Palazzo Avitaja

IL SINDACO SCRIVE AL DIRETTORE: "Ruvo continuerà ad avere un Sindaco eletto"

Al Direttore di ruvesi.it, Dott. Paolo Pinto
Caro Direttore,
da assiduo lettore della sua testata non le nascondo il senso di sorpresa e dispiacere nel trovare nel suo editoriale di qualche giorno fa, un attacco così diretto e frontale nei confronti miei e dell’Amministrazione.
Già in passato da Lei mi erano arrivate critiche, ma mai così dirette e forti: una cattiveria che francamente non credo di meritare,
Personalmente non è mio costume criticare la linea editoriale dei giornali e non lo farò nemmeno questa volta. Ritengo infatti che un giornale abbia il diritto di schierarsi politicamente contro un’Amministrazione e preferire il commissariamento a un Sindaco democraticamente eletto dai cittadini. E anzi penso che sia un bene che questa contrarietà all’Amministrazione venga espressa con chiarezza, pubblicamente e senza ipocrisia, così che tutti i lettori la conoscano.
Ma al netto delle differenti posizioni politiche, tutte rispettabili, non posso non interrogarmi sul perché una testata solitamente così autorevole metta in evidenza un ragionamento (quello dei 23 voti) così palesemente scorretto e falsato; troppo campato in aria per non essere in malafede.
Io ringrazio uno per uno i 23 cittadini ruvesi che nel 2011 votarono per il PD dando la preferenza a una candidata che allora non risultò eletta, ma ricordo a tutti – anche a me, anche a Lei – che non 23, ma 7.741sono stati i cittadini ruvesi che hanno chiesto a Vito Ottombrini di guidare la città per 5 anni e non per un giorno di meno.
Lei mi accusa, in pratica, di volere a tutti i costi difendere la poltrona.
Ebbene le dico che in più di un momento sarebbe stato molto più comodo alzarsi e andarsene, abbandonare la nave nella tempesta, nel bel mezzo della navigazione. E invece no, noi siamo qui anche a difendere il responso democratico uscito chiaramente dalle urne: Ruvo è una città sana, guidata da un ruvese, eletto dai ruvesi. A mio modo di vedere è questa “la retta via”, questo è il “reale motivo”.
A me e alla mia squadra è toccato guidare il paese forse nel periodo più difficile della sua storia recente: un debito mostruoso ereditato dal passato il cui pagamento non è più rinviabile, condizioni amministrative durissime imposte da Roma, i continui tentativi di colpire l’Amministrazione non in Consiglio Comunale, ma dal di fuori e con metodi sleali.
Alla mia età mi è anche toccato di vedere per la prima volta in vita mia, a causa  delle denunce di un ex dipendente comunale “scontento”, un avviso di garanzia: per gente come noi (e per le nostre famiglie) si tratta di una ferita dolorosa e ancora aperta; un fatto che ha messo in dubbio davanti all’opinione pubblica la nostra correttezza, scalfito la nostra credibilità, indebolito la nostra azione politica, rallentato la macchina amministrativa, esposto un’intera classe dirigente alla lapidazione mediatica dei “senza peccato”. Ma è una croce che portiamo con cristiana sopportazione, sicuri della nostra onestà e fiduciosi nell’operato della magistratura.
Lei dice, in pratica, di preferire il commissariamento, cioè affidare il governo della città a un funzionario inviato da Bari: legittimo.
Voglio però ricordare cosa significherebbe nel concreto questa evenienza.
In questo momento Ruvo è un cantiere aperto: sono tantissimi i progetti e i problemi che necessitano di una guida politica. Penso ai lavoratori coinvolti nella vertenza della casa di riposo: dieci lavoratori, dieci famiglie il cui destino è appeso a un impegno preso personalmente dal Sindaco. Cosa pensa che accadrebbe se chi si è impegnato personalmente per la soluzione della vicenda fosse sostituito da un commissario esterno ignaro del percorso fatto e del lavoro avviato – anche con il grande sacrificio degli stessi lavoratori – per fare quadrare economicamente l’operazione?
