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IL SINDACO: NO AL REFERENDUM! ALBRIZIO: ANDIAMO INSIEME IN REGIONE!

Piazza Matteotti/Castello è sempre più Piazza della Discordia e neanche il faccia a faccia realizzato attraverso domande concordate e a tempo, è servito ad avvicinare le due posizioni.

Il sindaco Vito Ottombrini e il referente del “Comitato Piazza Castello” Mario Albrizio si sono confrontati dinnanzi alle telecamere di ruvesi.it, in una serata che sarà ben presto riproposta in differita sempre all’interno della nostra web-tv.

Il Comitato Piazza Castello ha provato a cucire lo strappo, proponendo al sindaco di andare insieme in Regione per accertare che i fondi da utilizzare per la riqualificazione della piazza siano FESR o PAC, con la differenza che se fossero europei dovrebbero essere utilizzati entro il 30 novembre 2015, se fossero regionali ci sarebbe tempo fino al 2017.

Il Comitato ha affermato che se in Regione sottoscriveranno che i fondi siano Fesr, smetterà ogni azione e ritirerà il Referendum, mentre se confermeranno che siano PAC,  l’amministrazione dovrà ritirare il bando lavori e iniziare un percorso REALMENTE partecipato.

Il sindaco ha filato dritto rifiutando questa proposta ribadendo che la soluzione più giusta è quella di utilizzare quanto prima i fondi a disposizione per ridare alla città due piazze, Matteotti e Cavallotti, più proiettate al futuro: pedonabili, luminose e moderne. Lui di PACchi conosce solo quelli di RaiUno!

Mario Albrizio ha contestato l’operato dell’amministrazione nel corso dell’iter procedurale, sottolineando come parlare di “riqualificazione” sia un eufemismo, perchè in realtà si tratta di “distruggere il cuore della città”. E’ mancata, secondo il referente del comitato, la partecipazione al progetto, democrazia e ora flessibilità nei confronti dei cittadini che vorrebbero trovare un punto di incontro per non cancellare la “rotonda” con un colpo di spugna.

Il primo cittadino ha ribadito il suo “no” personale al Referendum in quanto ritenuto inutile e superfluo, per di più costoso, visti i 150.000,00 € eventuali da mettere a bilancio.

D’altra parte, Albrizio ha sottolineato a più riprese che se ci fosse stata partecipazione e condivisione del progetto, non si sarebbe arrivati alla richiesta del referendum, l’unico modo per far sì che la democrazia e la legge venga fatta rispettare. Dalla parte del Comitato anche commercianti e residenti in Piazza Castello che cercano in tutti i modi di far sentire la propria voce.

Se non si dovesse trovare un punto di incontro, “la palla” rischia di passare al Consiglio Comunale e la vicenda ridotta ad alzata di mano, con i consiglieri che dovranno decidere se procedere o meno con il referendum.

Un pensiero su “IL SINDACO: NO AL REFERENDUM! ALBRIZIO: ANDIAMO INSIEME IN REGIONE!

  • Grazie a Ruvesi. it per il lavoro svolto.
    Preciso solo, relativamente a quanto qui sopra riportato, che anche i fondi PAC (Piano Azione e Coesione) sono fondi “europei”, proprio come i fondi Fesr.
    In entrambi i casi la regione “li distribuisce”, per così dire.
    Circa il fatto che il Sindaco non conosca i fondi Pac e li confonda con i pacchi delle sue trasmissioni tv preferire, non possiamo che consigliere al primo cittadini di guardare un po’ meno tv e di studiare un po’ più la normativa. Non ha idea di quanto faccia bene.
    Infine è evidente che la sua fuga dalle responsabilità, il diniego ad andare insieme in Regione, sottolinea purtroppo che avevamo ragione nelle nostre ipotesi.
    Cioè che sanno benissimo che la Regione non potrà fare altro che dare ragione a noi.
    Si conferma quindi che la loro intenzione è di brutalizzare la Piazza, la Città, la Democrazia e i Cittadini con l’unico, piccolo, squallido obbiettivo di giocarsi la Piazza alle elezioni del 2016.
    Come se questo bastasse a far dimenticare quattro anni di martirio (saranno 5 nel 2016), 120 avvisi di garanzia, 30 milioni di debito, il fallimento sicuro, l’incredibile disastro di Piazza dante, la Città al buio insicura e senza prospettive, il commercio piegato, l’industria morente, l’edilizia già morta e soprattutto la cappa di antidemocraticità (ma la parola giusta sarebbe un’altra) che emana ormai da Palazzo Avitaia.
    Un’amministrazione allo sbando che sta rubando futuro a tutti e tracinandoci tutti nel suo stesso disastro.
    Una cancrena che va tagliata dal corpo sano della Città e della sua Democrazia.
    Bisogna che qualcuno metta fine a questa accanimento terapeutico e che si seppellisca insieme questa stagione tragica, in vista di una primavera civile che è la cosa di cui abbiamo più bisogno al mondo, per poter riagganciare il treno della crescita e dello sviluppo intelligente.

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