IL VALORE DEL RICORDO PER LE VITTIME COVID. IL PENSIERO DEL PRIMO CITTADINO
Cade oggi la Giornata nazionale per le vittime del Covid. Due anni fa i camion dell’esercito italiano per le vie di Bergamo trasportavano le salme delle vittime del covid, lasciando dolore e sgomento tutta la popolazione italiana.
Il primo cittadino, Pasquale Chieco ricorda il momento:
“La Giornata nazionale per le vittime del Covid apre in me un mare sterminato di ricordi e di pensieri.
Ricordo la concitazione nelle prime ore dell’emergenza, la notizia del primo contagio (ricordate il “nonnino di Ruvo”?), quella – dolorosissima per me – della prima vittima ruvese, i mille problemi impensabili (la clausura dei bimbi autistici, i positivi non autosufficienti, le nuove povertà improvvise, le imprese in difficoltà, gli studenti a casa senza internet e senza computer, le mascherine che non si trovavano, i tamponi che non arrivavano, altro ancora), le strade deserte, i controlli fino a sera tardi con i vigili e con i carabinieri, le autocertificazioni per spostarsi, le voci al telefono di tante persone di cui potevo solo immaginare l’aspetto, le tante, tantissime, richieste di aiuto.
E poi le tante, tantissime storie di generosità e di maniche rimboccate.
Oggi la situazione è migliorata grazie soprattutto ai vaccini, ma non ne siamo ancora fuori”.
Continua:
“Per 64 volte nel nostro cimitero abbiamo dato l’ultimo saluto a nostri concittadini positivi al covid. Ieri l’ultima volta.
Ormai tutti sappiamo tutto, ogni invito alla prudenza e alla responsabilità suona superfluo, ognuno sa perfettamente cosa fare per proteggere la salute propria e degli altri.
Allora la giornata di oggi è l’occasione per rinnovare l’abbraccio a tutte le famiglie che hanno sofferto a causa di questo dannato virus, perché il dolore col tempo si lenisce, ma non si dimentica.
E per tornare a ringraziare tutti coloro che ci hanno aiutato a superare i momenti più brutti, i medici degli ospedali, quelli di famiglia, degli hub, dei drive through, i pediatri, tutti gli infermieri le cui mani hanno curato, vaccinato, sostenuto di giorno e di notte, i preziosissimi volontari, quelli della protezione civile davvero instancabili, quelli delle associazioni e delle parrocchie per l’altruismo e per le tante idee geniali. Grazie di cuore a tutto il personale del mio Comune, ai Servizi Sociali, ai tecnici, ai vigili, a tutti gli uffici per aver tenuto duro e per avere moltiplicato gli sforzi in un periodo nel quale anche solo fare il proprio dovere aveva qualcosa di eccezionale.
Grazie a tutta la comunità per essersi ritrovata unita nella difficoltà, per essere riuscita a pensare al plurale, per aver saputo accettare i sacrifici e le restrizioni.
E oggi mi sento anche di ringraziare pubblicamente per tutti i messaggi di vicinanza e di incoraggiamento di questi anni, affettuosi, sinceri, numerosissimi.
Per me sono stati fondamentali”.
Articolo di Ruvesi.it