IL SIGNIFICATO RUVESE DEL SORGERE DEL SOLE
Nota del Coordinatore della Camera del Lavoro di Ruvo di Puglia, Alessandro Pellegrini.
A Ruvo di Puglia il Primo Maggio si attende all’alba il sole dell’avvenire, un evento storico unico in Italia, che da alcune ricerche fatte dal Dott. Vincenzo Colaprice non è da escludere che l’ideatore del saluto al sol dell’avvenire sia stato Bartolomeo Di Terlizzi, pedagogo, docente ed intellettuale ruvese nonché instancabile agitatore politico e culturale e molto attento alla valenza pedagogica dei simboli e degli eventi di massa.
Come da tradizione ruvese, alle ore 5,30 ci recheremo in pineta comunale con le note dell’internazionale, suonata dalla banda Basilio Giandonato città di Ruvo di Puglia, assisteremo al sorgere del sole quel sole dell’avvenire che illuminerà i popoli, si spera, nel cambiamento. una prima testimonianza su carta stampata risale al 3 maggio 1910 ed è fornita dal «Corriere delle Puglie», quotidiano predecessore dell’odierna «Gazzetta del Mezzogiorno»
Evviva il 1° Maggio gridano i braccianti e tutti i lavoratori presenti all’alba del mattino nella pineta comunale, punto più alto della città dove si fa colazione con la” scarcella” tipico dolce delle festività pasquali e conservata per l’occasione oltre al vino nero di uva di Troia.
La scarcella rappresenta la scarcerazione dal padrone che “imprigionava” con molte ore di lavoro i braccianti affamati di lavoro. Questo legame tra la Pasqua e il Maggio è ben chiaro anche ai socialisti di fine Ottocento infatti Andrea Costa, primo deputato socialista nella storia d’Italia, definì chiaramente questa relazione nel 1893.
La tragedia della guerra non ci può far ignorare i tanti problemi che gravano sulle grandi masse popolari a partire dalla precarietà del lavoro ai grandi temi dell’ambiente e della giustizia sociale.
Ancora una volta a causa della guerra, tutti noi stiamo vivendo un momento di incertezza e di grande difficoltà ma sono soprattutto i nostri giovani che già a causa della pandemia sono stati privati dalla dimensione sociale.
Nel corso del tempo si è provato e si continua a provare, a ridimensionare il significato di questo giorno. Ormai da qualche anno viviamo un Primo Maggio atipico, una giornata difficile da celebrare come un momento di festa, perché offuscata da troppe preoccupazioni, diffuse tra giovani e non, per il proprio futuro, per quel senso di precarietà permanente e per la paura costante di non riuscire ad andare avanti.