IL SINDACO MOTIVA LA SUA DECISIONE: “NESSUNA INDIFFERENZA O SOTTOVALUTAZIONE DELLA PORTATA STORICA DELL’EVENTO”
L’ordinanza emessa dal sindaco Pasquale Chieco e dall’assessora Monica Filograno con la quale il comune di Ruvo di Puglia non sospendeva l’attività didattica per il 20 aprile ha fatto e non poco discutere.
In molti hanno chiesto al primo cittadino di tornare sui suoi passi per agevolare gli studenti di ogni età alla partecipazione spontanea allo storico evento, quale la visita di papa Francesco sui passi di Mons. Bello.
Nel nome di don Tonino in tanti hanno invocato una marcia indietro sulla decisione assunta dal primo cittadino. Scelta che aveva trovato un forte contrasto anche a livello politico, con il circolo territoriale di Ruvo di Puglia del PD aveva espresso il suo parere, evidenziando una corsa a doppio binario tra chi amministra e chi politicamente avverte la responsabilità del momento attuale amministrativo.
Anche l’opposizione aveva espresso rammarico per il poco coinvolgimento delle scuole nella partecipazione attiva all’evento, come accaduto per altri argomenti.
Il sindaco dopo giorni di riflessione ha sciolto la riserva e sulla sua pagina facebook ha spiegato i motivi della scelta effettuata e non modificata: “Tengo – ha esordito Chieco – anzitutto a dirvi che nelle mie riflessioni non c’è alcuna sottovalutazione della portata storica della venuta del Santo Padre nelle nostre terre, legata com’è alla celebrazione della figura di Don Tonino Bello, profeta e Maestro di vita dei nostri tempi, capace di ispirare credenti e non a valori universali sfidanti da incarnare e praticare, giorno per giorno. Una Guida, anche per le pagine intense che lui ha dedicato alla Politica come alta attività di servizio e alle quali, con tutti i nostri limiti, proviamo a ispirare la nostra azione“.
“Nessuna sottovalutazione – prosegue – o peggio indifferenza, verso le ragioni della venuta del Santo Padre quindi, ma attenta e prudente considerazione, nell’esercizio del ruolo e dei compiti che la legge affida alle istituzioni civili, di una serie di elementi che mi hanno spinto a non chiudere le scuole e che vi riassumo:
– la piena libertà degli studenti più grandi (e anche di quelli più piccoli se accompagnati dai genitori) di partecipare alla Santa Messa del Pontefice, giustificando l’assenza;
– la tutela di tutti coloro che non possono o non intendono partecipare (e penso in particolare ai tanti genitori che si trovano in una di queste condizioni) e del loro diritto che il servizio pubblico scolastico sia operante in un giorno feriale;
– la materiale impossibilità di una partecipazione generalizzata alla Santa Messa a causa della limitazione degli accessi che sono contingentati;
– la ingiustificata diversità che si determinerebbe tra chiusura delle scuole da una parte e la normale apertura di tutti gli altri uffici pubblici dall’altra;
– la possibilità di partecipare a questo straordinario evento in tanti altri modi, dentro e fuori la scuola”.
Infine, conclude: “Ho soppesato lungamente queste ragioni e ho sentito che la considerazione di ciascuna di esse non offende in alcun modo la fede dei credenti né tantomeno contrasta la celebrazione del nostro Don Tonino Bello il cui insegnamento ritengo, in piena coscienza, di avere seguito anche in questa difficile scelta mettendo al centro della mia decisione la libertà e i bisogni dei cittadini (credenti e non). Sento, in conclusione, di dirvi che Venerdì indosserò la fascia e rappresenterò la nostra città nell’incontro con Papa Francesco con sincera gioia e con intima e profonda partecipazione perché le sue parole, che tanto richiamano quelle dell’Uomo straordinario che è venuto a celebrare, sono un faro per me come per la nostra comunità“.