Il sontuoso barocco vissuto nel concerto dell’Ensemble Marais
Come una perla preziosa, secondo la definizione dell’Assessora alla Cultura Monica Filograno, è stato il concerto barocco “Da Marais a Telemann” dell’Ensemble Marais che ha incantato gli ascoltatori, ieri sera, nella Sala Conferenze della Pinacoteca Comunale di Arte Contemporanea a Ruvo di Puglia.
Durante il concerto, a cura dell’Associazione Culturale “Terra Gialla” che da cinque anni organizza a Ruvo di Puglia il Concorso Internazionale di Clavicembalo “Wanda Landowska”, è sembrato di rivivere nelle corti di Elisabetta I e di Filippo II, quando si danzava al ritmo lento e maestoso della pavana a cui seguiva la vivace gagliarda, ballo molto amato dalla riccioluta regina rossa. O come non pensare alle settecentesche scene bucoliche portate a teatro, in cui pastorelli sospirosi bramano l’amata?
I giovani musicisti dell’Ensemble, che la M^ Margherita Porfido, anima di “Terra Gialla”, ha presentato come artisti virtuosi e pieni di talento hanno avuto questo potere.
Dalle “Due gagliarde” e “Bona Speranza” dell’inglese Anthony Holborne si è passati alla “Canzon Terza in La Minore” di Girolamo Frescobaldi, grande innovatore della musica rinascimentale che osò cromatismi e dissonanze e che un giovanissimo J.S. Bach considerò punto di riferimento tanto da copiare integralmente i suoi “Fiori musicali”, per motivi di studio e per avere un duplicato dell’opera.
Ciaccona e passacaglia, danze di origine spagnola e forme musicali simili, una “follia” dedicata a una dama spagnola, l’”Aria Quinta sopra la Bergamasca” di M. Uccellini hanno arricchito questo repertorio e la tiorba, strumento della famiglia dei liuti, pizzicata da Edward Szost ha accompagnato come basso continuo la “Suite in Sol Minore per due flauti e basso continuo” di Marin Marais e il “Trio II in La Minore per flauto, violino e basso continuo” di G. Ph. Telemann.
Le orecchie sono state accarezzate da preludio, fantasia, minuetto, affettuoso, grave, da tanti cromatismi, armonie che i flautisti Mariangela Lippolis e Nikos Angelis, il violino barocco di Angela Palmisano, la viola da gamba di Paola Laforgia, la tiorba di Szost e il clavicembalo di Giuseppe Gaeta hanno eseguito con maestria.
Nikos Angelis ha fatto dono della sua voce da controtenore nel madrigale monodico di G. Caccini “Amarilli mia bella” e come Origille in “Anderò, Volerò, Griderò” dall’opera ”Orlando finto pazzo” di Antonio Vivaldi per poi regalare la celebre aria “Lascia ch’io pianga” dal secondo atto del “Rinaldo” di G.F. Händel.
Un concerto prezioso, quello di ieri sera, una perla che si incastona, con le altre pietre, con le altre realtà musicali, nel diadema della Musica di Ruvo di Puglia.