IL TENACE ANGELO VISICCHIO CONCLUDE LE MAJORS DI ATLETICA LEGGERA
Sua maestà la Regina Atletica Leggera! Non è fatta solo dalle imprese leggendarie di Jacobs o Tamberi, ma la sua storia è composta anche da amatori che rendono ancor più afffascinante questa antica disciplina. Correre in un periodo di pandemia ci ha aiutati a perseguire un obiettivo, a proiettare la mente in un posto più sicuro.
Più forte del Covid è stata la tenacia di Angelo Visicchio, ruvese 45enne, ma stabilmente a Milano per lavoro, che ha concluso le Majors di Atletica Leggera, ovvero ha percorso le sei principali maratone nelle metropoli più importanti al mondo: New York, Berlino, Londra, Chicago, Tokyo, Boston.
Un’avventura cominciata nel 2016 quando, quasi per gioco, con un amico decide di affrontare la prima maratona a New York. Una passione che impone preparazione certosina del corpo, dal punto di vista fisico e mentale. Farsi travolgere dall’entusiasmo della gente, andare del proprio passo spediti verso la meta. Poi l’anno successivo è stata la volta di Berlino, mentre nel 2018 riesce a correre le maratone di Londra e Chicago. Tokyo nel 2019 fa pregustare l’obiettivo finale che, però, deve essere rimandato di ben tre anni, nel 2022, quasi fuori dalla pandemia a Boston: “Ho atteso l’ultima maratona – racconta Angelo Visicchio – con grande dedizione. Era quasi diventata una sfida con me stesso perché era continuamente rinviata per la pandemia, ma io avevo la volontà di concludere le majors. Durante i vari lockdown ho intensificato gli allenamenti per arrivare pronto e preparato a questo appuntamento. Durante la gara me la sono goduta, con il pubblico che lungo il percorso ci spronava e con un panorama meraviglioso”.
Laureato in scienze statistiche ed economiche è impiegato presso la Fercam, responsabile dei traffici di carichi completi tra Italia, Germania e Inghilterra e nel dopo lavoro la corsa su strada è il suo hobby preferito: “Non è da tutti completare le majors perché serve costanza nella preparazione e anche dei bei soldini, tra iscrizione alle maratone, pernotamenti e spese varie. Ma il fascino del correre in queste città meravigliose è un qualcosa che porterò con grande soddisfazione sempre con me”, spiega Angelo Visicchio.
Da Tokyo a Boston in tre anni il mondo che cambia e la paura di non poter disputare la maratona in caso di positività: “Quando sono arrivato a Boston ho cercato di limitare i rischi perchè sarebbe stata una beffa troppo grande e per fortuna è andato tutto bene”.
Non solo i chilometri macinati su strada, anche la simulazione effettuata nella propria abitazione scaricando l’app degli organizzatori. Poi è stata la volta del viaggio in aereo, della consegna del pettorale e della maratona più bella da lui disputata: “Ricorderò – dice Angelo – ciascuna maratona per un particolare. Ognuno differente da sé e che rispecchia tantissimo le città stesse sia nel percorso che nel pubblico che ti affianca a bordo strada. Quella di Tokyo è stata speciale perché disputata sotto l’acqua per circa 30 km, quella di Boston perché il traguardo sembrava irraggiungibile”.
Da casa, mamma e papà a seguire il suo spostamento lungo il percorso: “Hanno sofferto con me. Ci tenevano tantissimo affinchè io completassi questo percorso e mi hanno raccontato dell’ansia che hanno avuto fino a quando non li ho chiamati telefonicamente raggiante per il traguardo raggiunto”.