IL PUGLIESE POSITIVO AL CORONAVIRUS: “SPERO DI AVERE LE SPALLE FORTI PER SOPPORTARE TUTTA LA CATTIVERIA CHE SAPETE ESPRIMERE”
E’ un quarantatreenne di Torricella il primo uomo pugliese a essere risultato positivo al Coronavirus. L’uomo è attualmente ricoverato presso l’Ospedale Moscati di Taranto, nel reparto di malattie infettive, in attesa del risultato che, dallo Spallanzani, potrebbe confermare l’esito del primo esame.
Si sarebbe recato a Codogno per far visita alla madre, per poi rientrare lo scorso 24 febbraio con un volo Easyjet che da Malpensa è atterrato a Brindisi.
La notizia in poche ore ha allarmato tantissima gente che, attraverso i social network, ha espresso vergognosamente la propria idea accusandolo erroneamente di aver lasciato la “zona rossa” per tornare in Puglia.
Per rispondere ai tanti commenti negativi e per descrivere quanto accaduto, lo stesso si è affidato a Facebook :
“Ho fatto il tampone e sto bene. Voi sapete tutto e io ancora devo avere conferma. Sono io la persona che più odiate in questo momento, il primo caso del Coronavirus in Puglia.
Sono salito il giorno 19, con volo Ryanair delle 14:55. Arrivato a Lodi ho soggiornato presso casa di mio fratello in un comune chiamato Caselle Lurani. Il giorno successivo sono rimasto tutto il tempo a casa. Poi mi sono recato a Codogno (non all’ospedale dove sono stati poi successivamente individuati i casi) ma nello stesso comune, a trovare mia madre, che era stata ricoverata in un centro nelle vicinanze“.
L’uomo, però, non ha potuto far visita alla madre malata, nonostante la struttura gli avesse garantito l’accesso.
“Arrivati lì – continua il 43enne – ci comunicano via telefono che non era possibile accedere e di tornare a casa: è proprio quello che abbiamo fatto. In serata poi apprendiamo dalla tv che tutto il paese era bloccato“.
Proprio dopo aver appreso di non poter né entrare né uscire da Codogno, l’uomo ha subito chiamato i numeri messi a disposizione (112 e 1500) i quali hanno consigliato allo stesso di partire poiché non aveva avuto contatti con persone malate.
“Mi hanno detto di partire – continua – perché non sono stato a contatto con le persone malate. Per una premura mia abbiamo chiamato il medico di base di mia cognata il 23 febbraio, che mi ha mandato la mail con tutte le indicazioni che ho seguito alla lettera e nella quale diceva, essendo io asintomatico, che potevo partire, ma in via precauzionale mettermi in quarantena“.
Una volta arrivati al 24 febbraio, il 34enne, “senza alcun blocco e controllo” ha tranquillamente preso l’aereo per Brindisi alle ore 15:00. Arrivato a Torricella ha contattato la pagina Facebook del comune chiedendo informazioni. La risposta è stata quella di contattare i “numeri nazionali indicati dal Ministero“.
Per precauzione ha avvertito anche i vigili, ai quali ha raccontato la sua situazione e il Dott. Giuseppe Turco, il quale ha confermato la quarantena. Continua sul post:
“Dopo di ciò non mi sono più mosso. Durante la notte ho sentito i brividi, ho controllato la febbre e ho informato subito il Dottor Turco, il quale ha avviato immediatamente le procedure“.
La mattina del 25 febbraio, infatti, con un’ambulanza del 118 l’uomo ha raggiunto l’Ospedale Moscati di Taranto, dove è stato ricoverato in una stanza a pressione negativa e dove sono stati effettuati tamponi anche ai familiari.
“Vivo isolato – conclude – ma evidentemente non abbastanza, e spero di avere le spalle forti per sopportare tutta la cattiveria che sapete esprimere. Voi avreste fatto ciò che ho fatto io: queste erano le direttive“.
Uno sfogo che, si spera, faccia riflettere quanti si stanno facendo contagiare dalla “psicosi da Coronavirus” che, sicuramente, è più contagiosa e pericolosa del virus stesso.
Denunciare i vigliacchi. Ora la polizia postale potrebbe risultare intasata (è solo una mia ipotesi), ma tra poche settimane si riprenderanno comunque al massimo vigore le operazioni di indagine. D’altra parte il signore e gli altri soggetti allo stesso linciaggio hanno tre mesi di tempo dalla pubblicazione delle offese per sporgere querela.