Illuminazione votiva, l’ingegnere Michele Stasi: «Sia la Magistratura a fare piena luce»
Con la nota che pubblichiamo, l’ingegnere Michele Stasi, ex dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune di Ruvo di Puglia intende dare una compiuta informazione «ai cittadini ruvesi, rimasti ignari per dodici anni circa l’inesistenza di contratto per la gestione del servizio di illuminazione votiva».
La nota è data in risposta a quanto la Flamma Ardens, società che gestisce il servizio di illuminazione votiva presso il Cimitero Comunale, a mezzo del suo legale rappresentante – «(non individuato né individuabile)» è scritto – ha sottolineato lo scorso 18 maggio.
«Preliminarmente si ha modo di riferire agli ignari cittadini ruvesi, benefattori economici della Flamma Ardens, che i canoni annui versati in favore di Codesta Società risultano ben più esosi di quelli fissati dal Comune a far data dai primi anni 2000 e mai rivisti al rialzo. Di guisa che si invitano gli stessi a consegnare al Comune, presso la Segreteria Generale, le “ricevute” delle somme versate alla Flamma a tal titolo a partire dall’anno 2006.
V’è poi da prendere in considerazione il fatto che il ventriloquo della Flamma Ardens, che non ha il coraggio di esporsi, non ha raccontato tutta la verità, limitandosi a rappresentare la storia solo a partire dalla data del 2 maggio 2006, trascurando quanto avvenuto prima di tale data e definendo anche come “SCIACALLI” non solo gli amministratori, passati e presenti, ma anche tre dirigenti comunali fra i quali (devesi ragionevolmente presumere) anche il redattore della presente nota e commentatore, a mezzo di apposito post, della replica operata dall’attuale Sindaco (Pasquale Chieco, ndr) al comunicato ardentemente rivolto ai cittadini da parte della Flamma.
La disinformazione e impunità di cui il ventriloquo della società taccia anche gli sciacalli “dirigenti” è una vera e propria rivolta contro la realtà visto che tanto chi scrive, quanto i suoi più stretti parenti non sono stati, a far data dal 2006 e sino a tutt’oggi benefattori della Flamma, nel senso che non hanno mai erogato somme non essendo divenuti “SUOI” utenti ma hanno, invece, subito sistematicamente diverse “sottrazioni” peraltro prontamente segnalate agli Organi di Vigilanza.
Ma veniamo a scoprire quanto abilmente e sapientemente nascosto nei due comunicati che meritano di essere ampiamente sconfessati, in aggiunta ai maggiori e non dovuti introiti che il ventriloquo puritano della Flamma ha ritenuto di non dover evidenziare, portando invece all’attenzione dei cittadini tutto il sapiente “lavorìo” effettuato con ampliamenti e manutenzione straordinaria della rete di illuminazione votiva.
Se tale affermazione fosse vera perché il ventriloquo ha taciuto quando il Consiglio Comunale, con proprio atto n° 68 del 31 luglio 2017, ha stabilito di affidare alla propria partecipata (Ruvo Servizi) anche la gestione dell’illuminazione votiva sul presupposto che l’intero impianto fosse da rifare essendo altamente pericoloso? Mistero.
Come misteriosa è la motivazione per la quale la Flamma Ardens è venuta fuori con il primo comunicato del 16 maggio 2018 con il quale sono stati invitati i cittadini a depositare la propria firma (per un referendum abrogativo contro l’Amministrazione ?).
Ebbene in data 10 maggio u.s, pare che il Comune a mezzo di un suo Direttore d’Area abbia “tentato” di rientrare in possesso dell’impianto di illuminazione votiva, ricavandone (devesi presumere) un perfetto “marameo” da parte della Società che si sarebbe rifiutata per effetto del contenzioso in essere e che, stando a quanto è dato leggere nel comunicato del 18 maggio u.s., attivato da un biennio dalla Società ha visto il Comune chiedere rinvii per ben cinque volte. Ci si chiede il perché e si chiede altresì che l’Amministrazione faccia conoscere anche il nominativo del professionista che difende le ragioni della collettività ruvese visto che per dodici anni si continua ad assistere a un utilizzo illecito, oltre che illegittimo di un bene appartenente al demanio pubblico.
Altro che gestione di fatto del servizio!
Passiamo ora ad analizzare il periodo anteriore al 2 maggio 2006 volutamente omesso dal ventriloquo della Flamma Ardens.
Con delibera n° 105 del 19 dicembre 2005 il Commissario Straordinario revocava la delibera di Giunta Comunale n° 42 del 12 febbraio 2005 limitatamente alla previsione dell’attuazione del project financing disponendo l’assunzione diretta in economia della gestione del servizio di illuminazione votiva cimiteriale.
Investito, unitamente ad altri due dirigenti, direttamente dalla delibera del Commissario Straordinario, una prima volta in data 27 gennaio 2006, una seconda volta in data 2 febbraio 2006 e una terza volta in data 20 marzo 2006, a mezzo di personale tecnico il sottoscritto, all’epoca Dirigente del 4° Settore, tentava vanamente di ricevere in consegna dalla Flamma Ardens s.a.s. l’impianto di illuminazione votiva del Civico Cimitero, essendo scaduto, sin dal 31 dicembre 2005, il contratto già in essere con la predetta Società.
Tentativi tutti vanificati dalle azioni giudiziarie poste in essere veementemente dalla summenzionata Flamma Ardens tanto a livello di Giustizia Amministrativa (T.A.R. e successivamente Consiglio di Stato), quanto a livello di Giustizia Penale (denunce querele del 29-30 marzo 2006 e successiva del 26 maggio 2006 presentate contro la mia persona ed a distanza di soli nove giorni dal terzo tentativo effettuato di far riprendere all’Amministrazione l’impianto, lo si ripete, a servizio di area demaniale.
