IL RACCONTO DI ANNAMARIA, UNA RUVESE A WEMBLEY
Quella dell’11 luglio è stata una domenica indimenticabile con il tricolore nel cuore, negli occhi e sui volti tra Wimbledon e Wembley.
Una domenica sportiva colma di sogni, credo e magia.
A Wembley, nella notte magica azzurra, c’era anche la ruvese Annamaria Paparella, che ringraziamo per il racconto.
Rivela Annamaria: “Vivo a Londra da dieci anni ormai. Ho deciso di trasferirmi perché dopo essermi laureata in lingue a Bari volevo fare esperienza all’estero e soprattutto praticare la lingua inglese. Avevo soli 24 anni e una vita davanti, inoltre volevo anche staccarmi dalla piccola realtà del paese! L’obiettivo era quello di restarci un anno per poi ritornare in Italia, però purtroppo non è stato così! Questa città è magnetica, è difficile lasciarla, ci ho provato più volte ma non ce l’ho mai fatta!
Attualmente mi occupo si amministrazione/ fatturazione per un centro commerciale a Knightsbridge.
Penso ogni giorno a Ruvo e all’ipotesi di tornare. Credo che questo sia il mio anno decisivo. L’ultimo credo“.
“Essere presente allo stadio è stato emozionante – continua – un’esperienza indescrivibile ed unica perché non era una partita come le altre. Arrivare in finale con l’Inghilterra era quello che non avrei mai voluto e ma che ho sperato fino alla fine.
È stato tanto emozionante, quanto stressante, soprattutto arrivare allo stadio. I tifosi inglesi ormai avevano iniziato i festeggiamenti dalla semifinale.
Era impossibile essere per strada. Attraversare il vialone per arrivare allo stadio di Wembley è stata impresa. Ci ululavano contro, erano ubriachi e incattiviti.
Quando sono entrata nello stadio c’è stato un attimo di smarrimento, la tifoseria italiana era 1/4 rispetto a quella inglese ma ci siam fatto sentire lo stesso come solo noi sappiamo fare.
Dopo il secondo minuto è calato un gelo sulla curva italiana ma abbiamo continuato a supportare i giocatori e a sperare fino alla fine.
Ovviamente ho tifato Italia con tutta me stessa, ero un tricolore dalla testa ai piedi. Qui noi siamo solo ospiti e domenica ne abbiamo avuto conferma“.
Aggiunge: “Insomma vincere contro l’Inghilterra a Wembley è stata la cosa più bella che mi sia successa in tutta la mia vita. Loro non sono sportivi e lo hanno dimostrato insultando e calpestando gli italiani e gli stessi loro giocatori!
L’atmosfera non si può descrivere.
La partita l’ho vista con tre amici italiani“.
Conclude: “Il momento più bello è stato quando i giocatori italiani sono venuti sotto la curva tutti per mano e si sono tuffati. Alzavano la coppa facendoci fare una ola per tre o quattro volte. Quello è stato un momento magico… e poi l’ultimo rigore parato da Donnarumma. Sapere di avere la vittoria in mano è stato qualcosa di straordinario, la tifoseria italiana era qualcosa di mai visto“.