Il report della Scuola Sant’Anna Pisa sulla ASL Bari: la performance complessiva è migliorata anche nel 2023
La ASL Bari anche nel 2023 conferma la tendenza al miglioramento della performance registrata già nel 2022.
Numeri, aree d’intervento e valutazioni sono stati analizzati durante l’incontro su “La performance 2023 dell’ASL di Bari nel sistema di valutazione della performance”, svoltosi ieri mattina nell’ex CTO, a cura degli esperti del Laboratorio Management e Sanità (MeS) della Scuola Superiore Sant’Anna e con la partecipazione dei componenti del Collegio di direzione della ASL Bari. L’istituto universitario di Pisa elabora annualmente il Sistema di Valutazione delle Performance dei Sistemi Sanitari Regionali, una metodologia che ad oggi conta su 493 indicatori (di cui 189 di valutazione) attraverso i quali vengono monitorate le attività sanitarie di 11 Regioni, tra cui la Puglia, più le Province autonome di Trento e Bolzano.
Equilibrio finanziario, patrimoniale e reddituale, capacità di governo della domanda, medicinali plasma derivati, integrazione Ospedale-territorio, efficacia dell’assistenza territoriale, appropriatezza medica, dispositivi medici, trattamenti oncologici – compresi i tempi d’attesa – sono risultati tra i settori in cui l’azienda sanitaria barese ha ricevuto una valutazione ottima o buona. Si tratta, come è stato illustrato, di una valutazione sintetica rappresentata graficamente con un “bersaglio” dotato di una scala cromatica (dal rosso, performance pessima al verde scuro, performance elevata) che restituisce in modo immediato la misura della performance. Per la ASL Bari ben 15 gruppi di indicatori hanno registrano risultati molto positivi su 34 complessivi, di cui solo 3 in “area rossa” e relativi a dimissioni volontarie, abbandoni nei Pronto soccorso e tasso di assenza del personale, peraltro con valori migliori rispetto alle corrispondenti medie regionali.
Alla presentazione sono intervenuti il direttore generale facente funzioni della ASL Bari, Luigi Fruscio, il direttore sanitario Luigi Rossi, il dirigente di AReSS Puglia Ettore Attolini, la responsabile del Laboratorio Management e Sanità (MeS) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Milena Vainieri, e la ricercatrice del MeS Alessia Caputo.
«Il Sistema di valutazione della Scuola Sant’Anna – ha commentato il direttore generale facente funzioni Luigi Fruscio – ci fornisce una “istantanea” oggettiva e indipendente del lavoro svolto quotidianamente dai professionisti della nostra azienda sanitaria, in tutte le sue articolazioni. E’ dunque un ottimo strumento di misurazione e di analisi che segnala le aree in cui l’azienda fa bene e quelle in cui è necessario fare meglio, in un’ottica generale in cui ciascuna struttura, unità operativa o servizio è chiamato a impegnarsi per sfruttare ogni margine di efficacia ed efficienza. Da questo punto di vista, la novità del focus a livello di singolo Distretto socio sanitario potrà risultare utilissima anche nei prossimi anni per la valutazione dell’impatto degli investimenti del PNRR in termini di Sanità territoriale con Case della Comunità, Centrali Operative Territoriali e Ospedali di Comunità».
I punti di forza e di debolezza mostrati dal “Bersaglio” 2023 per la sanità dell’ASL Bari
Per gli indicatori che misurano in generale l’assistenza sanitaria e socio-sanitaria, la maggior parte di quelli analizzati mostrano performance buone. In generale miglioramento l’assistenza domiciliare, anche se – come nel 2022 – è necessario aumentare il tasso di pazienti trattati in assistenza domiciliare integrata per intensità di cura.
Ottima, invece, l’integrazione ospedale-territorio della ASL Bari, segnale che il collegamento tra ospedale e territorio sta migliorando e di come gli investimenti nelle cure intermedie e di transizione stiano funzionando.
