Attualità

Il racconto di Michele Pagano in bici fino a Capo Nord: “Esperienza unica, ripartirei subito”

Sport, viaggi e stile di vita sano. Sono state queste le passioni che hanno arso l’animo di Michele Pagano, cittadino ruvese di 45 anni, a tal punto da permettergli di raggiungere Capo Nord in sella alla sua bici, partendo dalla Cattedrale, simbolo del nostro paese.

“Se accetti l’inconveniente e tutto quello che può capitarti, parti!”

E così, nessun timore ha turbato il caparbio avventuriero che il 21 luglio ha intrapreso la NorthCape4000, l’avventura in bicicletta che, passando per undici nazioni, conduce ad una meta leggendaria: il Grande Nord.  Attraversando il tavoliere delle Puglie, il Molise e l’Abruzzo, percorrendo la ciclovia dell’Adriatico affacciata sul mare fino ad Ortona, passando per Ancona, Rimini, Ravenna, Ferrara, Verona, è giunto, lasciando 837 chilometri alle sue spalle, a Rovereto, città in cui tutti i partecipanti iscritti alla NorthCape si sono riuniti. Via con il viaggio: Kranjska Gora, Budapest, Cracovia, passando per Polonia, Lituania, Estonia, Finlandia ed infine Norvegia. È qui che il nostro concittadino ha toccato, nel diciottesimo e ultimo giorno della sua avventura, dopo aver percorso più di 5000 km, il suolo del promontorio della punta nord dell’isola di Mageroya, la parte più settentrionale della Norvegia continentale, meta del suo viaggio.

È stato un iter in solitudo, affiancato, talvolta, da compagni di viaggio provenienti da ogni dove, che ha permesso di accrescere il suo bagaglio di esperienze, di scoprire il mondo e conoscere anche le sue più intime sensazioni, guardandosi, al ritorno, con occhi diversi.

La decisione di partire, ci ha raccontato, proviene dalla voglia di affrontare un viaggio con la sua amata bicicletta a basso costo, scoprendo terre nuove, immerso in paesaggi mozzafiato, travolto da nuove albe e nuovi tramonti, gustando ogni attimo e ogni scorcio piano, rallentando i ritmi frenetici ai quali oggi siamo abituati.

Apprezzando le diverse culture, Michele si è soffermato sul grande senso civico delle nazioni dell’Est e sul rispetto verso pedoni e ciclisti, che nel nostro Paese non è ancora così diffuso, nonostante in Italia il cicloturismo stia vivendo una fase di forte espansione.

Ma, soprattutto, il quarantacinquenne ruvese ha voluto sperimentare con questa impresa come, se ci si allena con sacrificio e costanza e si adotta una corretta alimentazione, è possibile sfatare il mito per cui se il corpo umano è sottoposto a sforzo fisico prolungato, come per l’endurance, accusi problemi e cambiamenti. È questo il centro nevralgico della ricerca di medicina sportiva del veronese d.ttr Braggio, della quale Michele Pagano è diventato volontario.

“Ripartirei subito!”

ha affermato sorridendo, tornato nella nostra Ruvo, esprimendo, con due semplici parole, l’entusiasmo e la fame di conoscenza che lo ha pervaso in questa sua avventura.

Marica Montaruli

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