Cultura

IL MOVIMENTO FIAMMA TRICOLORE SCRIVE AL MINISTRO FRANCESCHINI: "PRESERVARE LA MEMORIA STORIA DEL MUSEO JATTA"

Il Movimento Fiamma Tricolore scrive al Ministro Franceschini a riguardo del finanziamento ottemperato in favore del Museo Jatta, per puntualizzare tanti aspetti!

“Al riguardo dell’articolo pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 13 gennaio del corrente anno, ed avente oggetto “ RUVO – un Museo più moderno ecco i fondi per lo JATTA – Il Ministero Beni Culturali pronto ad investire quasi 2 milioni di euro”, la scrivente parte politica ritiene doveroso fare alcune considerazioni.

Nel prendere atto dell’unicità, a livello internazionale, del predetto museo, allocato in ambienti dell’antico e maestoso “Palazzo JATTA”, occorre però contestualmente evidenziare la stretta connaturazione tra contenitore e contenuto, nel senso che la ultracentenaria memoria storica del predetto sito dev’essere assolutamente preservata, lasciando inalterata la disposizione della imponente raccolta vascolare come è attualmente ubicata nelle quattro stanze, seppur intervenendo, di contro, nella già prevista modernizzazione delle infrastrutture impiantistiche, al fine di assicurare un più elevato livello di sicurezza e di salvaguardia conservativa dei reperti (esigenza moderna in un contesto antico).

La prevista acquisizione di ulteriori ambienti espositivi all’interno del “Palazzo JATTA”, in aggiunta alle attuali quattro stanze, dovrebbe essere riservata alla collocazione dei reperti di successiva e più recente scoperta rispetto al repertorio originario, attualmente depositati presso il museo-succursale di Bitonto – proprio per la comprovata mancanza di spazi – nonché al rientro di importanti pezzi vascolari allo stato giacenti nel Museo nazionale archeologico di Napoli e nel Museo Nazionale Archeologico di Taranto ed in luoghi non assolutamente idonei, oltrechè al recupero di altri reperti disseminati in altri musei e collezioni (CAPUTI JAMBRENGHI, LAGIOIA-JATTA, etc..) allocati nel territorio nazionale e estero.

Corre d’obbligo evidenziare alla S.V. Ill.ma l’acclarata inettitudine dimostrata dalle autorità preposte alla vigilanza in materia di Beni Culturali, allorquando questa parte politica, esponeva e pubblicamente denunciava la mancanza della formula dell’esercizio al diritto di prelazione, all’atto dell’alienazione notarile, riguardo sia alla vendita di beni immobili sottoposti a vincolo e tutela che nei confronti delle collezioni archeologiche private.

Nei predetti nuovi ambienti da reperire all’interno dello stesso Palazzo JATTA, potranno essere collocate le nuove strutture espositive, in maniera tale che l’ala originaria del Museo JATTA rimanga sempre quella universalmente nota, senza che abbia a subire cambiamenti significativi, così da generare un nuovo settore archeologico che vada ad ampliare e non a sovrapporsi a quello originario (cd. “stratificazione archeologica”).

Inoltre, corre d’obbligo evidenziare che, per un senso etico e per un pieno recupero della memoria storica della celeberrima raccolta vascolare, si reputa alquanto indispensabile che parte della somma stanziata sia destinata ad una reale restauro del vaso a figure rosse denominato “Vaso di Talos”, ritenuto, a ragione, il pezzo più importante e di prestigio di tutta l’imponente raccolta, in quanto lo stesso reperto, rimasto vittima di una caduta accidentale avvenuta circa venticinque anni orsono, fu sottoposto ad un restauro cd. “filogenetico”, consistente essenzialmente nell’avulsione dei pezzi postumi apposti dalla famiglia Jatta in un precedente restauro avvenuto oltre centocinquantanni addietro.

Orbene, tenuto conto che, anche quel restauro della metà dell’ottocento faceva ormai già parte della storiadell’identità e dell’iconografìa del celebre vaso, così come conosciuto a livello mondiale, si ritiene doveroso intervenire per riportare il predetto cratere alla storica versione originaria della famiglia JATTA, atteso che, oltretutto, risulterebbe distonica la permanenza del suddetto reperto in mezzo ad altri analoghi crateri allocati all’interno del Museo. In sintesi, si ritiene non ammissibile un tipo di restauro limitato ad un solo reperto (per giunta il più celebre), lasciando nel contempo immutati gli altri vasi similari nel loro originario restauro ottocentesco.

Una vivissima raccomandazione che ci si permette di rivolgere alla S.V. Ill.ma, riguarda la titolarità in ordine alle competenza della progettazione. Infatti sarebbe assolutamente da evitare che siffatti incarichi, per il loro altissimo e selettivo parametro di specializzazione, vengano conferiti a docenti puramente accademici, i quali, purtroppo, negli ultimi tempi, hanno fortemente disatteso le leggi in materia di Beni Culturali e in lavori ed appalti pubblici. In sintesi, la titolarità di questi interventi dovrebbe essere conferita esclusivamente a professionisti esperti del settore Beni Culturali che abbiano già ampiamente dimostrato le loro capacità.

Infine, si rivolge alla S.V. Ill.ma, nella qualità istituzionale di supremo ed imparziale custode delle antichità italiane, accorato appello affinché sia evitato assolutamente lo smembramento e la disgregazione della metodologia di raccolta e collocazione del materiale archeologico, fulcro ed asse portante del valore turistico di questa realtà cittadina, facendo in modo che la comprovata unicità della collezione JATTA sia implementata e salvaguardata, sia conservando i vetusti arredi del tempo, già materiali storici in sé, che per quanto riguarda la catalogazione e la posizione dei reperti, tenendo in debita considerazione che quanto da questa parte politica scrivente evidenziato trae origine dalla catalogazione della Famiglia JATTA risalente all’anno 1869″.

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