AttualitàEnogastronomia

Il Mastromandorlo sbarca a New York.

Sarà un “ponte di dolcezza” ad unire Ruvo di Puglia e New York. Nella cittadina barese della cattedrale romanica e del museo Jatta è stato ufficialmente sancito il rapporto di collaborazione fra il noto pasticcere andriese ma ruvese di adozione Riccardo Civita ed il celebre chef molese residente ed operante a New York Pasquale Martinelli.
Il Maestro di Cucina barese, che nella “Grande Mela” ha stregato cantanti, attori e politici americani proponendo semplicemente i piatti tipici della cucina pugliese, contribuirà ad esportare e promuovere negli Stati Uniti d’America il “Mastromandorlo” ruvese.
Si tratta di un dolce tipico locale, a base di mandorle, uova, zucchero, miele e burro, le cui origini si perdono nella notte dei tempi. L’antica ricetta del dolce che con il passare del tempo si e’ andata perdendo, e’ ritornata alla luce grazie ad un pasticcere pugliese che l’ha rinvenuta fra le carte della sua bisnonna.
Volato in Puglia da Manhattan, dove è consulente enogastronomico del ristorante “Erminia”, per trascorrere alcuni giorni di vacanza, Pasquale Martinelli ha incontrato Riccardo Civita nel proprio laboratorio di pasticceria, dando vita ad una dimostrazione di cucina con il pesce fresco di Mola e scoprendo un dolce che piacerà molto non solo agli italiani che vivono in America ma anche agli stessi statunitensi.
“La mia missione – ha esordito l’Ambasciatore della Cucina Pugliese di New York – è quella di valorizzare i piatti tipici dunque, nostra regione ed i suoi gustosissimi dolci. In quest’ottica sono venuto a Ruvo per conoscere ed esportare negli Usa il mastromandorlo prodotto dall’amico Riccardo Civita, una torta altamente gustosa che può essere apprezzata anche all’estero”.
“Molto importante – ha sottolineato invece Riccardo Civita – il rapporto di collaborazione instaurato con lo chef Pasquale Martinelli, il quale sono certo che riuscirà a far innamorare gli americani del nostro mastromandorlo, dolce realizzato non solo con le mandorle italiane ma anche con quelle importate dalla California”.
Un modo dolce, dunque, per cercare nuovi mercati, partendo da quelli americani, e contribuire al rilancio dell’artigianato dolciario ruvese e dell’economia locale, che attraverso la gastronomia ed il turismo può combattere la crisi.
Massimo Resta

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