Agricoltura

ILVA: VERDETTO AMBIENTALE TENGA IN DOVUTO CONTO TUTELA CATENA ALIMENTARE. IN AGRICOLTURA 11,7% OCCUPATI

“Non vorremmo che il tanto atteso verdetto ambientale sulle proposte presentate dalle due cordate interessate all’ILVA – ammonisce il Presidente di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo – non tenga in dovuto conto il reale impatto sulla catena alimentare dell’area già pesantemente ferita. Il settore agricolo a Taranto anche sul fronte lavoristico incide per l’11,7% degli occupati e risulta il secondo settore dopo l’industria che assorbe il 24% dell’occupazione totale. Preservare questo patrimonio produttivo è un dovere naturale ed un impegno politico consequenziale al progetto di difesa del territorio che è espressione e culla della varietà e qualità dei prodotti agroalimentari. Chiediamo, senza se e senza ma, che qualora ci fossero riscontri scientifici certi di una incidenza sull’agroalimentare dell’inquinamento causato sinora dall’ILVA, si circoscriva l’area coinvolta e si decida una volta per tutte – incalza Cavallo – di puntare sulla reale vocazione del territorio tarantino, individuando opportunità di sviluppo, in modo da decidere quali percorsi intraprendere per tutelare al meglio gli imprenditori agricoli e i cittadini-consumatori.”.

Sconfortanti i risultati del rapporto Centro Salute e Ambiente della Regione Puglia che segnala un +4% di mortalità a causa dell’esposizione alle polveri industriali, un +5% di mortalità per tumore polmonare e un +10% per infarto del miocardio, oltre all’eccesso ritenuto «importante», di patologie respiratorie tra i bambini di Taranto 0-14 anni su un territorio ferito da una vertenza ambientale senza precedenti.

“L’agricoltura, la pesca, il turismo e l’agroalimentare di qualità sono componenti fondamentali ed essenziali – continua il Direttore della Coldiretti di Taranto, Aldo De Sario – per lo sviluppo della provincia Jonica. Coldiretti non accetta che si perseveri con strategie industriali che non tengano in dovuto conto esigenze e bisogni delle comunità interessate. Chiediamo che venga rispettato il modello di agricoltura costruito attorno al territorio e alla certezza di sicurezza alimentare e ambientale da garantire ai cittadini-consumatori e una presa di coscienza e una forte partecipazione ad un “problema” che condiziona non solo il reddito e lo sviluppo, ma pregiudica la vita stessa dell’individuo. Il territorio è lo strumento per offrire bellezze, bontà e genuinità, quindi, anche occasione di autentico miglioramento della qualità della vita, non sacrificabile sull’altare di uno sviluppo apparente e non sostenibile”.

L’agricoltura jonica, con una superficie totale di 31.657 ettari, riesce a raggiungere mediamente una Produzione Lorda Vendibile di 470 milioni di euro e rappresenta una realtà economica importante per l’intera regione. In pochi anni l’agricoltura jonica, che raggiunge punte di eccellenza nei comparti dell’uva da tavola e da vino, orticolo, agrumicolo e del lattiero-caseario, si è vista riconoscere l’alta qualità dei propri prodotti, legata a storia e tradizioni, ottenendo 6 DOC ‘Aleatico’, ‘Primitivo di Manduria’, ‘Lizzano’, ‘Martina Franca’, ‘Locorotondo’, ‘Colline Joniche Tarantine’ e due IGT ‘Tarantino’ e ‘Valle d’Itria’ per i vini, 1 DOP ‘Terre Tarentine’ per l’olio, 1 IGP alle ‘Clementine del Golfo di Taranto’ e rientrando a pieno titolo, con le sue produzioni, nella lista dei 231 prodotti agroalimentari pugliesi riconosciuti ‘tradizionali’ dal Mipaf.

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