E le difficili trattative con i tanti creditori dei comparti? Crede che la conoscenza del problema, la pazienza e la cura che stiamo dedicando noi a questa questione possano essere le stesse di un commissario?
E il completamento di tutte le opere pubbliche aperte (PUG o Piano Urbanistico Generale, Piazza Matteotti, Casa di Riposo Maddalena Spada, Centro polivalente per diversamente abili, Museo casa delle culture, cimitero, …), in una situazione così delicata per le finanze comunali, con un commissario pensa che sarebbero più o meno garantite?
E se un commissario prefettizio, davanti alle lunghe e complicatissime situazioni di bilancio che stiamo faticosamente, una per una, risolvendo decidesse che non vale la pena proseguire in questo faticoso percorso a ostacoli e scegliesse di accompagnare il Comune al dissesto, a suo avviso questo sarebbe un bene o un male per i cittadini?
Domande semplici che hanno una risposta semplice e di buon senso già detta pubblicamente in Consiglio Comunale dall’allora Prefetto Nunziante: un Sindaco eletto è sempre da preferire a un Commissario prefettizio.
Una risposta semplice e di buon senso che di certo non le può sfuggire. Ecco perché io penso che le motivazioni del suo editoriale siano altre.
Lei sostiene che “gran parte” della città preferirebbe il commissariamento: ebbene io, parlando coi cittadini ogni giorno, ho esattamente la sensazione opposta, e mi scuso con i tanti ruvesi preoccupati per le mie dimissioni. Sono stati tantissimi, in questi giorni, i messaggi di sostegno e di incoraggiamento che mi sono arrivati; tantissimi gli inviti a non mollare.
Le mie dimissioni erano un atto dovuto e la verifica da me aperta poteva portare anche alla fine anticipata della consiliatura, e tuttavia io penso che sarebbe stato da irresponsabili lasciare il timone proprio ora.
Lei parla di un uomo solo al comando: io le dico che provo a condividere ogni mia azione di governo, è possibile che nel recente passato non lo abbia fatto abbastanza e me ne scuso, ma alla fine è a me che tocca decidere, è mia la responsabilità delle scelte, anche di quelle impopolari. Questo significa fare il Sindaco; per questo mi hanno eletto i cittadini. E dunque sì, puoi ascoltare tutti i “compagni d’avventura” che vuoi, ma alla fine, quando tocca a te l’ultima parola sei solo. E tutti i tuoi dubbi e tutti i tuoi tormenti sono questioni private che ai cittadini, impegnati ogni giorno a inseguire le proprie urgenze, non interessano.
Lei mi accusa di non essere il Sindaco di tutti, e non è la prima volta che lo dice. Eppure io penso che tutte le cose che ho elencato siano fatte nell’interesse di tutto il paese, non di una parte. So per certo che tra i lavoratori della casa di riposo, tra i creditori dei comparti con cui stiamo definendo le transazioni, tra le famiglie dei disabili che usufruiranno del centro polivalente, in molti non sono miei elettori, eppure non per questo faccio passi indietro. Perché ho le mie idee politiche e voglio che tutti le conoscano, ma quando faccio il Sindaco sono (o meglio, cerco di essere) il Sindaco di tutti.
Per tutto questo, caro Direttore, e per altro ancora che per brevità non dico, purtroppo per Lei, Ruvo continuerà ad avere un Sindaco eletto, che fino all’ultimo giorno del suo mandato continuerà con pazienza e determinazione, a provare a risolvere i problemi del paese, a rendere migliore la vita dei cittadini, a rendere più bella e funzionale la città. Non lascerò il timone, caro Direttore, non abbandonerò la nave nel mezzo del viaggio, e anzi la condurrò in porto la prossima primavera per riconsegnarla ai cittadini che me la hanno affidata, dicendo loro che ho fatto del mio meglio.
Con impegno. Con amore.
Distinti saluti
Vito Ottombrini
Sindaco di Ruvo di Puglia

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