Risultando il sottoscritto sottoposto ad indagini per i reati di cui agli artt. 323 e 328 codice penale, il Pubblico Ministero presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Trani in data 15 dicembre 2006 chiedeva che il Giudice delle Indagini Preliminari disponesse l’archiviazione del procedimento avviato con le denunce querele a firma della Sig.ra Rita Maria Rossini, all’epoca legale rappresentante della “Flamma Ardens di Rita Maria Rossini s.a.s.”.
In data 13 gennaio 2007, disattendendo il giudizio espresso dal Pubblico Ministero, il legale rappresentante della Flamma Ardens, officiato dall’Avvocato Vincenzo De Michele, depositava opposizione alla richiesta di archiviazione ex art. 410 c.p.p..
Cosicché in data 7 dicembre 2007 si teneva udienza in Camera di Consiglio innanzi al designato G.I.P. il quale il 14 febbraio 2008 disponeva l’accoglimento della richiesta di archiviazione avanzata dal P.M.
Tutto finito ? Manco per sogno!
In data 30 giugno 2008 veniva notificato apposito avviso, a firma del Cancelliere della VI Sezione Penale della Cassazione, con il quale si comunicava al sottoscritto che, in data 24 settembre 2008, presso la camera Consiglio Collegio 1, si sarebbe tenuta apposita udienza per la decisione del procedimento proposto da Rossini Rita Maria c/ Stasi Michele avverso l’ordinanza del GIP del Tribunale di Trani assunta in data 14 febbraio 2008.
Solo in data 9 novembre 2009 veniva rimessa allo scrivente la sentenza n° 38136/08, emessa dalla Cassazione – VI^ Sezione Penale, con la quale veniva dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla Sig.ra Rossini Rita Maria e condannata la ricorrente al pagamento delle spese processuali nonché della somma di € 1.000,00 in favore della cassa delle ammende.
Quindi, a fronte di asseriti undici anni di inerzia, vi è che dal 2006 alla fine del 2009 il sottoscritto risulta essere stato messo in un’angolo, così da averlo reso innocuo, per un ulteriore anno non aver retto il Settore Comunale al quale faceva capo il Cimitero e per oltre sette anni aver svolto attività dirigenziale in altri Comuni della Provincia di Bari e della BAT.
Chi è quindi lo sciacallo il sottoscritto ovvero il ventriloquo della Flamma Ardens ?
Ebbene è giunta l’ora che i ruvesi si sveglino dal torpore visto che la situazione venutasi a creare è stata determinata da posizioni, “forse benevolmente consenzienti”, assunte anche dagli Amministratori, invitando la Magistratura a fare piena luce su una situazione incancrenitasi con lo scorrere del tempo».
L’ing. Stasi non ha risposto a nessuna delle osservazioni fatte dalla Flamma Ardens sul suo operato di dirigente. Perché, per esempio, ha fatto perdere a Ruvo il primo impianto votivo ad energia rinnovabile a costo zero per l’Amministrazione comunale, che ora ha deciso di spendere 900.000 euro per fare un impianto convenzionale? Perché ha impedito che Il Comune di Ruvo introitasse 50.000 euro di proventi del Servizio (su cui ora indaga la Corte dei conti)? Perché ha fatto finta, nei 6 anni della sua dirigenza, che il servizio di lampade votive non esistesse, con tutte le conseguenze del caso? Se mai la Magistratura, che egli invoca, indagherà, scoprirà che l’erogatore di ‘privilegi’ a favore della Flamma Ardens è stato proprio lui. La Flamma Ardens ribadisce la sua disponibilità a mostrare ai cittadini i documenti, anche quelli che riguardano la sua assoluzione dal reato di omissione di atti d’ufficio.
L’ing. Stasi non ha risposto a nessuna delle osservazioni fatte dalla Flamma Ardens sul suo operato di dirigente. Perché, per esempio, ha fatto perdere a Ruvo il primo impianto votivo ad energia rinnovabile a costo zero per l’Amministrazione comunale, che ora ha deciso di spendere 900.000 euro per fare un impianto convenzionale? Perché ha impedito che Il Comune di Ruvo introitasse 50.000 euro di proventi del Servizio (su cui ora indaga la Corte dei conti)? Perché ha fatto finta, nei 6 anni della sua dirigenza, che il servizio di lampade votive non esistesse, con tutte le conseguenze del caso? Se mai la Magistratura, che egli invoca, indagherà, scoprirà che l’erogatore di ‘privilegi’ a favore della Flamma Ardens è stato proprio lui, omettendo per sei anni di regolamentare giuridicamente il servizio. La Flamma Ardens ribadisce la sua disponibilità a mostrare ai cittadini i documenti, anche quelli che riguardano la sua assoluzione dal reato di omissione di atti d’ufficio.
Il sig. Pellegrini Biagio, fruitore, puntuale nei pagamenti, del Servizio trasparente, efficiente, economico che questa Società gli eroga, è caldamente invitato a recarsi presso il suo ufficio dove gli sarà offerta la possibilità di documentarsi meglio sul vero stato della questione, possibilmente prima che decida di scriverne altrove con lo stesso grado di approssimazione con cui ha commentato la nota de sig. Stasi
Non sono al servizio di nessuno. Amo la verità che deve essere supportata da fatti ed atti pubblici, non esibiti nel privato. Sono sconcertato dalla deriva dei costumi di taluni amministratori e gestori, di ieri e di oggi.