romano ad accogliere i cittadini ucraini c’era una delegazione di Caritas Italiana, la nostra Caritas diocesana e la rappresentanza di altre diocesi italiane individuate per questa prima accoglienza (Alba, Andria, Assisi, Asti, Cagliari, Matera, Teramo).
Don Cesare Pisani, Direttore della Caritas diocesana aiutato da alcuni volontari, ha accolto i 18 cittadini ucraini (tra cui 11 bambini) che saranno ospitati nella nostra diocesi. “L’emozione è fortissima e non manca la commozione” queste sono state le prime parole degli operatori dopo aver visto scendere dall’aereo i profughi e in modo particolare i bambini che pur di cercare conforto stringevano a loro chi un cuscino, chi un orsacchiotto o semplicemente una coperta.
Gli ospiti ucraini insieme alla delegazione diocesana sono partiti dall’aeroporto di Fiumicino nella notte e sono arrivati in terra diocesana alle prime luci dell’alba di oggi 23 marzo.
I profughi, facenti tutti parte di tre nuclei familiari sono stati accolti presso la comunità di Casa Betania a Terlizzi e nel convento delle suore Vincenziane di Giovinazzo.
Il centro Caritas diocesano proseguirà ad assicurare ogni più ampio supporto con percorsi per il sostegno psicologico, per l’assistenza linguistica e per l’inserimento scolastico dei minori. Di aiuto sarà anche il lavoro svolto da alcune logopediste e logopedisti di Italia che hanno creato delle tabelle comunicative per immagini, in lingua ucraina e italiana, da utilizzare a scuola e a casa per facilitare l’inserimento nel nostro territorio.
I prossimi arrivi, il cui flusso è destinato ad aumentare nei prossimi giorni, saranno quindi gestiti grazie alle numerose disponibilità all’accoglienza che la comunità diocesana continua a mettere in campo.
Michelangelo Parisi