IL ROSARIO NEL DESERTO, PROSEGUE LA VISITA PASTORALE DI MONS. CORNACCHIA
Prosegue, intensa, affascinante e al contempo sempre più riflessiva, la visita pastorale del Vescovo don Mimmo Cornacchia, di don Raffaele e don Luigi, nella comunità di Loglogo, in Kenya, guidati da don Paolo Malerba. Le sole immagini sono di un’eloquenza unica: condizioni di vita molto al di sotto dei nostri standard occidentali, ma una letizia sconvolgente che promana dagli occhi, dai sorrisi e dai colori delle centinaia di bambini, ragazzi e adulti che accolgono e festeggiano i nostri ospiti.
Mercoledì 12 dicembre «dopo la preghiera, guidati da don Paolo, abbiamo visto la chiesa che domenica sarà consacrata – scrive don Luigi – . Come vedete dalle immagini, ci sono ancora gli operai per ultimarla. Un’aula liturgica ampia, moderna, essenziale e, a mio parere, molto bella. È venuto a darci il benvenuto il vescovo di Marsabit, Mons. Peter Kihara Kariuki. Nel primo pomeriggio ci siamo messi in cammino e, accompagnati da diversi ragazzi e bambini, abbiamo raggiunto il luogo dove abbiamo celebrato la Santa Messa. Ad accoglierci c’erano tante donne, ragazze e bambini che pregavano il Santo Rosario. È stato un momento intenso! Nel Vangelo di Matteo abbiamo ascoltato l’esortazione di Gesù: “Venite a me, voi tutti, stanchi e oppressi ed io vi darò ristoro”. Parole che in alcune parti del mondo come il Kenya risuonano con forza e pesano. Questa gente non ha granché per vivere, eppure l’essenziale per la vera gioia è alla portata di tutti, perché non si può comprare nè si può vendere. Bisogna solo desiderarlo. “Venite benedetti del Padre mio”».
Giovedì 13, la nostra delegazione si è recata a Kamboi, «un villaggio di 5000 persone distante 13 km dal centro di Log-Logo. In questo villaggio ci sono 3 chiese protestanti – ci racconta don Luigi – ed una chiesetta cattolica. Infatti qui in Kenya ci sono varie religioni (Cristianesimo, Islam, Induismo, religioni tribali) e fra i cristiani varie confessioni. Il fatto che nella stessa famiglia ci siano appartenenti a varie religioni o confessioni, assicura una delicata, ma sempre precaria, convivenza». Ci sembra riecheggi l’idea della “convivialità delle differenze”!
«A Kamboi abbiamo celebrato l’Eucarestia. Alla fine delle signore ci hanno donato dei bracciali come segno di ospitalità. È stata una Messa animata da canti e balli tipici (come potete vedere dai video). Davvero qui si ha la percezione che la celebrazione eucaristica è un momento di festa vero, appassionato, reale! La gioia del Vangelo si manifesta anche con il canto liturgico e nella danza. Forse dovremmo ripensare allo stile con cui partecipiamo alla Messa la domenica: volti annoiati, tristi e disinteressati è facile incrociarli nelle nostre comunità! Nel pomeriggio invece siamo andati a Elbaroc, un villaggio distante 2 km dal centro di Log-Logo. Abbiamo raggiunto il luogo della celebrazione a piedi, accompagnati da piccoli e grandi. Il cammino compiuto in andata e ritorno è stata l’occasione per incontrare tante persone, per stringere la mano ai passanti, per scoprire i loro costumi, ma soprattutto per (permettetemi l’espressione) “farci mangiare” dai bambini che, curiosi e vivaci come sono, ci seguivano e ci facevano tante domande. Mentre camminavamo, pensavo alla Chiesa come al Popolo di Dio in cammino lungo le strade di questo mondo, e riflettevo come davvero il Vangelo ha piedi e ali per raggiungere ogni angolo della Terra. Quanta strada questa gente deve fare per ascoltare la Parola del Signore!
Abbiamo celebrato all’aperto, in una zona quasi desertica. Come sempre la Parola è capace di dire la cosa giusta, al momento giusto, nel luogo giusto. Oggi il profeta Isaia diceva: “I miseri e i poveri cercano acqua ma non ce n’è, la loro lingua è riarsa per la sete; io, il Signore, li ascolterò; io, Dio di Israele, non li abbandonerò. Farò scaturire fiumi su brulle colline, fontane in mezzo alle valli; cambierò il deserto in un lago d’acqua, la terra arida in sorgenti.” Il Padre conceda a questa gente povera e ai nostri cuori aridi di bere alla fonte che zampilla per la vita eterna, suo figlio Gesù!».
I nostri amici hanno incontrato anche mons. Ambrogio Ravasi, Missionario della Consolata, vescovo di Marsabit dal 19 giugno 1982 al 25 novembre 2006 che parteciperà alla Messa di consacrazione della nuova chiesa di Loglogo. Hanno poi pranzato nella casa di famiglia di Patrizia Manzone e Michael Kasela, lei di Alba, lui ugandese, entrambi laici missionari fidei donum. Loro hanno adottato un bambino di quelli abbandonati e affidati alle Suore di Madre Teresa che lì donano la propria vita ai più piccoli.
Intanto a Loglogo fervono i preparativi e le prove di canti per la grande celebrazione di domenica.
A cura di L.S. (Luce e Vita)