Il tenore Nicola Cuocci: «In Giappone con Turandot e Manrico»
Negli occhi del tenore ruvese Nicola Cuocci splendono ancora il piacere e l’orgoglio di aver fatto parte della prima grande tournée estera della Fondazione Lirico Sinfonica del Teatro Petruzzelli da quando lo stesso è stato ricostruito.
Dal 17 giugno al 2 luglio coro, orchestra, solisti, maestranze e il sovrintendente Massimo Biscardi del teatro barese sono partiti per il Giappone con la Turandot di Giacomo Puccini, prodotta dalla Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e affidata alla regia di Roberto De Simone, e Il Trovatore di Giuseppe Verdi, per la regia di Joseph Franconi Lee.
Entrambe le opere sono state dirette dal Maestro Giampaolo Bisanti.
Turandot ha avuto la voce della soprano Maria Guleghina, mentre il principe tartaro Calaf è stato interpretato dal tenore Marco Berti.
Ne Il Trovatore, Leonora è stata interpretata dalla soprano Svetla Vassileva, Manrico dal tenore Francesco Meli e il Conte di Luna, fratello di Manrico, dal baritono Alberto Gazale.
Nicola Cuocci, nel Coro, ha esortato il boia ad affilare la lama per decapitare lo sventurato pretendente della crudele Turandot, “bianca al pari della giada fredda come quella spada”, la principessa cinese che sposerà solo l’uomo in grado di sciogliere i suoi enigmi. In un «diroccato abituro tra i monti della Biscaglia», il nostro è stato un gitano che ha martellato sulle incudini i propri strumenti di lavoro,cantando “Vedi le fosche notturne spoglie”, mentre Azucena e Manrico, il trovatore, sussurravano storie terribili e grevi di sofferenza accanto al fuoco.
Cuocci confida di essere rimasto colpito dalla gentilezza dei giapponesi, dai loro cerimoniali, dalla storia millenaria che si armonizza con la tecnologia avveniristica.
I giapponesi e l’opera: che percezione hai avuto di questo rapporto?
«I giapponesi sono innamorati dell’opera, i teatri spesso superano i 2200 posti a sedere e, durante gli spettacoli, in cui si registra il “sold out”, c’è un religioso silenzio. Mai uno squillo di cellulare o un rumore molesto hanno infranto la quiete necessaria alla nostra concentrazione. Segno tangibile del rispetto per chi si dedica all’Arte, per chi si esibisce su un palco».
Che gli abitanti del Sol Levante siano grandi estimatori della musica è confermato dal tutto esaurito nelle otto date della tournèe che ha toccato il Teatro Bunka Kaikan di Tokyo (tre date); la Seitoku University di Tokyo, il Fuchuomori Art Theater di Tokyo, lo Shimin Kaikan di Nagoya, la Biwako Hall di Otsu, la Festival Hall di Osaka.
Inoltre la stessa tournée è stata interamente finanziata dalla Concert Doors Co. Ltd. di Tokyo: questo grazie a una lunga trattativa condotta dalla Fondazione del Petruzzelli ma soprattutto grazie alla stima e alla fiducia – sacra per i giapponesi tanto che perdere la fiducia equivale alla perdita di dignità – riposta nella Fondazione dal presidente Masayuki Kobayashi.
Un momento particolare, tra i tanti che hai vissuto e come artista e come visitatore.
«Mi ha dato tanto soddisfazione l’applauso interminabile di 2500 persone osannanti, una standing ovation, dopo l’ultima rappresentazione di Turandot. Mi sono commosso, anzi ci siamo commossi».
E l’emozione sarà stata tale anche davanti ai tredici minuti di applausi per “Il trovatore” al suo debutto al Teatro Bunka Kaikan.
Nicola Cuocci spera in un ritorno nel Sol Levante, la terra di Cio-Cio-San, la bellissima e fedele geisha “Butterfly”, che attende, con le illusioni del cuore, il suo Pinkerton.
(Foto © Nicola Cuocci)