IL RICORDO DI DON GINO DI LIVIO MINAFRA: "HUMANA PIETAS"
Riceviamo e pubblichiamo testimonianza di Livio
Avevo undici anni. Era il 1993 e Ruvo era tappezzata di manifesti mortuari, anche dove di solito ci sono i manifesti dei concerti. Moriva Don Tonino Bello e portava con sè la sua viscerale disperazione nel credere in un mondo diverso.
Poi Don Donato Negro, in seguito trasferito.
Poi Don Luigi Martella.
Personalmente ho un buon episodio da raccontare. Fu lui infatti nel 2009 a trovare una vecchia cartaccia ingiallita che mi consentì di sposarmi in Chiesa. Io senza alcun sacramento, non ateo né agnostico, non di altre religioni ma nemmeno voglioso di prenderli i sacramenti. Cristiano a modo mio. Lui capì e trovo il documento che mi consentì di accedere in un luogo comunque di Energia quale quasi ogni Chiesa è. Per curiosità il documento recitava: matrimonio tra cristiano e non battezzato.
Ero felice; potei sposarmi ed ebbi modo di ringraziarlo quando in occasione di un concerto trovai il vescovo in aereo e gli espressi gratitudine personalmente. Una volta tanto mi ero sentito accettato così com’ero dalla chiesa.
E’ di questi ultimi giorni invece, e nessun giornale ha il coraggio di dirlo oggi ma lo ha fatto ben bene fino a qualche tempo fa, solo perchè è morto, dell’iscrizione del registro degli indagati per lo scandalo della Casa Divina Provvidenza di Bisceglie.
In un attimo sputtanato, alla gogna. Se c’è un’indagine non si può arrivare a distruggere la vita di qualcuno. In caso di condanna invece è giusto darne notizia e prendersi le proprie responsabilità.
Stamattina, leggendo, dopo la sorpresa, ho avuto chiare queste parole: il suo cuore non ha retto; infarto.
Infarto perchè era un onesto e non ce l’ha fatta allo scandalo?
Infarto perchè si son scoperti i vermi sotto il pietrone e tutt’una vita viene in un attimo sconvolta?
Per ora non lo sapremo prima che le indagini si concludano ma permettetemi di esprimere un sentiento di humana pietas.
Buon viaggio Don Luigi
Livio Minafra