L’ASL di Bari registra un alto tasso di accesso al Pronto Soccorso, indicatore indiretto volto a misurare l’efficacia di risposta assistenziale del territorio, ma una performance buona circa la gestione dei pazienti dopo un ricovero per acuti per infarto del miocardio (indicatore inserito nel Nuovo Sistema di Garanzia CORE a partire dal 2022). Ottima e stabile la capacità di governo della domanda, come dimostrato dal contenuto tasso di ospedalizzazioni (110,82 per 1.000 residenti, il più basso in Puglia), che riflette la domanda di assistenza ospedaliera da parte dei cittadini residenti nei confronti delle strutture di ricovero presenti sul territorio.
Per quanto riguarda gli indicatori che misurano la performance dei percorsi clinico-assistenziali, l’ASL di Bari ha registrato significativi progressi nel percorso materno-infantile – storicamente più critico – con una riduzione dei parti cesarei nelle primipare (da 27,7% a 23,8%) e un maggior ricorso al parto vaginale dopo precedente taglio cesareo (da 4,5% a 7,23%). In lieve aumento invece la percentuale di parti operativi.
Per quanto riguarda il percorso oncologico, la fase di screening mostra ancora margini di incremento per l’estensione degli screening mammografico (74% contro una media regionale del 77,7%) e colorettale (38,14% a fronte di una media regionale del 32%). In generale calo la tempestività per gli interventi di chirurgia oncologica in priorità A, con le sole eccezioni del tumore alla tiroide e al polmone, mentre risulta buona la valutazione per i “Trattamenti oncologici”, indicatore sintetico che raccoglie alcuni elementi caratterizzanti del percorso oncologico quali il processo, i volumi, la spesa farmaceutica e l’appropriatezza chirurgica (in particolare per la cura del tumore della mammella, della prostata e del colon-retto). Buoni anche i risultati per i “Tempi di Attesa in chirurgia oncologica”, area che misura, secondo quanto previsto dal Piano Nazionale di Governo delle Liste d’Attesa, la quota di ricoveri (priorità A) con tempo di attesa inferiore o uguale ai 30 giorni (obiettivo raggiunto con una soglia pari o superiore al 90% delle prestazioni erogate).
Stabile e nella media delle aziende del Network la fase del fine vita. Il percorso dell’emergenza-urgenza risulta tendenzialmente stabile per l’ASL di Bari, con la sola problematica legata alla percentuale di accessi in Pronto Soccorso con codice priorità 2 visitati entro 15 minuti (36,2% per l’ASL di Bari). Spostandosi sul percorso cronicità, è necessario monitorare la flessione nella fase di promozione e prevenzione, con la percentuale di sedentari dell’ASL di Bari che rimane tra le più alte del Network (55,3%) ed in aumento di 10 punti percentuali rispetto al 2022. In crescita anche la percentuale di persone obese o sovrappeso (48,4% a fronte di un 46% nel 2022). La performance della fase di trattamento e compliance è tendenzialmente nella media delle aziende del Network, ma persistono criticità nella gestione dei pazienti diabetici. Ottima invece la fase di esiti.
Sul fronte della qualità e sicurezza delle cure, gli indicatori di qualità clinica mostrano un’ottima e stabile performance nella tempestività degli interventi per frattura del collo del femore, raggiungendo percentuali del 92% a livello aziendale nel 2023. Permane invece una certa fascia di pazienti che si dimettono volontariamente da ricovero ospedaliero (1,56%, comunque in leggero calo rispetto all’1,87% del 2022).
Sul piano dell’efficienza, il costo per punto DRG (costo per ricovero pesato per il tipo di intervento) sostenuto dall’ASL di Bari (7.448,51 54 euro) risulta più contenuto rispetto alla media regionale. A conferma dell’equilibrio ottimale raggiunto tra struttura dei costi fissi e quantità di servizi offerti, la ASL di Bari mantiene un bilancio in pareggio.
Infine, per la valutazione del 2023 sono state inserite nuove misure per cercare di cogliere la capacità del sistema sanitario regionale di far fronte alle sfide nate dopo la pandemia. Tra le sfide post pandemiche più importanti figura la gestione delle risorse umane. Nel 2022 sono aumentate le assenze in tutte le regioni del Network, arrivando a una percentuale di assenza di poco inferiore al 16% per l’ASL di Bari; la parità di genere, misurata attraverso l’indice di soffitto di cristallo, indica in genere uno squilibrio nella presenza delle donne in posizioni apicali nelle aziende sanitarie, con una performance migliore per l’ASL di Bari.